58. Stress and love pt II (Daniel)

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Sono i sessanta minuti più lunghi della sua vita. Ad un certo punto Mark se ne accorge: "Elsa, stai male? Vuoi che chiedo a qualcuno di sostituirti?"

"Nono, non è niente" risponde Elsa mordendosi le labbra.

Continua a sentirsi così per tutto il giorno, anche quando Daniel non è in pista non riesce a sentirsi veramente sollevata. Alla fine della giornata si sente esausta, con lo stomaco sottosopra come se fosse appena scesa da un lunghissimo giro sulle montagne russe, con la fatica di reggersi in piedi senza aver mangiato neanche un biscotto, con il freddo del vento sui vestiti bagnati che comincia a farsi sentire.

Ma appena finisce l'ultima sessione della giornata, la sua faccia pallida e il suo stomaco ancora sottosopra contrastano in modo totale con il sorriso e l'aria divertita che ha il volto di Daniel davanti a lei.

È corsa via dal muretto per andare a cambiarsi il più in fretta possibile, ha pensato così tanto a lui nelle ultime ore che alla fine non vuole nemmeno vedere Daniel, vuole solo tornare in albergo per farsi una doccia calda, cercare di riordinare i pensieri e soprattutto pensare a come affrontare i prossimi due giorni senza farsi divorare dall'ansia ancora più di così.

Lui ha fatto tutte le interviste in cui ha sfoderato il suo sorriso a trentadue denti, è riuscito - non si sa come - a scappare dalla gente ed infiltrarsi di nascosto nel centro medico con una scusa, ed ora è lì, a bussare dietro la porta dell'ambulatorio di Elsa che lei ha lasciato socchiusa mentre si sta cambiando.

"Toc-toc... posso entrare?"

"Ehmm... mi sto cambiando" risponde Elsa che ha riconosciuto la voce ed è così confusa, sospesa tra la sorpresa di saperlo lì, il desiderio di vederlo il prima possibile, e la paura che qualcuno dei suoi colleghi li veda insieme e faccia troppe domande.

"Allora entro!" risponde lui, senza riuscire a fare il serio, come il suo solito.

Elsa si infila velocissima la maglietta e apre la porta. Le dà quasi fastidio vederlo così sereno mentre lei sta così male.

"Oh, ti sei già rivestita... peccato." Le dice ammiccando.
Lei sospira e alzando gli occhi.

"Daniel, non è giornata, lasciamo stare."

Lui ci rimane male, era pronto a ridere e scherzare ma lei in una sola frase, con un solo sguardo ha stroncato ogni sua iniziativa.

"Che succede? È per il lavoro? È colpa mia?"

"Niente, non capiresti, non importa."

Daniel, per la prima volta nella sua vita si sente incastrato in una di quelle situazioni di cui i comici parlano sempre, quando dicono che se una donna dice che 'non ha niente' in realtà non è vero che 'non ha niente'... solo che ora lui non ricorda cosa consigliavano di fare in quei monologhi da standup comedy.

"Dai dimmi, parliamo, ti prego" le risponde, sedendosi su una sedia e guardandola con gli occhioni da gatto con gli stivali, dal basso mentre lei è ancora in piedi.

"Il problema è che io non riesco a lavorare, ma tu evidentemente ci riesci benissimo, quindi dirai che è un problema mio." Risponde Elsa, lapidaria, mentre freneticamente comincia a rimettere le sue cose nel suo zaino per andarsene e tornare in albergo.

"Non è così, non è vero, lo sai che mi importa. Mi importa tutto di te. Dimmi cosa c'è che non va, ti prego."

"Niente, Daniel, te l'ho detto."

"È perché hai paura che ci scoprano? - Elsa scuote la testa - Hai paura che ti licenzino? Paura di finire nelle foto dei paparazzi? - Elsa continua a scuotere la testa e Daniel comincia a stancarsi di giocare pazientemente a tirate ad indovinare - ... è per me?"
Elsa non risponde, ma con un cenno dei suoi occhi fa capire a Daniel che ha capito.

Daniel sospira senza dire niente, quindi parla Elsa. "Io ho sempre paura per voi piloti, è il mio lavoro, è così che sono arrivata qui. Ho studiato tutti gli incedenti che sono accaduti e che potrebbero accadere e ho cercato di trovare modi per prevenirli, per evitare che vi facciate male. E ogni volta che guardo una gara sono sempre pronta ad intervenire pensando sempre a tutto quello che può andare storto. Ma da quando ci sei tu, tra quei piloti, per me non è più lo stesso. Per me non è più normale."

Daniel tentenna un po' prima di rispondere: "Io... credo che ci farai l'abitudine... anche mia madre all'inizio non riusciva a guardare le mie gare... però con il tempo l'ansia diminuisce vedrai che tutto tornerà normale."

Allora Elsa sospira e butta fuori tutti i suoi pensieri in un discorso tutto ad un fiato, guardandolo negli occhi.

"No, non è così. So gestire la mia ansia, è tutta la vita che ci convivo. Conosco l'agitazione, la tachicardia, i brividi. Mi è capitato tante volte. Non sono mai stata tranquilla durante una gara, sono sempre in ansia. Ma no, non è così ora.

Non è ansia quella che provo per te mentre ti guardo sfrecciare a trecento chilometri all'ora senza poterti salvare.
Non è ansia questo cuore che batte forte nella gola, questa sensazione allo stomaco che mi sembra di vomitare.

Non è normale non riuscire a pensare ad altro che a te, non è normale che davanti ai miei occhi continui a passarmi tutti il film della mia vita, tutto quello che ho passato, tutti i momenti felici che ho vissuto insieme a te e quelli che potrei ancora vivere, mentre mi sento avvolta da una brezza di terrore. Il terrore che tutto possa finire in un istante, il terrore di non poterti salvare.
No, non è ansia questa. È Amore, forse."

Daniel rimane in silenzio pietrificato davanti a lei.
Non sa cosa risponderle.
Allora si avvicina di due passi, mentre lei resta immobile, le circonda la schiena con le braccia e la stringe forte a sé. Lei, appoggiando la testa sulla sua spalla comincia a piangere.

"Andrà tutto bene, Elsa, andrà tutto bene".

No, non ha il coraggio di ripetere quella parola che inizia per A.
No, non sa come risolvere il problema che c'entra con questa parola.
Non hanno nemmeno risolto i problemi più piccoli, i paparazzi, le loro carriere, la loro reputazione, le vacanze che non trascorreranno insieme. No, forse non sono pronti per affrontare tutto questo.

*********** spazio autrice *************

Inutile dire che questo capitolo era pensato e quasi pronto già prima delle seconde prove libere del Gp di Olanda...
E ora da scrivere ce ne sarebbe anche troppo 💔
La domanda è... sarebbe giusto scriverlo? Vorreste leggerlo? Oppure lasciamo stare e andiamo avanti con altro?

Grazie di cuore per aver letto in così tanti questa storia, non vi conosco ma vi voglio bene.
S.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now