3- Non È Una Coincidenza

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/Jungkook/

<<Buongiorno, sono il suo nuovo vicino e mi chiamo Jeon Jungkook. Le ho portato questi dolci preparati da me. Ho pensato che non avrebbe fatto male portare un po' di sfiziosi dolcetti ai miei nuovi vicini>>

Questa è l'ottava casa a cui suono e ancora nessuno ha accettato il mio dono, sono tutti così freddi qui a Seoul. Se non fosse stato per il lavoro non mi sarei mai trasferito qui, sarei rimasto nella mia bellissima Busan fino alla morte.

Penso che il signore a cui ho suonato sia un po' strano, appena mi ha visto ha incominciato a tremare ed è impallidito così tanto che avrei potuto scambiarlo per un vampiro. Sono così bello che spavento le persone?

<<Signore tutto bene? Mi sembra lievemente pallido>>.

Cade a terra appena finisco la frase.

<<Signore! Signore si alzi! Ma che gli è preso??>>

Provo a scuoterlo un po' ma non ci vuole molto prima che svenga completamente. Prendo subito il telefono e chiamo un'ambulanza. È la prima volta che mi capita di chiamarla per un estraneo...

*Mezz'ora dopo*

<<È semplicemente svenuto, si sveglierà tra poco>>

<<Grazie mille dottore>>

Spero che quando si svegli abbia almeno i soldi per pagarsi le cure mediche.

Giro un po' per i corridoi dell'ospedale finché non trovo due macchinette automatiche, una delle bevande e una del cibo. Mi fiondo subito su quella del cibo e prendo due pacchetti di patatine. Non mangio niente da tutto il giorno quindi ho un certo languorino. Ma soprattutto non pensavo che il mio primo pasto qui a Seoul fosse composto da due pacchetti di patatine comprati in ospedale. Ritorno vicino al letto del signore, che a quanto pare si chiama Kim Taehyung, e mi siedo affianco a lui. Ho già finito le patatine ma per fortuna ho ancora il mio bel caffè. Mi ci voleva proprio.

<<Puoi prenderne uno anche a me?>>

Mi spavento a tal punto da strozzarmi con il caffè e mi giro subito verso il signor Kim.

<<Certo, mi può dare i soldi?>>

Mi mette qualche moneta sul palmo della mano e nel mentre mi guarda con occhi rossi e lucidi. Chissà che problemi ha questo tizio. Ritorno affianco al suo letto con il caffè e glielo porgo. Lui mi ringrazia con un inchino sbilenco e mi sorride.

<<Adesso sta meglio?>> Gli chiedo senza sapere come iniziare una conversazione.

<<Si grazie, molto meglio>>

Piangeva.

Una lacrima rigò la sua guancia e un'altra ancora gli si fermò all'altezza del naso.

<<Ne è proprio sicuro?A me non sembra... >>

<<Tranquillo, è la verità, queste sono solo lacrime di gioia... Mi puoi dare un abbraccio?>>

Un abbraccio. Un tizio che non conosco neanche mi sta chiedendo un abbraccio. Mi sporgo lievemente verso di lui e lo circondo con le braccia. Le sue lacrime si tramutano in pianto, e il suo pianto in singhiozzi...

Non so cosa stia passando quest'uomo in questo periodo, ma sicuramente non deve essere piacevole.
Piano piano mi allontano e gli porgo un fazzoletto. Si asciuga le lacrime e torna a guardarmi.

<<Scusami>>

<<Di cosa si sta scusando? Non deve farlo, mi creda>>

Si rasserena e si alza dal letto.

<<Vado a pagare le cure mediche, grazie di tutto>>

<<Ma si figuri, la aspetto fuori dall'ospedale>>

<<No stai tranquillo, chiamerò un taxi, non preoccuparti>>

<<Ma... Ne è sicuro? Non ha una bella cera...>>

<<Sto benissimo, ti ringrazio ancora, ci vediamo>>

Se ne va mettendosi la giacca nera e gli occhiali da sole, probabilmente per nascondere gli occhi lucidi e le lacrime, ormai fuori è buio...

*Il giorno dopo*

Oggi è il mio primo giorno di lavoro qui a Seoul e sono molto ansioso. Ho paura di chi possa essere il mio capo, ho paura che i miei colleghi non siano simpatici e ho paura anche del cibo della mensa.

Dopo essermi vestito (rigorosamente elegante) e aver finito un boccetta di profumo sono pronto per andare a lavoro.

La metropolitana è un alveare di persone, ognuna che spinge l'altra per guadagnarsi un posto dove stare. Per fortuna il profumo che ho usato copre un po' tutti gli odori, così non rischierò di vomitare una volta uscito da qui.

*10 minuti dopo*

Mi trovo davanti al grattacielo dove si trova il mio luogo di lavoro e sono più in ansia che mai. Entro attraversando le porte girevoli di vetro e uso il mio badge per entrare all'interno del palazzo. Prendo l'ascensore e premo il bottone che mi porterà al ventisettesimo e ultimo piano del palazzo e, una volta arrivato, guardando fuori mi sembra di stare in paradiso, potrei toccare le nuvole se questi vetri non ci fossero.

Chiedo indicazioni per l'ufficio del capo e prendo la strada che mi hanno indicato. Arrivo davanti ad una porta bianca, molto bianca e busso tre volte.

<<Avanti!>>

Apro la porta e mi fiondo all'interno dell'ufficio.

<<Buongiorno, io sono Jeon Jung->>

Neanche i miei occhi possono credere a quello che sto vedendo.

<<Wow! Allora sei tu il mio nuovo dipendente! Non l'avrei mai detto. Tranquillo non c'è bisogno di presentazioni, ci conosciamo già. Siediti e chiacchieriamo un po'>>

Kim Taehyung...

Il signore che ieri era all'ospedale con me è il proprietario di tutto questo...

Ed è anche il mio capo...

𝑾𝒉𝒆𝒏 𝑾𝒆 𝑾𝒆𝒓𝒆 𝑭𝒊𝒏𝒆 / K𝒐𝒐𝒌vWhere stories live. Discover now