12 - Radioso

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La sveglia stava suonando, la testa mi doleva da cima a fondo.

"Dove sono?"

Sollevai la montatura degli occhiali sul naso e misi a fuoco.
Ieri sera mi ero addormentata sui libri. Me lo perdonai, quella precedente era stata una giornata pesante.
Feci una colazione veloce, mi lavai e mi preparai.

"Ho delle occhiaie terribili. Bah, per oggi chiuderò un occhio"

Mi assicurai di avere tutto nella borsa (compreso un caricabatterie d'emergenza) ed uscii senza svegliare mia madre.
In sella alla vecchia bici, partii verso il locale.
Mi gustai l'aria fresca di prima mattina, la luce flebile che filtrava tra i palazzi della capitale e le poche persone a passeggio.

"Forse questo lato della Corea non mi dispiace"

Il mattino era il momento perfetto per abbandonarmi ai pensieri.
Per quanto non mi ci concentrassi, la strada oramai era diventata una parte di me. Caso voleva che però quando mi ritrovavo a passeggio, finivo sempre per "risvegliarmi" su quel viale.

Girai il chiavistello ed entrai. C'era ancora il profumo dei prodotti che avevo usato ieri sera per pulire.
Il telefono squillò

*Yeongseo: sono in ospedale per la visita che ti dicevo.
Yeongseo: penso che ci metterò più del previsto, non aspettarmi per il turno mattutino
Yeongseo: scusa se ti abbandono così*

Così sarò costretta a tenere una mattina intera, molto bene.
Perché non ne sono contenta?
Posso amare questo locale alla follia, ma gestirlo è una faticaccia già in due.

Accesi tutte le luci e le macchine. Riposi le stoviglie che nella notte si erano asciugate e girai il cartello.

La luce del primo sole si faceva spazio nell'ampia sala. Il fenicottero led sulla parete aveva il solito aspetto antipatico. Non so perché, ma non sono mai riuscita a farmelo piacere.
Aveva quell'unico occhio visibile dal suo profilo, che nonostante fosse un piccolo punto in plastica nera, sembrava fissarti con sguardo giudicatorio.

-Salve!- iniziai ad accogliere i primi clienti
Tra di loro, inutile dirlo, c'era Hyunjin, che stavolta lasciava vedere il suo volto stupendo sotto la visiera del cappellino da pescatore.

-Un americano da portar via a nome Hyunjin?- chiesi, aspettandomi la risposta

-Mi chiedevo se potessi berlo qui, stavolta-

-Mi devi pagare il coperto allora, lo sconto di ieri non vale così.-

-Allora ne prenderò uno anche da portare via.-

-Senti, io sono una cameriera qui, per me puoi prendere tutto ciò che ti pare finche hai i soldi- gli sorrisi con sarcasmo
-Comunque se vuoi consumare qui siediti dove ti pare, ci sono i tavoli, il divanetto, il bancone... la scelta è ampia.-

-Non vale la pena di occupare un tavolo intero da solo.-

-Haru! È normale che il vostro fenicottero abbia una luce così sfarfallante?- domandò uno dei nostri clienti abituali

-Può essere, signor Song, del resto ha anche lui i suoi anni. La sua ora potrebbe arrivare a breve-

-Non parlare così! Guarda che mi sento preso in causa!- mostrò il suo sorriso bucato.

-Per farmi perdonare le offro io il caffè oggi, accetta?-

-Se mi dici così non posso che volerti più bene di prima, ma i soldi tienili per i tuoi studi cara. A proposito, come va?-

Healing us ~ Hwang HyunjinΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα