11 - Per ripagarti (parte 2)

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-Ragazzi, ho un'ospite!-

-Chi hai portato?- chiese Chan

La feci entrare e le porsi delle pantofole che riserviamo agli ospiti

-Presentati- la invitai -Loro sono i miei coinquilini-

Sarà stata la luce flebile del lampadario, l'aria chiusa che non permetteva nessun refolo all'interno dell'abitazione. Ma in quel momento aveva lo stesso aspetto di un topo in gabbia. Mi faceva un'estrema tenerezza.

-Sono Kang Haru, piacere di conoscervi-

"Anche il tuo nome ispira gentilezza"

-Che telefono hai?-
Glielo domandai tentando di farle capire che è al sicuro, cercando di metterla a suo agio in qualche modo nonostante il suo gruardo mi facesse intendere tutt'altro.

-Un Samsung- me lo porse dalla borsa

-Changbin hyung, posso il tuo caricabatterie?

-Ah, sei team Bixby!- si illuminò -Per i miei compagni questo ed altro-
L'ha conquistato con una sola parola.

Lui si alzò, andò in camera a prendere il caricatore, lo attaccò alla presa sul piano di lavoro in cucina e Haru, finalmente, si mosse.
Era talmente rigida dalla paura che sembrava composta da un unico blocco di legno scricchiolante.
Rimase in piedi li, mentre io stavo accanto ai miei compagni, finendo di revisionare il testo.

-Scusa- provò a richiamare l'attenzione di Chan. Peccato che sussultò alla risposta di lui.

-Ho visto che hai del tape, posso sapere che hai fatto?- riprese calmando i nervi

-Ehm... avevo una contrattura, un fisioterapista mi ha consigliato di usarlo un paio di settimane fa-

-Se lo usi ancora vuol dire che il dolore persiste, non è vero?-

-Direi di sì...-

-So che può sembrare strano, ma mi consenti di dare un'occhiata? Sono una fisioterapista anche io.-

Chan cercò il mio sguardo e quello di Changbin subito dopo, tentai di incoraggiarlo e funzionò.

Haru appoggiò la mano sulla parte nascosta dal nastro rosa, poi con l'indice tracciò una linea lungo la spalla.
Mi stupiva come quella persona che fino a prima non aveva il coraggio di muovere un passo, ora era a diretto contatto con il mio coinquilino.
Non riuscivo però a non ammirare tutta la professionalità e la tranquillità dei suoi gesti. Sembrava nata per aiutare le persone.

-Una domanda veloce, se premo qui fa male?- esercitò pressione con il pollice esattamente di fianco alla sua scapola
Dall'espressione di Chan, era stato doloroso.

-Hai il trapezio ancora teso ed infiammato, ti consiglio di tornare dal tuo fisioterapista per un'altra seduta-

-Sei riuscita a capire tutto questo in così poco tempo? È davvero ammirevole!- si stupì Changbin -Eppure sembri giovane per essere laureata-

-Non ne parliamo, è una storia veramente troppo lunga, vi annoierebbe-

Pur non conoscendo la sua storia, avevo immediatamente iniziato a dubitare delle sue parole. Emanava un'aula da persona che ne aveva passate tante, mi ricordavo ancora vagamente ciò che mi aveva detto qual giorno, il nostro primo incontro.
Chan stava cercando di mostrarci qualcosa al computer, ma non riuscivo a distogliere l'attenzione dalla ragazza alle mie spalle.
Nonostante non la stessi tendendo d'occhio, sentivo comunque i suoi suoni: il fruscio dei suoi capelli sulle spalle, la presa scricchiolante delle dita sulla giacca, il continuo battito dei suoi piedi sul pavimento. Solo che da lì non si spostava. Era come una mosca in cerca di cibo, ronzava continuamente intorno al cellulare, sperando in un segnale positivo che le avrebbe permesso di andarsene.

Healing us ~ Hwang HyunjinWhere stories live. Discover now