30 CAPITOLO

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" Io...io...devo prendere aria" Harry si voltò lentamente con le ginocchia che tremavano.
Era stato uno shock troppo grande. Se stavano giocando con lui e con i suoi sentimenti, avevano trovato il modo per distruggerlo.
" Papà" la voce di James lo fermò e chiuse gli occhi continuando a dare le spalle a quello che aveva l' aspetto di suo figlio. Quello che poteva essere suo figlio.
In quel momento con gli occhi chiusi cercò di visualizzarlo nella sua mente, ricordò l' ultima volta che lo aveva visto; provò ad udire di nuovo la sua voce, quella voce che non aveva mai dimenticato e quella che aveva appena sentito vi si avvicinava molto, forse era un po' più debole, forse un po' più tremante, ma era pur sempre la sua voce.
Focalizzò i suoi grandi occhi nocciola, quegli occhi che aveva ereditato da Ginny e che avevano sempre un' espressione spensierata in viso e li confrontò. Era vero, non c' era più quella luce viva di spensieratezza che li avevano sempre caratterizzati, ma la forma, l' espressione che contenevano era inconfondibile.
Non aveva dubbi. O forse sì?
E se poi si fosse sbagliato? Se fosse stato un inganno del suo cuore e della sua mente così desiderosa di riavere suo figlio con sé? Sarebbe mai riuscito a dimenticare la sensazione? Sarebbe riuscito a perderlo una seconda volta?
" Papà" ripeté James vedendo che lui non si voltava.
Harry rimase ancora di spalle a suo figlio, ma si raccolse il viso tra le mani cercando di non piangere.
" Per favore, papà, sono io, sono il tuo teppista" .
Harry si voltò di colpo alle parole del figlio. Solo in famiglia sapevano che lui chiamava James il suo teppista.
Quel nomignolo che si era guadagnato da piccolo e non lo aveva più abbandonato.
Lo guardò con le lacrime che gli annebbiavano la vista. Voleva credergli. Voleva disperatamente credergli.
" Per favore, papà, non andartene...io...io non posso raggiungerti".
Il cuore di Harry si spezzò in un milione di pezzettini mentre il suo sguardo scivolava lentamente verso le gambe di suo figlio, distese ed immobili.
In pochi lunghi passi eliminò la distanza che li divideva e prendendolo per la nuca lo attirò a sé in un abbraccio.
James affondò il viso sulla sua spalla e per la prima volta da quando si era ripreso si concesse di piangere.
Di piangere insieme a suo padre. Di sfogarsi tra le sue braccia. Di lasciarsi consolare dal suo amore.
Harry provò più volte a staccarsi da James, ma ogni volta che lo allontanava da sé ed i suoi occhi incrociavano quelle iridi nocciola e pieni di lacrime del figlio, finiva per attirarlo di nuovo tra le sue braccia.
Non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe riabbracciato suo figlio o, almeno, non avrebbe mai immaginato di poterlo fare in questo mondo.
Aveva ancora davanti agli occhi ogni pezzo, ogni parte di James che avevano ritrovato sparso per la casa.
Ma chi era allora? E com' era stato possibile? Lui stesso li aveva visti.
Si staccò da James e piegò la testa sul torace premendosi gli occhi con i palmi delle mani.
Si sentiva travolto.
Era tutto così surreale.
Quello a pochi centimetri da lui era James, su quello non aveva più dubbi, il suo cuore di padre non l' avrebbe mai tratto in inganno, ma era così incredibile che ancora aveva paura a concedersi il lusso di crederci.
" Papà?" chiese James con la paura nel cuore e nella voce.
Era ancora terrorizzato all' idea di non essere creduto e di essere lasciato solo.
Era stato solo così a lungo e adesso tra le braccia di suo padre si era sentito come di nuovo al sicuro, protetto.
Scosse la testa al pensiero di come dentro di sé ci fosse tutta questa insicurezza che non aveva mai avuto.
Doveva riuscire a superarla. Aveva ventiquattro anni e non poteva regredire alle stesse paure e insicurezze di un ragazzino di quindici.
Aprì di nuovo gli occhi e vide lo sguardo attento di suo padre osservare ogni centimetro del suo volto.
" Sono davvero io" rincarò con un filo di voce " lo so" rispose Harry con un sorriso che non gli lasciava più dubbi.
Gli credeva.
Era il classico sorriso che riservava alla sua famiglia. Il sorriso pieno di amore di suo padre.
Si ritrovò di nuovo con gli occhi pieni di lacrime e li abbassò.
" Sono diventato una femminuccia" affermò scherzoso ed Harry rise prima di abbracciarlo di nuovo.
" Il mio ometto grande" ribatté facendolo tornare con la mente a quando da bambino lo chiamava così per distinguerlo da Albus.
Questo lo portò con il pensiero ai suoi fratelli.
" Albus e Lily?" chiese asciugandosi gli occhi che continuavano a produrre lacrime contro la sua volontà.
Harry si grattò la testa e si voltò verso Cris, ma vide che era già sparita " Per Silente!" imprecò usando l' espressione preferita di suo nipote " non chiedere" aggiunse divertito guardando lo sguardo sorpreso di James.
Lui scosse la testa " non preoccuparti ho visto cose strane per una vita" affermò stando allo scherzo e passandosi una mano tra i capelli.
" Lo pensavo anche io, poi ho conosciuto mio nipote e...la figlia di Teddy a quanto pare" gli comunicò con un sospiro.
" Tuo nipote?" la domanda di Rose fece ricordare a padre e figlio che non erano soli.
Harry alzò lo sguardo sulla nipote e sorrise alzandosi in piedi " scusa, Rose, non ti ho neanche salutata" si giustificò scompigliandole i capelli, Rose sorrise " e infatti sono offesissima" replicò scherzosa, poi il suo lato Corvonero prese il sopravvento," Quindi?" chiese curiosa.
" Di quale nipote stai parlando? E da quando in qua la figlia di Teddy può avere pressappoco la mia età?" domandò.
Harry sospirò " frena, Rose" le disse sorridendo al pensiero di come sua nipote somigliasse a sua madre " è una cosa complicata e soprattutto molto riservata" le disse e prima che lei potesse replicare indicò la ragazza distesa nel letto accanto a loro.
" Dorme stordita" lo informò James, ma Harry scosse la testa " è solo furba" affermò alzandosi in piedi e ponendosi davanti a lei.
" Ma neanche tantissimo, altrimenti avrebbe cercato di modulare il respiro, oltre al non aprire gli occhi per controllare chi era entrato nella stanza".
Cindy sospirò e si alzò a sedere facendo scorrere la schiena lungo la testiera del letto.
" Il grande Harry Potter, allora è vero ciò che si dice, non ti sfugge niente, neanche una cosa come il fingere di dormire" la sua voce era piena di rabbia.
Harry rise di scherno " ho passato metà della mia adolescenza a farlo".
Cindy lo guardò come se la cosa non la toccasse e si voltò incrociando per un attimo gli occhi di James, ma li distolse subito, la furia che vi leggeva dentro continuava a spaventarla.
Si calmò puntando lo sguardo su Rose che tra i tre le sembrava il male minore, ma si sbagliava.
" Non troverai appoggio in me" le disse capendo il suo sguardo.
Cindy sospirò. Era troppo intuitiva.
" Non voglio l' appoggio di nessuno, voglio parlare con Cris" ordinò.
" Con chi?" chiese Rose " la pazza bionda" rispose James, prima di riportare lo sguardo su di lei.
" Sai, non credo che troverai molto appoggio neanche in lei. Lei mi ha salvato. Lei mi ha dato questo indirizzo..."
" E sei stato tu a decidere di portarmi con voi?" lo sfidò cercando di sostenere il suo sguardo e contemporaneamente tenere ferma la sua voce.
James assottigliò gli occhi, ma non rispose e lei sorrise di trionfo " allora, ho più appoggio da lei di quanto ti immagini" lo schernì.
James strinse i pugni e serrò la mascella, ma Harry lo notò e gli poggiò una mano sopra la spalla, poi si voltò verso la ragazza.
" Pensi di fartene qualcosa del suo appoggio?" le chiese e il tono sembrava quasi affabile, ma i suoi occhi verdi dicevano il contrario.
Erano capaci di trasmettere così tanta freddezza che Cindy avrebbe voluto rabbrividire, invece si limitò a stringersi nelle spalle.
Harry si avvicinò a lei e si chinò fino a portare i suoi occhi a riflettersi nei propri " ogni Apocalittico verrà processato per l' attacco a casa mia..."
" Non c' ero" protestò lei e Harry sorrise come se stesse rimproverando una bambina colta in flagrante " tu dici? Anche se sei stata trovata con mio figlio?".
Lei spostò di nuovo lo sguardo verso James e questa volta non poté impedirsi di rabbrividire " Non c' ero davvero" ribatté ancora, ma Harry proseguì " omicidi, atti di terrorismo verso il mondo magico..."
" io non..."
" Tu sei una di loro, tu hai tenuto prigioniero mio figlio, tu resterai ad Azkaban per il resto della tua vita".
Cindy non sapeva più dove guardare. Tutti la stavano osservando, ma stava solo ricevendo sguardi ostili, velenosi e pieni di rabbia e le parole di Harry erano così fredde e affilate da spaventarla quasi quanto lo sguardo di James.
Non avevano neanche dovuto sfilare la bacchetta dalla tasca per spaventarla.
Abbassò gli occhi, ma li rialzò quando sentì la presenza di Harry sollevarsi.
" E ora possiamo andare a parlare di sotto, lei resterà chiusa qua fino a quando non potremmo condurla ad Azkaban" poi la guardò di nuovo e sorrise " e se stai pensando di fuggire...non lo farei fossi in te, ormai per loro sei una traditrice" concluse e la vide mordersi il labbro nervosa.
" Ti preparo un decotto per le gambe, Jamie" disse Rose muovendosi per uscire.
" Non funzionerà" li interruppe Cindy e tutti e tre si voltarono verso di lei.
" Che vuoi dire?" chiese Rose e Cindy scosse la testa sollevandosi dritta sulla schiena " voglio dire che non funzionerà nessun decotto, nessuna pozione, nessun incantesimo..."
" Un incantesimo ha già funzionato. Tu mi hai visto in piedi" la interruppe James e Cindy distolse lo sguardo da lui non riuscendo a reggere tutto quel carico d' odio.
" Una cosa temporanea. Niente di definitivo ti farà tornare a camminare" sentenziò.
James si sporse verso di lei come se volesse saltarle al collo e Cindy si ritrasse istintivamente.
" Voglio trattare" disse rivolta ad Harry " io vi aiuterò, ma voglio..."
" Non puoi dettare nessuna condizione" la interruppe James con la rabbia palpabile nella voce.
" Vuoi tornare a camminare?" lo sfidò lei e James assottigliò così tanto gli occhi che la sua presenza si fece così imponente da farle sembrare che si fosse alzato e stesse troneggiando su di lei.
" Non provare a giocare con me" sillabò le parole una per una con una rabbia e una freddezza tale che anche Harry si voltò verso di lui.
" James" lo riportò alla realtà. Non voleva che suo figlio potesse fare qualcosa della quale si sarebbe pentito.
" Rose, chiudila dentro e assicurati di sigillare tutto con la magia" ordinò Harry, poi spostò lo sguardo su di lei " se menti..."
" Sto dicendo la verità" la sua voce era quasi implorante " lo vedremo" disse Harry e poi prese James e si smaterializzò.
Rose la guardò " perché non dovrebbe funzionare?" le chiese " lo dirò solo quando avremo un accordo" la ricattò.
Rose si avvicinò alla porta senza smettere di guardarla, poi le diede le spalle e se ne andò.
***
Draco vide l' espressione ancora scioccata di suo figlio e di Albus e capì che doveva prendere in mano la situazione.
" Ho bisogno di aiuto" commentò Draco, alzandosi in piedi e lasciando il fianco di J.J. per tornare accanto a Pegasus.
Asciugò di nuovo il suo sangue che ormai era arrivato a gocciolare a terra e guardò suo figlio negli occhi, " Scorpius, devi darmi il tuo sangue" poi si voltò verso Albus " tu invece devi chiamare qualcuno per aiutarmi. Serve un antidoto per J.J." ordinò.
Poi vedendo che nessuno dei due si muoveva sospirò " sì, è scioccante e tutto il resto" gli concesse attirando finalmente i loro sguardi su di sé " ma se muoiono non avrete neanche modo di parlare con loro" si spazientì.
Scorpius alzò gli occhi verso suo padre " è vero?" gli chiese, anche se il cuore che gli batteva indiavolato sembrava già confermarglielo.
Draco si passò una mano tra i capelli " Scorpius..." ma non riuscì a finire perché lui lo interruppe " sono davvero una merda di padre" commentò furioso, poi si arrotolò la manica della maglia con uno scatto nervoso " prendilo" ordinò e quando Draco lo guardò nei suoi occhi lesse talmente tanta rabbia che sembravano avere davvero una tempesta dentro di loro.
Si voltò verso J.J. e vide che Albus era sparito, sperò che fosse corso a chiamare qualcuno, dato che il colore sempre più grigiastro della pelle del ragazzo sembrava comunicargli che non avevano ancora molto tempo.
Si avvicinò a Scorpius e cominciò a prelevargli il sangue che con un incantesimo fece incanalare direttamente nelle vene di Pegasus.
" Non è colpa tua, Scorp, non lo sapevi".
" Già" commentò lui mesto. Era stato davvero cieco, anche adesso, anche se era privo di sensi e poteva vedergli solo un lato del viso, poteva notare la somiglianza.
Quegli occhi che, come aveva notato da subito, somigliavano troppo ai suoi e a quelli di suo padre. Quel sorriso che stranamente gli aveva sempre ricordato Lily e quel carattere: quel prendere fuoco facilmente che amava tanto in Lily e quella caparbietà che, purtroppo o per fortuna, aveva ereditato da lui.
" Ha scelto lui di non dirtelo" provò ancora Draco.
" Immagino. Con il senno di poi posso capire perché lo abbia detto a te e non a me".
La sua voce era mesta e i suoi occhi erano ancora fissi su Pegasus, Draco provò un moto di tenerezza e s' inginocchiò su di lui di modo da avere i suoi occhi al pari dei propri.
" Smettila di compatirti" gli ordinò e Scorpius spostò lo sguardo su suo padre " tu non sai, io..."
" Cosa non so? Che l' hai quasi ucciso per gelosia? Che l' hai accusato di essere uno di quelle persone che odia e che è tornato indietro per eliminare?" spostò la testa di lato e sorrise " so tutto e so anche che lui ti ama talmente tanto che alla fine ti perdona sempre, quindi smettila di compatirti e pensa a conoscerlo..."
Le parole di suo padre che gli aveva detto qualche ora prima gli tornarono alla mente.
Non vuole me accanto a lui.
Potresti rimanerne stupito.
" Da quanto lo sai?".
Draco sospirò e si alzò interrompendo la trasfusione " vai a mangiare qualcosa" gli consigliò e Scorpius emise un misto tra uno sbuffo e una risata " come no? E magari mi faccio anche una dormita, mentre la donna che amo è chissà dove in mano all' uomo che l' ha torturata e quasi uccisa già una volta e mio figlio..." abbassò gli occhi su di lui e vide il Triskel ricominciare a sgorgare sangue " mio figlio sta morendo...ah e dimenticavo" la sua voce era ormai quasi un ringhio arrabbiato mentre guardava J.J. sollevato da Draco con la magia e deposto sul letto accanto a Pegasus " a quanto pare ho anche un coraggioso nipote che... indovina? sta morendo anche lui" quasi urlò tirando un calcio alla sedia e facendola rotolare di diversi metri.
Draco mise un Bezoar in bocca a J.J. sperando che potesse rallentare l' avvelenamento.
Non serviva per i veleni più forti, ma visto che creare un antidoto richiedeva minimo qualche ora, magari quello poteva dargli un po' di vantaggio, poi andò da Scorpius e gli pose le mani sulle spalle " ti ho tolto molto sangue, quindi... vai a mangiare, cammina, calmati, ritrova Albus e poi torna...devi essere in forze e soprattutto... lucido" gli impose " così non mi servi" lo rimproverò.
Scorpius si liberò delle braccia di suo padre, stava per dirgli che non si sarebbe mosso, ma poi gli venne in mente quella ragazza bionda.
La ragazza che suo figlio aveva salvato. La ragazza per la quale era impazzito in quel modo.
Si voltò e raggiunse la porta in pochi passi, deciso a cercarla e a farsi chiarire le cose da lei, ma come si avvicinò alla porta quasi venne travolto da una ragazza che le somigliava molto e che stava piangendo.
Zoe si bloccò sul posto quando vide la scena e si portò le mani alle labbra " Oddio! Oddio! Oddio!" le sue mani tremarono mentre cercava di muovere le gambe che sembravano essersi improvvisamente bloccate.
Albus era dietro di lei " sono andato a chiamare Teddy" si giustificò " non sapevo di chi fidarmi" aggiunse, vedendo le espressioni confuse di Draco e Scorpius mentre la ragazza si lanciava letteralmente verso il letto di J.J.
Albus sospirò e entrò definitivamente nella stanza " Teddy è corso a fare un antidoto, ma come ho detto quello che stava succedendo lei ha cominciato a correre" concluse e Draco lo guardò " sì, è una ragazza del futuro anche lei" li informò e Albus e Scorpius annuirono. Ormai più niente li stupiva.
" Non potrà aiutarci però" disse Draco vedendola accarezzare il volto di J.J. e spostarsi verso il letto di Pegasus " merda! Merda!" imprecò portandosi le mani ai capelli e sollevandosi qualche ciocca viola.
Si appoggiò al pezzo di muro libero in mezzo ai due letti e alzò gli occhi su Draco " devi fare qualcosa" lo pregò senza neanche cercare di nascondere le lacrime.
Draco avrebbe voluto urlare a tutti che era quello che stava cercando di fare, ma tenne il suo temperamento a bada e si limitò ad annuire " hai qualche idea?" le chiese sarcastico e lei scosse le spalle " Tu ed Harry siete quelli delle idee, noi siamo quelli che le eseguiamo" spiegò con voce rotta, poi lo sguardo le si illuminò.
Tutti la guardarono correre verso J.J. e frugargli i pantaloni fino a quando non tirò fuori una collana.
Una semplice collana con una pietra bianca al centro.
Si appoggiò con entrambe le mani sul letto e prese un respiro guardando J.J. " ti guarirà lui" sussurrò poggiando una mano sul suo viso.
" Una collana li guarirà?".
Zoe alzò il viso sentendo la voce di sua sorella e la vide ferma sull' arco della porta, gli occhi talmente dilatati da sembrare spiritati e le mani contratte lungo il corpo.
Scorpius la osservò, sembrava ancora più sconvolta di prima, sembrava più furiosa di prima, sembrava che tutto il suo corpo fosse teso, quasi in attesa.
" Questa collana è stata fatta da Lily e Scorpius" la informò.
" Da me e Lily?" chiese Scorpius, non sapeva neanche cos' era, figurarsi se poteva averlo fatto.
Zoe aprì la bocca per rispondere, ma Cris l' anticipò " Lily? E lo dovrebbe proteggere?" domandò arrabbiata, poi entrò nella stanza e si mise di fianco a lui.
Gli mise una mano sul braccio nudo e guardò la sua schiena, quel Triskel che lui tanto odiava e che ora, per ironia, lo stava uccidendo.
Sentì la rabbia invaderla con la stessa violenza di un mare in tempesta che s' infrange sugli scogli, la sua pelle era fredda, il suo Triskel pieno di sangue e lui non poteva fare niente, lui che poteva aiutare gli altri, persino salvare la vita agli altri non poteva fare niente per se stesso.
Anche questa era una colpa di sua madre, non averlo amato abbastanza da capire che renderlo una macchina perfetta per uccidere o per salvare, non lo avrebbe salvato da se stesso, né la sua anima, né il suo corpo.
Alzò lo sguardo pieno di lacrime guardando Zoe, l' unica che la poteva capire fino in fondo, " è colpa sua se è così, è colpa sua se siamo tornati indietro, è colpa sua se lui..."
" Cris!" la interruppe Zoe e lei si accorse di come la sua voce fosse velenosa dallo sguardo che gli diede la sorella, ma non si sentì per niente in colpa.
Era troppo arrabbiata. Troppo fuori di sé. Non riusciva a vedere Pegasus così, soprattutto visto che era davvero colpa di sua madre. Tutto era colpa di Lily, lei aveva distrutto il loro presente, lei stava distruggendo suo figlio.
" Che stai dicendo?" chiese Scorpius " niente di tutto questo è colpa di Lily" si arrabbiò e Cris sorrise prima di riportare lo sguardo su Pegasus, ma Scorpius poté vedere che non era un sorriso sentito, era un sorriso pieno di rabbia celata.
Stava per insistere ancora, voleva saperne di più di questa storia. Era stufo di essere lasciato all' oscuro, stufo di non saperne niente, di non essere a conoscenza il vero motivo per il quale erano tornati indietro e soprattutto voleva sapere ogni cosa potesse salvare suo figlio, ma Zoe lo precedette " Questo è stato fatto da una Lily che lo ama, ti giuro Cris, devi fidarti di me...non solo lo proteggerà, ma dovrebbe salvarlo...c' è la magia del sangue dentro, la magia di una madre che lo ama più di ogni altra cosa e che lo piange..." s' interruppe, stava per dire troppo e adesso non era più solo Scorpius a guardarla stupito e pieno d' interesse per lo scoprire sempre di più. Adesso tutti la stavano guardando stupiti, anche Cris che del viaggio nel loro futuro alternativo non sapeva niente.
Vide nei suoi occhi che stava per chiederle che intendeva dire che era una collana di una Lily che lo amava, che stava per chiederle se fosse impazzita o ubriaca, ma non aveva tempo per le spiegazioni, ci sarebbero stati altri momenti per le spiegazioni, adesso doveva pensare a Pegasus e J.J., per cui abbassò gli occhi su Pegasus, prese un respiro e gli appoggiò la collana sulla schiena.
Sentì tutti trattenere il respiro mentre per un attimo tutto parve rimanere invariato, ma poi una luce bianca proveniente dalla pietra cominciò a spandersi per la stanza.
Il sangue si cristallizzò prima di iniziare a regredire, fino a venire completamente riassorbito dal corpo di Pegasus.
Scorpius vide la luce attenuarsi leggermente e restare solo un po' più vivida della luce che avrebbe emesso normalmente una pietra di quel colore e di quella grandezza.
Sembrava che la pietra avesse fatto il suo dovere, ma, nonostante tutti avessero gli occhi puntati su Pegasus quelli di lui rimasero serrati.
" E adesso?" chiese Scorpius in un solo fiato.
" Adesso dobbiamo aspettare" rispose Draco, ancora stordito da tutto quello che aveva visto e saputo.
Albus camminò lentamente fino al letto del figlio, sembrava cominciare a respirare male. Si appoggiò con le mani sul suo letto e chinò la testa.
Era stanco, negli ultimi due anni, la sua vita si era rivoluzionata ed era stata distrutta: della sua famiglia non era rimasto più niente, suo padre era scomparso, aveva perso sua sorella per la seconda volta; Alice era stata rapita e non aveva avuto neanche modo di vedere che bellissimo ragazzo avrebbero cresciuto e lui... lui adesso stava morendo, ogni istante senza antidoto lo stava allontanando da lui.
Lasciò che la lacrime scorressero silenziose sul suo volto, fino a quando non sentì una mano poggiarsi sulla sua. Una mano femminile e piccola, per un secondo s' illuse che fosse Alice, ma appena la sua testa tornò razionale alzò semplicemente gli occhi e trovò quelli viola della ragazza che aveva pensato alla collana.
" Appena Pegasus si riprenderà lo salverà" gli disse e Albus guardò per un attimo suo nipote, come poteva salvarlo? Che avesse qualche conoscenza particolare?
" Lui è forte, è molto forte e resisterà fino a quando non potrà essere salvato" lo rassicurò con le lacrime agli occhi, ma, contemporaneamente con la certezza nella voce.
Zoe abbassò gli occhi su J.J. e si avvicinò al suo viso " non provare a contraddirmi, Potter" mormorò scherzosa al suo orecchio.
***
Lily prese un respiro prima di correre dall' Apocalittico che aveva la boccetta con l' antidoto in mano.
Non riusciva a rendersi conto fino in fondo di quello che era successo, ma di una cosa era sicura: doveva sfruttare il vantaggio che il suo bambino le aveva dato.
Per fortuna la boccetta era rimasta integra, altrimenti non vi sarebbe stato modo di recuperare il liquido.
La prese dalla mano dell' uomo e si avvicinò ad Alice, le aprì le labbra e cominciò a farlo defluire dentro di lei continuando a guardarsi intorno per controllare che nessuno di loro stesse riprendendo conoscenza.
Provò a produrre un Patronus, ma come la volta precedente solo uno sbuffo argenteo uscì dalla sua bacchetta.
Sarebbe mai più riuscita a produrne uno?
Dopo quelli che le sembrarono secondi interminabili, Alice si mosse tra le sue mani, fu come un pesce che annaspa per tornare dentro l' acqua e infine cominciò a tossire alzandosi di colpo a sedere.
Si guardò intorno spaurita mentre Lily cadeva a sedere con un sospiro di sollievo.
Alice era tornata. La sua migliore amica era viva e era tornata.
Alice si voltò verso di lei e quasi le saltò al collo " Lily!" urlò e lei sorrise abbracciandola, ma la staccò da sé quasi subito.
" Dobbiamo andare. Subito" le ordinò indicandole con la testa gli uomini stesi, Alice inarcò le sopracciglia "come hai fatto?" domandò e Lily scosse la testa " ne parliamo dopo, adesso andiamo" le disse.
Se l' avesse detto che con tutta probabilità era stato Pegasus, avrebbe attirato l' attenzione sul bambino e Alice avrebbe sicuramente chiesto del suo e lei...lei non sapeva come risponderle.
" Puoi produrre un Patronus ?" le chiese cercando di deviare il discorso.
" Penso di sì" rispose Alice alzandosi cautamente in piedi cercando d' ignorare il dolore, ma quando si piegò per prendere la bacchetta questo si fece più forte.
" Lily" la chiamò cercando di rimettersi dritta, lei si voltò e nei suoi occhi passò tutta la consapevolezza mentre guardava l' espressione preoccupata di Alice " il bambino" sussurrò e Lily scosse la testa " va tutto bene" mentì, pur sapendo che Alice non l' avrebbe mai perdonata.
Ma in fondo a come poteva dirle la verità? Ne sarebbe stata distrutta e non sarebbe riuscita a salvarla.
Alice formulò l' incantesimo e il suo Patronus illuminò la stanza, gli affidò il suo messaggio e lo mandò all' Accademia. Era sicura che vi fosse qualcuno.
Lily prese un respiro. La strada si stava spianando, " usciamo da qua prima che si riprendano" disse poi guardò il suo volto cereo e sudato "appoggiati a me" le ordinò dolcemente e Alice le passò una mano dietro la schiena.
Cominciarono a correre senza guardarsi indietro, ogni tanto Lily sentiva il peso di Alice su di sé e questo le faceva capire che stava avendo l' ennesima fitta dolorosa.
Lily serrò i denti fino a farli scricchiolare mettendosi a pregare ogni mago defunto che conosceva. Non era giusto che Alice perdesse il bambino.
Non per quei pazzi.
Una fitta più forte fece urlare Alice e Lily si ritrovò tutto il suo peso addosso e dovette fermarsi per non cadere.
" Il mio bambino, Lily" aveva capito e Lily corrugò la fronte e si morse le labbra, cosa poteva dirle?
La prese per le spalle e la costrinse a guardarla negli occhi " è proprio per lui che dobbiamo andare via di qua, se c' è qualche possibilità di curarlo..."
" Qualche possibilità?" chiese Alice sentendo la disperazione opprimerle la gola.
Lily sospirò " hanno avvelenato il feto" confessò. Era inutile continuare a mentire e poi lei al suo posto avrebbe voluto sapere.
" Perché? " chiese Alice pur sentendosi irrazionale, doveva davvero avere un motivo? Non aveva ormai capito che quel maledetto di Aaron non aveva una logica, ma solo un insano sadismo?
" Hanno saputo della profezia..."
" Allora anche il tuo bambino..."
" Non lo sapevano" rispose Lily e Alice prese un respiro " come potevano sapere di me? E perché non hanno avvelenato anche me?"
Lily le strinse le mani " lo salveremo" la rassicurò " arriveremo al San Mungo e ti daranno l' antidoto".
Alice annuì tra le lacrime e si portò le mani al ventre come se potesse stringere il suo bambino e aiutarlo.
" Non possiamo smaterializzarci, in questo maledetto posto non ci si può smaterializzare " la informò Lily e Alice sospirò " vuol dire che correremo" replicò e Lily emise un mezzo sorriso " dai, appoggiati a me" le disse e cominciarono di nuovo a correre.
" Mi sembra strano non incontrare nessuno" sussurrò Alice e Lily annuì passandosi una mano sulla fronte e continuando a correre per quanto fosse possibile correre con il peso di Alice su di sé.
" Merlino!" esclamò fermandosi talmente di colpo che Alice gemette.
" Che succede?" ansimò guardandosi intorno, che stesse arrivando qualcuno?
" Polvere volante" rispose Lily e indicò un camino con un ciotolino accanto " almeno spero" continuò guardando Alice che era piegata per riprendere fiato e gestire il dolore.
Si mosse velocemente verso il camino e prese una manciata della polvere, vide il suo inconfondibile colore verde e chiuse gli occhi per un secondo.
" Aly" chiamò " è davvero polvere volante" le disse e Alice si avvicinò a lei.
" Vai prima tu" le disse e Alice si morse le labbra " e se dopo tu avessi bisogno di aiuto?" Lily si guardò intorno e non vide nessuno, ma sapeva che quei tre non sarebbero rimasti incoscienti ancora a lungo, sempre se non si fossero già ripresi e le stessero cercando " ho questa e tu devi salvare il piccolo..."
Alice annuì lentamente ed entrò dentro il camino.
Odiava lasciare Lily. Si sentiva una pessima amica. Le aveva sempre detto che non l' avrebbe mai abbandonata, le aveva continuamente ripetuto che lei ci sarebbe sempre stata per guardarle le spalle, ma adesso il suo bambino stava morendo ed ogni secondo poteva essere prezioso.
" Vai" le intimò Lily vedendola incerta.
Alice annuì e prese una manciata di polvere volante, disse la destinazione a chiare lettere, ma i suoi occhi si spalancarono.
L' ultima cosa che vide prima di sparire in un turbinio di fiamme verdi, fu una luce rossa che colpiva Lily e i suoi occhi sbarrati, prima che si chiudessero cadendo a terra.

E se domani...Where stories live. Discover now