17 CAPITOLO

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Lily sentì la piuma che aveva in tasca riscaldarsi e seppe che tutti l' avevano sentita perché ci fu un attimo di silenzio nell' emergenza che stavano vivendo.
Tirò fuori la piuma e quando vide il nome che vi era scritto sopra il suo cuore si fermò per un attimo.
" Vado io" affermò immediatamente leggendo l' indirizzo.
Le sembrava anche familiare, ma non aveva tempo di pensarci.
" Non puoi andare da sola...se incontrassi..."
Lily fermò suo fratello " non pensarci neanche, tu e Alice dovete parlare con papà, subito" chiarì Lily.
" Vado io con lei" lo informò Scorpius e Albus gli sorrise rassicurato prima che i due si smaterializzassero all' indirizzo.
Appena i suoi piedi toccarono terra, Lily corse verso l' interno della casa senza guardare né Scorpius né che casa fosse.
Non sapeva perché, ma qualcosa nel suo cuore, un istinto, le diceva che doveva correre da Alexander.
Scorpius contrasse la mascella infastidito, ma seguì Lily.
Lei vide il corpo di Alexander disteso e quel letto enorme sopra di lui ed emise un verso di paura.
" Oddio, oddio, oddio" commentò andando da lui e vedendo che era incosciente e che sembrava anche molto ferito.
" Lo sollevo io, tu tiralo fuori da lì sotto" gli disse Scorpius, tirando fuori la bacchetta e cercando d' ignorare il senso di fastidio che provava a vedere Lily così preoccupata per Alexander e cominciò subito con l' incantesimo.
Pegasus si mosse appena, mentre Lily gli passava le mani sotto le ascelle per prepararsi a trascinarlo fuori.

Pegasus si era nascosto sotto al letto, ma si sentì afferrare per le ascelle e tirare fuori di peso.
" Mamma, Mamma, mi dispiace, mi dispiace" si scusò con la voce piena di pianto.
Lily lo tirò in piedi e gli afferrò una ciocca di capelli biondi " Non piangere, sei solo ridicolo" lo rimproverò e la sua voce era così fredda.
Gli prese le guance con le mani e le strinse fino a farle diventare rosse, Pegasus sentì le lacrime cominciare a scendere dai suoi occhi. Lo sguardo di Lily si fece ancora più furioso " cosa ho fatto di male per meritarmi un figlio così...scommetto che sei anche un Magonò, vero?".
Pegasus abbassò lo sguardo all' accusa della madre, avrebbe voluto chiedere che cos' era un Magonò, ma la sua esperienza di bambino di cinque anni lo fece fermare. Avrebbe solo peggiorato la situazione.
" Rispondi!" urlò e Pegasus alzò gli occhi e si morse il labbro cercando di non piangere più " non lo so" sussurrò.
Non sapeva davvero come rispondere. Qual era la risposta giusta per non farla arrabbiare?
" Sei un bambino o un criceto?" gli chiese e Pegasus sentì le lacrime premergli sempre di più per uscire, aveva sbagliato la risposta.
Lily emise un gemito di rabbia " sei solo un maledetto stupido...non fossi mai nato" gli disse spingendolo.
Pegasus cadde a terra e la guardò, era piccolo, ma credeva di aver capito che cosa gli aveva detto la sua mamma: lei non lo voleva, lei non l' aveva mai voluto.
" Adesso che fai? Alzati!" gli ordinò rabbiosa.
Vedendo che Pegasus non eseguiva lo prese per l' avambraccio e lo alzò, a lui sembrò che le sue dita fossero conficcate nella pelle, ma quello non era il suo primo pensiero.
Guardò con terrore davanti a sé, dove sua madre lo stava conducendo " no, no... per favore, mamma... no", ma lei non ascoltava " non lo faccio più, sarò bravissimo" ormai le lacrime riempivano le sue guance.
Lily per tutta risposta lo spinse dentro l' armadio " uscirai solo domani" gli disse con la cattiveria che riluceva nei suoi occhi e l' ultima cosa che il bambino vide furono i capelli rossi della madre, poi fu l' oscurità.
Si sedette senza riuscire a smettere di piangere e si avvicinò le ginocchia al petto. Aveva fame, ma sapeva che quando sua madre diceva qualcosa la portava fino in fondo e quindi non gli avrebbe mai portato la cena.
Singhiozzò, non capiva perché la sua mamma doveva punirlo così, lei sapeva che lui aveva paura, sapeva che solo dentro a quell' armadio in mezzo a quella stanza vuota lui aveva solo incubi.
Ogni rumore, ogni sussurro, sembrava che tutti venissero per lui, per portarlo via, per fargli del male.
Strinse le mani sulle braccia premendo e cercando di ignorare il dolore per i lividi che le riempivano, poi appoggiò la testa sopra di esse e chiuse gli occhi, sperando di dormire.

Pegasus aprì gli occhi di scatto ed incontrò un paio di occhi nocciola che lo guardavano preoccupati.
In un secondo i suoi occhi si dilatarono ed il suo corpo iniziò a tremare.
Distolse lo sguardo. Il sogno era troppo recente perché la potesse guardare normalmente negli occhi.
Si mosse per liberarsi dalle sue mani, ma si provocò soltanto delle fitte di dolore.
" Stai tranquillo" gli disse con dolcezza, ma Pegasus non la sentì, l' unica cosa che riusciva a sentire era un ronzio nelle orecchie. E stava aumentando.
Il suo corpo s' irrigidì appena si accorse delle sue mani sotto le ascelle che cercavano di farlo uscire da sotto il letto.
La sua mente si azzerò e il suo respiro crebbe in un secondo, Lily vide i suoi occhi diventare rossi, ma non ne fu spaventata, voleva toccarlo, rassicurarlo, farlo calmare.
Ma non ne ebbe il tempo perché Pegasus vide le mani di sua madre toccare la sua testa e agì senza riflettere.
Il sogno, l' incubo, il ricordo era ancora troppo reale.
Le sue mani si mossero quasi con vita propria e Lily si ritrovò sbattuta contro il muro.
" Lily!" Scorpius corse verso di lei, il cuore impazzito per la paura.
Lily gemette portandosi una mano alla testa " sto bene, è solo la botta" spiegò con voce leggermente dolorante.
Ritrasse le dita dalla testa per alzarsi, e vide che erano sporche di sangue.
Alzò lo sguardo su Scorpius e vide che stava fissando il suo sangue. Seppe quello che stava per fare ancora prima che sollevasse la bacchetta, ma non riuscì ugualmente a fermarlo.
Le girava troppo la testa non riusciva ad alzarsi.
Scorpius si alzò in piedi di scatto, uno sguardo furioso nei suoi occhi e prima che Pegasus potesse anche solo provare a spiegaris, lui sollevò la bacchetta e con un incantesimo lo attaccò al muro.
Pegasus soffocò un grido per il dolore che le costole e la schiena gli inviarono.
" No" protestò Lily, vedendo il ragazzo respirare faticosamente.
Si alzò in piedi sulle gambe malferme e si appoggiò al muro per non cadere di nuovo.
Vide lo sguardo accigliato di Scorpius su di lei e si chiese se la nausea che sentiva si poteva leggere anche sul suo viso.
" Io sto bene" gli disse, avanzando di qualche passo, tenendosi lo stomaco.
Sentiva una nausea tremenda e continuava ad avere delle fitte che le davano un dolore infernale.
Eppure non aveva perso così tanto sangue da sentirsi in quel modo.
Forse il colpo che aveva ricevuto le aveva lasciato qualche lesione? Non voleva neanche chiederselo o Alexander sarebbe stato ancora più nei guai.
" Ha attaccato una collega...ha attaccato te" si giustificò Scorpius, senza staccare gli occhi da Pegasus, la rabbia che trasudava da ogni parola.
Pegasus vide lo sguardo del padre e abbassò il suo. Avrebbe potuto benissimo respingerlo, semplicemente alzando una mano, si sarebbe liberato e avrebbe colpito suo padre, ma non riusciva a farlo.
Lui era suo padre.
Aveva attaccato sua madre solo perché si era appena svegliato da un incubo troppo reale e la sua magia istintiva aveva agito per lui, altrimenti non credeva che sarebbe riuscito ad attaccarla e men che mai suo padre, ma contemporaneamente non riusciva a guardarlo in faccia.
L' unica cosa che riusciva a pensare era che non poteva guardarlo così, che ogni volta che lo faceva era come ricevere un pugno nello stomaco e che avrebbe solo voluto gridargli che era suo figlio e che aveva ancora bisogno di lui.
" Scorpius, smettila" disse calma e mise una mano sul braccio di suo padre facendogli abbassare la bacchetta.
Pegasus ricadde carponi sul pavimento, ma quando la sua mano colpì il pavimento non riuscì a trattenere un grido e si portò la mano al petto.
Lily si chinò subito su di lui " come stai?" gli chiese.
Pegasus non rispose, un po' perché era senza fiato per il dolore, un po' perché non sarebbe mai riuscito a dimenticare i primi sei anni della sua vita e vedere sua madre che si preoccupava per lui, era una cosa talmente strana che lo metteva a disagio.
Era davvero una situazione assurda. Ogni bambino sarebbe dovuto crescere sapendo che cos' è l' amore di una madre, e al contrario, nessun bambino avrebbe dovuto crescere temendo la propria madre, con la continua paura di lei e di quello che avrebbe potuto fare.
Invece Pegasus era cresciuto proprio così, il terrore di quale sarebbe stato il successivo abuso che Lily avrebbe fatto a lui, suo figlio, e adesso che lei non aveva la più pallida idea di chi fosse, era sempre dolce e gentile con lui.
" Sei impazzita?" chiese Scorpius e la guardò pieno di rabbia " non solo non mi permetti di attaccarlo, ma ti avvicini anche?" domandò ancora senza spostare lo sguardo da Pegasus.
Lui non aveva ancora sollevato la testa e se ne restava a capo chino, la mano vicino al petto, cercando di respirare profondamente.
Era davvero troppo per lui. Cercò di tenere la sua magia sotto controllo, non poteva perderlo di nuovo, forse tutto quello che era successo, la mancanza temporanea di magia era stato anche per quello.
Troppa magia ed era stato quasi come un secchio che si riempie e si riempie ancora fino a quando l' acqua non straborda e il secchio si vuota.
Si alzò lentamente e s' incamminò, ma non fece che pochi passi che suo padre lo fermò.
" Devi restare fermo, dobbiamo portarti all' Accademia e là deciderà Harry" gli disse con una strana soddisfazione nella voce.
Lily sospirò e guardò Scorpius " cosa c' è che non va nella tua testa? Dobbiamo portarlo al San Mungo...non vedi come sta?" gli chiese e Pegasus vide suo padre guardare sua madre con rabbia.
" Non mi sembra che tu stia meglio ed è solo colpa sua".
Pegasus sorrise un attimo, non gli era sfuggito il colorito di sua madre e il tentativo di restare in piedi nonostante si vedesse chiaramente che non stava bene e per assurdo credeva che fosse davvero colpa sua, non tanto per l' attacco, che sicuramente aveva contribuito, in quanto pensava che un piccolo se stesso fosse già al calduccio del suo utero.
Si riconcentrò su suo padre, ma quando vide i suoi occhi trasalì.
Se quello che aveva inviato a Lily era uno sguardo di piena rabbia, quello che stava rivolgendo a lui era uno sguardo di odio puro.
In un secondo gli venne in mente esattamente il momento opposto.
Uno dei primi momenti in cui aveva potuto riabbracciare suo padre.

Scorpius lo prese sulle ginocchia e Pegasus lo guardò stordito e ancora impaurito.
Scorpius sapeva che era perché suo figlio non aveva mai conosciuto l' amore e ancora sentiva il cuore stringersi al pensiero che avesse sofferto così e che la causa fosse Lily.
La sua Lily.
Prese un respiro profondo e guardò quel bambino che gli assomigliava così tanto.
Era così innocente e aveva sofferto così tanto, quella cicatrice che aveva sulla guancia era talmente infettata che suo padre gli aveva detto che non sarebbe mai scomparsa neanche con la magia, il suo corpo era pieno di lividi e le sue mani erano fasciate per colpa degli incantesimi a cui lo avevano sottoposto; senza contare la cosa peggiore: quel maledetto marchio che gli aveva impresso sulla schiena.
Sentì le lacrime agli occhi al pensiero che Lily fosse riuscita a fare questo a suo figlio.
Non poteva crederci eppure l' aveva vista con i suoi occhi.
" Papà?" Pegasus gli mise una mano sulla guancia e gli spostò leggermente il viso come a voler attrarre la sua attenzione.
Scorpius abbassò gli occhi su di lui e lo guardò con un sorriso " Pegasus, non posso dormire sempre con te" lo rimproverò con dolcezza " devo andare al lavoro e a volte ho i turni di notte" lo informò e automaticamente pensò che voleva fare più turni possibili: voleva trovare Lily.
" Ti lascio con i nonni, ma devi imparare a dormire da solo" gli disse scompigliandogli i capelli.
Il bambino si scansò automaticamente e Scorpius maledì Lily e quello che era riuscita a fare a loro figlio.
" Non ti succederà più niente" gli disse, capendo il motivo del suo disagio " ti prometto che ti proteggerò sempre" continuò a rassicurarlo.
Pegasus scosse la testa " non posso dormire da solo" protestò con la voce rotta dal pianto, ma nessuna lacrima scese nel suo viso.
" Perché ?" gli chiese Scorpius e Pegasus scosse la testa, sembrava che non volesse assolutamente dirglielo.
Scorpius alzò il viso su Albus che stava guardando la scena con J.J. appoggiato alle gambe.
" Pegasus, sai che puoi dirmi tutto, vero?" gli chiese, prendendogli il mento tra le dita e portando i suoi occhi al livello dei propri.
Il bambino lo guardò ancora qualche secondo e poi spostò lo sguardo verso il muro " Ho paura del buio" confessò e riportò gli occhi sul padre, guardandolo terrorizzato per paura che lo punisse.
Scorpius trattenne il fiato. Non era sicuro di voler sapere tutto quello che era successo al suo bambino.
Cercò di trattenere le sue emozioni e dopo aver cercato coraggio con un altro sguardo ad Albus, sorrise a suo figlio " vuoi sapere una cosa?" gli chiese con l' aria di uno che stava per fare una grande confessione.
Pegasus annuì e Scorpius si avvicinò al suo orecchio " è il buio che ha paura di te, per quello è così scuro, si nasconde" gli disse in un sussurro e Pegasus sgranò gli occhi incredulo.
" Alexander!" la voce di sua madre lo riscosse " Alexander, stai bene?".
Il suo volto sembrava impallidito e il suo sguardo completamente perso era fissato in quello di Scorpius.
Scorpius assottigliò gli occhi e lo studiò " a che gioco stai giocando?" gli chiese rabbioso " se pensi che se mi fai pena ti lascerò andare, ti sbagli" lo liquidò.
Lily sentì il nervoso aumentargli, non sapeva neanche lei perchè, ma Alexander gli era ormai entrato nel cuore.
" Perché non puoi semplicemente lasciarlo in pace?" chiese guardando Scorpius.
" Devo vomitare" sussurrò Pegasus quasi più a se stesso che agli altri e infatti nessuno lo udì.
" Lo capisci che è un pazzo, che non è minimante chi vuole sembrare, che potrebbe essere un Apocalittico..."
Pegasus non riuscì a sentire il resto perché corse via, sentì suo padre intimargli di fermarsi e sua madre urlare preoccupata per quello che gli stava succedendo, ma lui corse ancora e quando entrò dentro il bagno sigillò velocemente la porta prima di chinarsi e vomitare tutto.
Ignorò il dolore che il suo corpo gli inviava ad ogni spasmo causato dal vomito e continuò fino a quando non fu completamente svuotato.
Non ci riusciva. Non poteva continuare.
Appena riuscì a smettere si accasciò lungo le piastrelle e si mise la mano sana tra i capelli.
Doveva sparire dalla vita dei suoi genitori, doveva trovare Cris e andarsene.
Magari poteva chiedere a lei di uccidere sua madre. Lui aveva fallito, non riusciva più a gestire l' amore di sua madre e l' odio di suo padre. Non quando era abituato ad avere l' esatto contrario.
Lily si appoggiò al muro sentendo i gemiti sconquassati di Alexander e chiuse gli occhi.
" Non potevi farne a meno, vero?" chiese stancamente senza riaprire gli occhi.
Scorpius serrò le mani nervosamente, ma non rispose.
" Che cosa pensavi di fare, non hai visto che era ferito?"
Scorpius non rispose ancora, ma strinse ancora di più i pugni, sembrava che si stesse trattenendo.
" Lui è un nostro collega".
Scorpius non resistette più e guardò Lily con la collera che aumentava sempre di più in lui " un collega che ti ha attaccato".
" Non l' ha fatto apposta" lo difese Lily, non sapeva perché, ma ne era sicura.
" Hai visto le sue mani? Hai visto che ti ha attaccato senza bacchetta?" le chiese sentendo la rabbia crescere in lui.
Perché lo difendeva?
" Una delle regole degli Auror è non infierire su chi è già ferito".
Scorpius emise una mezza risata e scosse la testa. Sentiva la gelosia pungolarlo e la cosa non gli piaceva affatto.
Possibile che Lily riuscisse sempre a scatenare questi sentimenti in lui.
Sentimenti travolgenti, che fossero amore, passione o gelosia, lui sentiva la sua mente travolta da tutto quello che provava.
" Smettila, Lily, lo sai anche tu che quella era magia oscura" l' ammonì voltandosi, ma Lily lo afferrò per un braccio.
" Oscura?" gli chiese e la sua voce sembrava davvero confusa " hai già deciso, vero?" gli chiese amareggiata.
" Giudice e giuria e invece lui potrebbe..."
Ma fu interrotta da Scorpius " Potrebbe cosa? Merlino, Lily, non capisco cosa ti prenda...tu proprio tu non capisci che potrebbe essere un Apocalittico, ti ha fatto del male...proprio come..."
Lily lo fermò con una mano e il suo viso divenne paonazzo " non ci provare" sibillò e credette di non essere mai riuscita a dire tre parole con altrettanta rabbia.
" Non provare neanche a mettere nel mezzo quello che mi è successo" lo avvertì.
" E' la stessa cosa" ribatté Scorpius, forse avrebbe dovuto fermarsi, già in quel momento sentiva la rabbia che agiva sui suoi pensieri, ma non ci riusciva.
" La stessa cosa?" Lily quasi urlò e lo guardò fuori di sé.
" Tu ne sai tanto così di quello che mi è successo quel giorno" gli disse unendo il pollice e l' indice " e ti assicuro che se ne sapessi di più, sapresti che non è la solita cosa proprio per niente".
Non urlava, ma Scorpius forse avrebbe preferito che urlasse. Era così tanta la rabbia e il dolore che trasudavano da quelle parole.
" Quindi non mettere in mezzo cose che non sai solo per mettere a tacere la tua coscienza".
Scorpius aprì la bocca per parlare, ma Lily lo tagliò fuori.
" Sei pieno di pregiudizi, Alex non ti è mai piaciuto e tu non ti sei neanche dato la briga di conoscerlo"
Scorpius sentì il cuore fermarsi per un attimo: Alex?
Sapeva che dopo quello che aveva appena detto non avrebbe dovuto aggiungere nulla.
Sapeva che aveva fatto male a Lily più di quanto avesse mai immaginato, ma semplicemente il suo temperamento prese il sopravvento e non ci vide più.
Per un attimo il suo cervello parve concentrarsi solo sulla parola Alex.
Lo aveva davvero chiamato così? E da dove veniva tutta quella confidenza?
" Quanto?" le chiese, gli occhi scintillanti di rabbia.
Lily aggrottò le sopracciglia " quanto cosa?" domandò.
" Tu, quanto l' hai conosciuto bene?" chiarì senza smettere di guardarla e Lily scosse la testa indietreggiando di un passo " sei ridicolo" gli rispose, sperando di aver capito male quello che stava insinuando.
" E' meglio finirla qua" disse superandolo per andare in salotto.
Scorpius la guardò in silenzio, ma dentro di sé bruciava. Doveva sapere se era davvero così. La raggiunse mentre era ancora in corridoio e la prese per un polso.
" Te lo fai?" le chiese a bruciapelo e Lily spalancò gli occhi " che cosa?" chiese con voce stridula.
Sentiva gli occhi dolerle per lo sforzo di sgranarli all' inverosimile. Non poteva aver sentito bene.
" Il mio amato cuginetto, te lo fai? Ti mette le mani addosso? Ti bacia? Ti tocca? Te lo porti a..."
Lily alzò una mano e lo colpì prima ancora che lui potesse completare l' ultima ipotesi.
Non voleva sentire nient' altro e per assurdo non erano state neanche le sue parole a infastidirla, seppur avesse scelto le peggiori in assoluto, quello che davvero la infastidiva era il tono di umiliazione e la luce cattiva che vedeva nei suoi occhi.
Come se adesso volesse solo ferirla.
Scorpius spalancò gli occhi come se il suo schiaffo lo avesse riportato alla realtà, come se si fosse appena reso conto di quello che aveva detto.
" Io..." cominciò, ma in fondo non sapeva come concludere.
Aveva esagerato e lo sapeva, ma quello che non sapeva era se si voleva veramente scusare.
E' vero, era stata la rabbia, ma non solo. Quello che davvero lo aveva spinto a dirle quelle cose era ancora vivo in lui, era un fuoco che lo divorava, un qualcosa che gli graffiava il cuore e che gli faceva vedere orrende e insopportabili immagini di Lily con Alexander.
" Non osare trattarmi così, Malfoy" gli disse, la rabbia che le faceva scoppiare il cuore nel petto.
La collera la stava invadendo talmente tanto che dovette appoggiarsi al muro per non cadere da quanto le girava la testa. Si portò una mano sulla fronte cercando di combattere la nausea che quel forte capogiro le aveva dato.
" Lily" Scorpius mosse un passo verso di lei, i suoi occhi erano pieni di preoccupazione, ma Lily alzò i propri su di lui.
" Non mi toccare" disse scansandosi di colpo, ma così facendo perse del tutto il suo precario equilibrio e cadde a terra.
" Che ti succede?" adesso la voce di Scorpius era davvero piena di panico mentre si chinava su di lei, ma lei alzò i suoi occhi su di lui e Scorpius quasi indietreggiò vedendoli così ardenti di rabbia.
" Ti ho detto di non toccarmi" gli impose, alzandosi piano e riacquistando completamente il controllo di sé.
" Tu credi di poter dire quello che vuoi, vero?" gli chiese e ringraziò mentalmente che il suo momento di debolezza fosse passato.
" Arrivi tu, il grande Scorpius Malfoy, colui che tutto sa, colui che può dire quello che vuole senza preoccuparsi delle conseguenze..."
Si sentiva davvero spossata, forse era il fatto che non aveva mangiato dalla sera precedente, o forse il fatto che aveva dormito male, o, cosa più probabile, tutta la rabbia che stava scorrendo nelle sue vene.
" Non funziona così" aggiunse debolmente e Scorpius guardò il suo volto pallido, ma piena di rabbia.
Aprì la bocca per dirgli che non era più sicuro di quello che aveva detto, che forse dovevano parlarne, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la porta si aprì e Pegasus uscì fuori.
Il viso era pallido e madido di sudore, i suoi capelli erano attaccati alla fronte in ciocche ancora più disordinate del solito e gli occhi erano arrossati e cerchiati " io... non litigate per me" gli disse e Scorpius distolse lo sguardo imbarazzato; per un attimo il suo tono ed il suo sguardo gli avevano dato la sensazione di un bambino che implorava i genitori di smetterla.
Si sentì un po' stupido. Non pensava che lo avesse sentito e adesso che lo guardava gli sembrava così assurdo.
Qualcosa in fondo al suo cuore si era appena smosso per Alexander e per come lo aveva appena guardato, sembrava davvero ferito e non solo fisicamente, sembrava davvero colpito da quello che era successo e sembrava che lo fosse da lui.
" Io sparirò, devo solo trovare una persona e poi...io me ne andrò, ma ho davvero bisogno degli Auror per trovare questa persona..."
La sua voce era affaticata, il petto gli faceva davvero male e sapeva che la sua posizione leggermente incurvata era perché anche la schiena era malandata.
Avrebbe voluto guarirsi, ma le sue forze scemavano sempre di più.
" Ho bisogno degli Auror " disse cercando di non farsi avvolgere dall' incoscienza.
" Ho davvero bisogno di...Cris"
Cadde in ginocchio e Lily gli mise una mano intorno alla vita per impedirgli di cadere totalmente.
Guardò Pegasus che ormai respirava a bocca aperta cercando di portare ossigeno con sé e poi alzò lo sguardo su Scorpius e lo guardò piena di rabbia.
" Adesso sarai contento" gli disse e Scorpius li guardò dall' alto.
Non era contento.
Non lo era perché era sicuro di aver rovinato tutto con Lily e di aver distrutto tutti i passi avanti che aveva fatto con lei.
Non lo era perché improvvisamente vedere quel ragazzo ferito davanti a sé lo metteva a disagio e gli faceva dolere il cuore.
Aveva visto dai suoi occhi che non era solo rotto fisicamente, lo sembrava anche interiormente.
" Portiamolo al San Mungo" disse afferrandolo dall' altro lato e alzandolo.
Pegasus si accasciò tra le loro braccia e Scorpius imprecò quando sentì il peso del ragazzo rilasciarsi.
" Dannazione, adesso non posso smaterializzarmi " si arrabbiò " prendi la passaporta" ordinò a Lily e lei non protestò solo perché sapeva che lei non sarebbe mai riuscita a reggere il peso di Alex da sola.
L' attivò e pochi secondi dopo il familiare strappo gli fece capire che erano in viaggio.
***
Quando Draco Malfoy fu chiamato per un' emergenza su un Auror sentì il cuore in gola.
La sua prima paura fu che si trattasse di suo figlio, ma poi si accorse che a quel pensiero gli si era accoppiato anche il pensiero di suo nipote.
Non poteva credere quanto quel presuntuoso ragazzino gli fosse entrato nel cuore.
Arrivò davanti alla porta della sala medicazioni e la aprì con il cuore che batteva all' impazzata e nella mente la preghiera che non fosse nessuno dei due.
Quando vide il nipote steso sul lettino e soprattutto, quando vide com' era conciato, chiuse gli occhi cercando di calmarsi.
Adesso lui aveva bisogno della sua piena lucidità.
" Che è successo?" domandò aspettando di trovarsi davanti a degli Auror comuni, invece scosse la testa, quando vide che chi lo aveva accompagnato lì erano proprio il padre e la madre di Pegasus.
Lily lo guardò solo un secondo prima di assumere una strana tonalità verdognola e scappare per chiudersi in bagno.
Mentre guardava suo figlio lanciargli un' occhiata e seguirla di corsa scosse la testa, a quanto pareva anche il piccolo Pegasus era già in mezzo a loro.
Guardò quello grande, ferito e incosciente davanti a sé.
Si avvicinò e gli scostò una ciocca di capelli dal viso.
A quanto pareva, il destino aveva uno strano senso dell' umorismo.

E se domani...Where stories live. Discover now