Capitolo 3

3 0 0
                                    


La cena superò di gran lunga le mie aspettative. Le patate e le carote cucinate da MaryGrace e Leo avevano un aspetto invitante e il sapore lo soddisfò al cento per cento. Il pollo invece aveva subìto una lieve bruciatura ma era comunque mangiabile. Strano che proprio quel piatto provenisse da una futura cuoca. Ma mi tranquillizzai mentalmente dando la colpa a Louis per avermi distratto.

Charla finito di mangiare ci fece spreparare tutto in fretta per poter iniziare il prima possibile il suo gioco notturno.

Non faceva troppo freddo quindi mentre gli altri si prepararono per l'avventura attrezzandosi di indumenti più caldi, io rimasi al punto ristoro seduta ad aspettare.

La capa del gruppo ci suddivise in due gruppi: i rossi e i blu. Ognuno composto da nove persone in quanto noi eravamo diciotto. Ogni squadra doveva trovare nel bosco più cerchi possibili e poi portarli all'accampamento dove ad aspettarci ci sarebbero state Charla l'organizzatrice e la sua aiutante MaryGrace dolorante dal mal di pancia. A mio parere dolore fisico indotto da se stessa solo per non partecipare e dover correre. Inoltre i cerchi non erano tutti uguali, c'erano i bianchi che valevano cinque punti, i gialli che ne valevano dieci e i neri trenta. La squadra che segnava più punti in tre ore vinceva. In più era presente una modifica apportata da Charla al gioco originale: se un membro della squadra avversaria ti toccava il braccio venivi eliminato. Dando meno probabilità al tuo gruppo di vincere.

Io mi ritrovai nella squadra dei blu insieme a Leo, Alice, Mick, Peter, Nicole, Dean, Louis e Petty.

Al via tutti corsero all'interno del bosco con l'obiettivo di vincere. Io mi ritrovai invece a camminare per la stanchezza, ma anche perchè non ero mai stata una ragazza competitiva. Mi ero accordata con Petty di cercare i cerchi insieme, ma al suono della trombetta la vidi correre spedita a sinistra e rinunciai alla caccia insieme a lei.

Proseguii seguendo il sentiero e guardai sia in basso che verso l'alto, magari Charla li aveva nascosti in mezzo ai rami. A distanza intravidi una coda di cavallo color paglia e immaginai si trattasse di Alice. Mi incamminai pian piano senza far rumore fino ad arrivare alle sue spalle e posarle una mano sulla schiena. Lei sobbalzò dallo spavento e innalzò un pugno pronta a colpirmi.

"Alice! Ferma! Sono io!" le urlai cercando di proteggermi.

"Oh mio Dio Sarah. Mi hai fatto morire dallo spavento" cercò di regolarizzare il suo respiro posando una mano sul cuore.

"Trovato qualcosa?" le domandai.

Alice alzò la mano contenente un cerchio bianco e due neri. Brava la nostra Alice. Oltre che sportiva anche cacciatrice di tesori adesso. Se avessimo continuato di questo passo la vittoria sarebbe stata in mano nostra. Ma evitai di pensarci per non gufarla.

"Guarda dentro i cespugli. Io li ho trovati tutti lì dentro. A quanto pare Charla non ha molta immaginazione" iniziò a ridere lei.

La risata di Alice era una di quelle contagiose. Una di quelle che senti raramente, ma quando succede ha il potere di farti scoppiare in due i polmoni. Ed era quello che stava succedendo a me in quell'esatto momento. Risi forte e ancora più forte finché un urlo da maniaco in mezzo agli alberi ci immobilizzò sul posto in silenzio come succede con la saliva di un kanima. Tralasciando il fatto che il mio tempo libero qualche volta lo passavo in camera tra film e libri horror e a girovagare tra i siti dove pubblicano vari creepypasta, presi un bello spavento.

"Eccole lì! Andiamo a prenderle!" Lucas cacciò un urlo da cavernicolo e iniziò a correre verso di noi seguito a ruota da Marius.

Io e Alice ci guardammo prima che il nostro cervello accendesse la lampadina e ci comunicasse "scappa". Entrambe nello stesso momento iniziammo a correre a più non posso per il sentiero. Una vicina all'altra. Persi quasi il cuore, il fegato, un polmone e anche un rene. Insomma un po' tutti gli organi del corpo, ma realizzai che se stavo al tempo di una sportiva dovevo essere proprio una forte. Dietro di noi i passi scricchiolanti sulle foglie si fecero sempre più vicini e io, anche se sapevo si trattasse dei nostri amici, me la stavo facendo sotto. Di brutto. Il bosco era buio e il frusciare del vento sui rami provocava uno strano rumore, come un lamento. Iniziai a respirare forte e in modo affannato. Non sarei durata ancora a lungo.

The CampeggiusWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu