CAPITOLO 11 - QUALCUNO CON CUI PIANGERE

6 1 0
                                    

Quella sera la passai a piangere, come quelle successive. Ma senza fare troppi rumori per non svegliare le altre, facevo scendere le lacrime e basta.

Pensai che se non fosse stato per il litigio con Blake almeno avrei avuto ancora i miei amici al mio fianco e non mi sarei sentita così sola. Perciò decisi che gliel'avrei fatta pagare, a quel Blake.

Toccava a noi ospitare le scuole per cui mi svegliai prestissimo, presi la margherita e mi diressi all'area di addestramento, più precisamente vicino al fiume, dove crescevano le margherite più grandi, come la mia, con l'intenzione di ridarla a Blake. Sapevo che l'avrei trovato là.

Mi feci strada goffamente tra le felci a grandi passi, lui era seduto a guardare i fiori, quando sentì che si stava avvicinando qualcuno si alzò fingendo di essere concentrato nella sfida del giorno.

<<Ah, sei tu>> si rilassò, come se non fossi stata nessuno di importante.

<<Mi vuoi spiegare come ci è finita questa dentro il mio zaino?>> chiesi alzando la margherita.

<<Lo sapevamo entrambi che la volevi, altrimenti non saresti entrata nella stanza a guardarla>> disse incamminandosi per l'area in cerca di qualcosa che aveva a che fare con la sfida. Gli andai dietro.

<<Non la volevo affatto, io>>

<<Eppure l'hai trattata bene>>

<<Solo perché sapevo che ci tenevi e avevo già intenzione di ridartela. Ora, per favore, puoi prenderla?>>

<<Okay e va bene. Dammela>> disse scocciato mettendola in tasca delicatamente. Camminammo tra le piante senza una destinazione precisa, ma ero ancora arrabbiata e volevo sfogarmi all'istante.

<<Lo sai che mi hai rovinato la vita?>>

<<Come sei drammatica>>

<<Dopo il pranzo nella vostra scuola Mai-mai, Jacob e Patrik non mi parlano più>>

<<Ci credo, hai fatto una scenata>>

<<Stavi recitando la parte del simpatico solo per ingelosirmi>>

<<Si, lo ammetto, è stato divertente>> anche se era compiaciuto al ripensarci non tradì nessuna emozione e mantenne lo sguardo tra le piante.

<<Per colpa tua ora non ho più nessuno e mi prendono tutti in giro>>

<<Dovrebbe interessarmi?>>

<<Ti costa tanto uno 'Scusa Sharon, è per colpa mia se adesso non hai più amici'?>>

<<E va bene. Scusa Sharon, è per colpa mia se adesso sei tutta sola soletta>> disse senza un minimo di riguardo facendomi il verso. in quel momento avrei voluto urlare e tirare i pugni contro un muro, possibile che mi facesse sentire sempre fuori posto quel ragazzo?

Mi fermai e quando vide che ero rimasta indietro lo fece anche lui <<Sei davvero insensibile. Ti diverti a prenderti gioco delle persone, ma non capisci proprio quando qualcuno soffre, quando hai superato il limite>> avevo gli occhi lucidi. Mai prima di allora avevo esposto così apertamente il mio dolore.

<<Ma certo, per te esisti solo tu e il tuo ego è talmente alto che per te è impossibile chiedere scusa>> continuò a guardarmi negli occhi, aspettavo che gli uscissero delle scuse sincere, ma dopo alcuni minuti capii che non avrebbe aggiunto altro <<Come immaginavo. Non so neanche come ho potuto pensare di venire qui e pretendere delle scuse da te>>

Me ne andai innervosita e sparii tra le piante, ma avrei voluto sparire dalla faccia del pianeta. Corsi più veloce che potevo, sperando che non mi seguisse, ma quando mi guardai indietro per vedere se ci fosse qualcuno scivolai e caddi a terra. Urlai di dolore, una trappola per orsi mi aveva preso la caviglia e la sua morsa era sempre più potente.

JORD - RIMARRANNO I PIU' FORTIWo Geschichten leben. Entdecke jetzt