4. Ready To Die

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*ROSSO: ATTENZIONE, SONO PRESENTI SCENE DI VIOLENZA*

POV ISABELLA

Nonostante fossi già a conoscenza della fine che mi sarebbe aspettata, sentirlo dire dall'Inquisitrice mi aveva procurato un effetto peggiore di quanto avessi immaginato. Mi si era creato un macigno sul cuore che non accennava a svanire. Davanti alla folla, la testa mi girava incontrollata e le mie orecchie erano tramortite dalle urla.

Non mi ero creata false illusioni. Quando i Cullen mi dicevano di avere fede, io non avevo mai cambiato pensiero, ero sempre rimasta ferma sulle mie convinzioni. Eppure, forse, una piccola, anzi, piccolissima, parte di me, ci sperava. Ci sperava in una giustizia che ascoltasse. Ci sperava in una giustizia più comprensiva. Ci sperava in una giustizia che non amasse spargere sangue per mantenere il controllo della sua gente.

Ecco, in sostanza, ci speravo, ma sapevo bene che sarebbe andata come doveva andare.

Il pubblico presente al consiglio esultò all'esito del processo, facendomi sentire inadeguata, insignificante, senza valore. Oppure, dandomi la conferma che la mia vita non significava nulla per quelle persone. L'Inquisitrice, per quanto potesse essere giusto o sbagliato, faceva il suo lavoro, ma non gioiva nel condannare a morte dei Cacciatori, soprattutto così giovani.

Prima che le guardie mi potassero via da lì, mentre mi ammanettavano, guardai per l'ultima volta Will, George e Stephan. Probabilmente, erano le uniche persone in quella sala a star soffrendo alla notizia, forse anche più di me.

Con la solita delicatezza che li contraddistingueva, le guardie mi strattonarono verso l'uscita della sala del Conclave. Passammo davanti a Clary, che mi guardava sconsolata, e fratello Geremia che, in tutta risposta, fece un leggero inchino con la testa, che interpretai come una forma di rispetto. Non avevo idea di dove mi avrebbero portata in quel momento, se di nuovo in cella oppure o se mi avrebbero tolto la vita subito, ma qualsiasi cosa sarebbe stato meglio che passare un secondo in più lì dentro, in quella giungla di persone che si esaltava per la condanna a morte di una ragazzina che aveva commesso l'imperdonabile errore di innamorarsi di un vampiro.

Le guardie continuavano a camminare, a scendere negli abissi delle prigioni, mentre gli infiniti e stretti corridoi diventavano sempre più tetri e scuri.

Non potevo essere certa da quanto tempo effettivamente mi stessero trascinando, ma sicuramente non era stato un trasferimento di dieci minuti, quando finalmente si fermarono davanti ad una porta enorme, in ferro battuto, con delle gigantesche rune d'oro ricamate sopra. Rimasi quasi incantata dalla bellezza di quella porta, finché questa non venne spalancata, rivelando cosa nascondeva.

Una stanza asettica, neanche molto grande, con muri composti di mattoni e cemento rinforzato. Non c'era neanche una finestra, per questo l'aria all'interno risultava molto pesante, ma non era quello che mi preoccupava. C'era un odore acre all'interno, come se qualcosa fosse andato a male.

Quello che mi spaventò furono due persone, che si trovavano proprio al centro della stanza, presumibilmente due uomini, entrambi molto alti, vestiti con delle lunghe tuniche nere e con il viso coperto da un velo, sempre nero. Tra le mani, velate da un paio di guanti in pelle nera, tenevano delle fruste.

Nel momento in cui le guardie mi spinsero per entrare all'interno, io automaticamente feci resistenza, reazione che li fece arrabbiare, naturalmente.

- Muoviti - si alterò, quello alla mia sinistra.

- Sono già stata condannata a morte, ho detto la verità - dissi, con le palpitazioni - Non c'è bisogno di torturarmi! -.

- Questo non lo stabilisci tu! - esclamò l'altra guardia, spingendomi bruscamente all'interno, facendomi cadere a terra, sbattendo la testa. Mi lasciarono lì, inerme, senza alcuna possibilità di alzarmi, avendo ancora entrambe le braccia bloccate dietro la schiena a causa delle manette.

THE WORLD OF DEMONS II - L'EREDE DELLE TENEBRE || Twilight/Shadowhunters ||Where stories live. Discover now