In the Line of Shadows: Operation Phoenix | Simon "Ghost" Riley

Chapter 6: Soldier's Heart

Conclusa l'operazione di infiltrazione, la squadra decise di tornare alla base per fare rapporto. Vennero accolti nella sala riunioni dal Presidente Zelenskyy che impaziente cercava di mettere ordine nella miriade di informazioni a cui doveva dare una risposta. Simon lo salutò rispettosamente attirando l'attenzione dell'uomo e iniziò a riferire i dettagli dell'ultima missione.

<<Signor Presidente, abbiamo completato la missione con successo,>> dichiarò Ghost, mantenendo uno sguardo deciso. <<Abbiamo ispezionato gli edifici come da programma ma non abbiamo trovato nulla di sospetto. Un gruppo di dissidenti è stato neutralizzato, disarmato e consegnato alle forze dell'ordine ma non abbiamo ottenuto le informazioni che cercavamo su Phoenix.>>

Una volta concluso il rapporto, il Presidente si alzò dalla sua sedia e si avvicinò alla squadra. <<Grazie per il vostro impegno e sacrificio,>> disse con voce calda e riconoscente. <<So che ogni missione comporta rischi enormi, ma il vostro lavoro è fondamentale per la sicurezza del nostro paese e per il mantenimento della pace.>>

Il giorno successivo, la Task Force 141 ricevette l'incarico di condurre un'operazione di ispezione presso un deposito strategico situato a Kherson, un centro urbano di rilevanza militare nel sud dell'Ucraina. In quanto area prossima alla zona di combattimento con forze avversarie russe, il territorio circostante Kherson era caratterizzato da un alto grado di instabilità e pericolo. Continui violenti scontri prendevano piede tra i due eserciti, la città un tempo brulicante di vita era ormai rasa al suolo.

L'atmosfera era elettrizzante, la tensione palpabile. La squadra si preparava freneticamente per l'operazione con determinazione e apprensione. Anya, nonostante l'ansia, si mostrava determinata a svolgere il suo dovere, sapeva quanto fosse cruciale il loro contributo per la sicurezza del paese.

La sua amata Ucraina.

Il team si mise in marcia verso Kherson, con il vento dell'incertezza che soffiava contro di loro. Arrivarono al deposito poche ore dopo e iniziarono a ispezionarlo con attenzione. Nonostante il rischio elevato, procedettero con determinazione e cautela, senza lasciare nulla al caso. Ogni angolo cieco andava coperto e ogni porta sfondata.

Mentre uscivano dal sito dell'ispezione, la squadra si trovò improvvisamente al centro di un'accesa battaglia. I colpi di arma da fuoco risuonavano fragorosamente in tutta l'area, creando un assordante e terrificante concerto di violenza. Il ruggito dei fucili e il boato delle esplosioni si mescolavano in un suono stordente che riempiva l'aria, mentre fiamme e fumo rendevano il panorama ancora più infernale.

La brigata ucraina, in netta inferiorità numerica rispetto al gruppo di soldati russi, stava combattendo con coraggio e tenacia, facendo del loro meglio per tenere testa all'avversario.La vita al fronte era ogni giorno più dura. Nonostante la stanchezza e la fame non lasciavano un minuto di tregua ai nemici. I proiettili volavano da tutte le direzioni, generando scintille quando colpivano il metallo e sollevando polvere e detriti dal terreno. I colpi di mortaio risuonavano cupi mescolandosi al ronzio dei droni, tanto che era impossibile distinguere gli amici dai nemici.

Anya e la squadra erano intrappolati nel mezzo di questo caos bellico, e la loro situazione divenne immediatamente critica. La tensione si diffondeva rapidamente nelle loro vene, mentre cercavano di mantenere la calma e di reagire con prontezza e precisione.

König, il cecchino della squadra, si era appostato in un'altura strategica poco distante dalla squadra, posizionato con estrema precisione per fornire supporto da lontano. Aveva scelto con cura quel punto elevato che gli garantiva un'ottima visuale sul campo di battaglia sottostante e gli permetteva di sorvegliare il territorio circostante. Il ragazzo controllava ogni movimento pronto ad intervenire con il suo fucile di precisione, un M40A5 accuratamente calibrato.