L'abbracciai un'ultima volta e poi mi staccai. Avevo deciso di prendere le distanze dalla mia famiglia che mi stava soffocando con i suoi voleri da me non accettati. Dopo un anno alla Columbia per studiare Economia con Winter, ovviamente non era stata la mia prima scelta ma era ciò che mi avevano obbligato i miei genitori, ero arrivata ad un limite di sopportazione troppo alto e, se non fossi sparita al più presto, il mio cervello sarebbe esploso. Le ultime richieste assurde di mia madre mi avevano fatto arrabbiare e così, dopo diversi tentativi, ero riuscita a farmi trasferire dall'altra parte del paese. La California e Berkeley mi stavano aspettando per gli ultimi tre anni di college, dove finalmente potevo assaporare il sapore della libertà, ma non completamente.
Anche a chilometri di distanza, anche con i loro impegni, i miei genitori avrebbero comunque trovato il modo per assillarmi con le loro pretese, senza permettermi di vivere la vita che avrei voluto.
L'unico punto a sfavore di tutto ciò era il dover lasciare Winter. La mia ancora da quando ne avevo memoria. Ero spaventata da questa nuova avventura ma ero pronta, volevo farlo. La California non era di certo Boston. Mi sarei dovuta abituare a molti cambiamenti ma dovevo ricordarmi perché avevo preso quella decisione, e me lo ricordavo. Avendo già imbarcato le due valigie in stiva, mi incamminai verso i controlli con solo uno zaino. Prima di sparire totalmente, mi girai un'ultima volta e salutai la mia amica che ora mi stava sorridendo a trentadue denti. Lei sapeva bene che questo distacco mi avrebbe fatto bene e non era arrabbiata o triste per questa decisione, l'aveva accolta positivamente.

La fila ai controlli durò più di quanto mi aspettassi e, data la mia estrema fortuna nella vita, mi ero beccata anche un test antidroga allo zaino.

Il volo verso l'aeroporto di San Francisco sarebbe durato sei ore e mezza per questo avevo deciso di comprare un libro proprio per il volo. Non mi vergognavo a dire che mi piaceva leggere generi young adult, a volte anche con scene un po' spinte, e da quanto raccontato da Winter questo ne aveva parecchie. Icebreaker, si chiamava, dopo averlo letto mi disse che era nata una strana ossessione per i giocatori di hockey e ora ero curiosa di sapere perché. L'aereo partì e io distrassi la mia mente con la lettura.

L'Università di Berkeley era immensa. Aveva un campus gigante, pieno di edifici per i vari corsi, diverse librerie, uno stadio per il football e tanto altro. Tutto questo, però, lo sapevo solo grazie alle informazioni che avevo cercato e non perchè fossi già lì. Proprio no.
Perchè dopo l'atterraggio ci fu un problema per l'apertura delle porte e scendemmo solo dopo mezz'ora. Già, magnifico. Poi, dovevo andare a recuperare le mie valigie che avevo imbarcato in stiva e aspettai. E aspettai. Aspettai più di tutti perchè, per un assurdo motivo chiamato anche sfiga, le mie valigie uscirono per ultime. 

Trattenni imprecazioni a non finire mentre correvo nell'aeroporto per raggiungere la tanto attesa uscita. Avevo una navetta da prendere che mi avrebbe portato direttamente al campus. Sudata per la corsa con due valigie da ventitré chili appresso, guardai l'immenso parcheggio finchè non vidi un pullman con l'insegna Berkeley superarmi. Prova a inseguirlo ma fu inutile. Con una rabbia, una fame -che trattenevo da più di sette ore ormai- e una stanchezza immensa, tornai all'interno per chiedere quando sarebbe passato un'altra navetta.

«Un'ora.» Rispose la donna dietro al plexiglass.

«Un'ora?!»

Ma non era possibile!

«Sì, signorina.» Disse. «Altrimenti può prendere il treno che parte tra dieci minuti. Il tragitto è di circa un'ora e un quarto.»

Piuttosto che attendere un'ora in aeroporto optai per questa alternativa. Feci i biglietti, rubai una mappa dalla pila di dépliant esposti e poi attraversai nuovamente l'aeroporto per raggiungere la stazione. Erano quasi mezzogiorno ma solo perchè c'era il fuso orario di tre ore, per il mio corpo erano già le tre di pomeriggio e stavo morendo di fame. Pensai di fermarmi a prendere qualcosa ma se lo avessi fatto avrei perso il treno. Ovviamente era tutto pieno e non riuscii a sedermi fino a metà corsa. Passa il tempo ad informare Winter delle mie disgrazie e poi smisi di usarlo quando realizzai fosse al 15%. Mi serviva per trovare il campus più tardi, non potevo permettere che si spegnesse.

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