capitolo 2

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"Ho scoperto che non sono per niente brava a disegnare sai... Will ha provato a darmi delle lezioni ma ha detto che sono una causa persa" El sorrise guardando con intensità le striature delle mattonelle bianche della stanza, come ripercorrendo con la memoria un momento passato.
"Forse tu avrai più fortuna... Dirò a Will di insegnarti una volta ti sarai svegliata" strinse forte la mano dell'amica: sperava, in uno dei tanti tentativi che aveva provato fino ad allora, che includendola nelle conversazioni, parlando come se il suo risveglio fosse un fatto certo che sarebbe indubbiamente accaduto presso a poco, che l'avrebbe aiutata a risvegliarsi.
Ma Max non accennava a voler riassaporare la vista della luce... Eleven decise quindi di provare, come ogni giorno, a cercarla nella sua mente. Chiuse gli occhi e si concentrò su un punto preciso nel buio delle sue palpebre, continuò a guardarlo, con l'intenzione di scoprire cosa nascondesse, o più che altro, con l'intenzione di decidere cosa nascondesse... Decise quindi che in quel punto avrebbe trovato la sua migliore amica, e se ne decise così fortemente che ora trovarla era possibile! Se solo un pensiero avesse attraversato la sua mente di nuovo... Vagò per almeno una mezz'ora tra il vuoto totale, chiamando una persona che non le rispondeva ormai da tempo... Ad un certo punto quel vuoto, come una stanza nera, iniziò a girare sempre più velocemente... Succedeva spesso recentemente, era la conseguenza del visitare la propria mente per troppo tempo per troppi giorni. Quel girare continuo la rigettava, in qualche modo, nel mondo reale, era come un allarme per dirle che aveva raggiunto il limite.
Il ritorno non era mai facile: quel giramento continuava per almeno qualche minuto e spesso dava un sensazione per niente piacevole che finiva per farla vomitare nel bagno della stanza.

Passò un'ora e poi Lucas arrivò, come al solito, per leggere il giornale o semplicemente tenere la mano a colei che amava... Per El era sempre un piacere averlo nella stanza, non che parlassero molto, anzi, quasi per niente, ma condividevano lo stesso dolore, in silenzio. Negli occhi avevano entrambi un mare di ricordi felici che si erano spenti in una luce grigia, come un vecchio film muto. Tra le mani avevano entrambi le dita della stessa ragazza, nel cuore lo stesso triste attimo in cui la avevano vista spegnersi...

Quando l'orario per le visite finì Eleven si incamminò verso casa, camminando talmente lentamente che sembrava rimanesse sempre ferma nello stesso punto e ripensando a come avesse raggiunto un altro fallimento nel tentare di risvegliare Max... Si fermò in un angolo buio, dove i lampioni erano ormai tutti rotti o comunque poco funzionanti, e dove dunque non c'era un anima. Si reinoltro nella sua mente, in quel buio muto, per provare un'altra volta, benché con poca speranza. Passarono infatti quindici minuti e poi decise di tornare indietro, aveva passato ogni momento chiamando il suo nome e ormai quel richiamo si era trasformato in un sussurro esausto.
"Max..."
"Max..."
"Max, ci sei?"
"Max..."
"El!? Sei tu?" rispose la ragazza dai capelli color tramonto.

Dopo la fineWhere stories live. Discover now