Capitolo 7

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Teneva gli occhi chiusi e tentò di muovere la testa quando un dolore lancinante percorse tutta la sua schiena, facendola bloccare sul letto.

Serrò le labbra secche e screpolate. Aprì gli occhi mentre cercò dolorosamente di mettersi in capo delle ossa e poi, alzò il viso piano. Intorno a lei non fu nessuno. Solo un letto libero ad un metro lontano da lei perfettamente pulito, e un bicchiere d'acqua sopra il piccolo mobile alla sua sinistra. Da fuori, sentiva invece, cantare gli uccelli che riempivano il silenzio aspro della stanza, mentre la luce del giorno illuminava la stanza attraverso la finestra del santorium.

Mosse la gamba facendo per scendere dal letto quando la sua anca sembrò pari a quella di una vecchia anziana con artrosi.

<<Inutile che riprovi, cara principessa.>> L'infermiera chiuse la porta dietro a sé appena entrò. <<I suoi muscoli sono molto deboli.>> Si avvicinò al suo letto.

Lo sapeva, anzi, lo sentiva che non fosse in grado di muoversi per il dolore, ma non riesce a stare distesa tutto il giorno sul letto. Non è da lei non respirare aria pulita.

<<Devo vedere Ophir.>> Disse preferendo uscire ed incolpare Zelda per la sofferenza che sta subendo. <<Devo andare.>>

Lei non voleva altro. Desiderava riprendersi per miracolo e correre al piu presto nella sua stanza fino a trovare l'anello e lasciarlo nel posto in cui l'ha trovato Ophir. Meira non aveva intenzione di vivere tutta la sua vita con la maledizione sulle sue spalle e l'unica opzione che aveva e che doveva intraprendere subito, fu quella di farsi curare dalla stessa strega che le ha lanciato la maledizione.

<<Temo che dovrebbe passare innosservata per l'androne. Il re Sales dall'isola Fedrine è rimasto qui dopo la festa, perciò la granduchessa Zelda mi ha pregato di accompagnarvi nella stanzaal suo risveglio.>>

Passare innosservata. Questo fù sempre stato l'obiettivo di Zelda: nasconderla davanti a tutti, compresi i re più importanti dell'intero Durin. Meira doveva sempre stare lontana da loro e dai loro figli per non essere fonte di distrazione e rubare la loro corona sotto il nome di regina o, nel caso di Zelda, granduchessa, perché l'unica che doveva portare avanti il nome dei Thayer doveva essere solamente Davina.

Digrignò i denti e scese dal letto nonostante i dolori. <<Farò attenzione a passare esplicitamente per il vestibolo e salutare la Sua Maestà.>> Affermò convinta di voler conoscere per la prima volta il re di Fedrine.

<<La granduchessa crede sia meglio di no, prinicpessa. Il signor Calix l'ha trovata davanti al cancello reale e si è fatto aiutare dal figlio del re, che stava nel cortile insieme alla principessa Davina. Poi l'hanno portata direttamente qui senza farsi vedere da nessun'altro invitato.>>

Il principe Nares, figlio del re, l'ha aiutata, quindi non poteva passare per l'androne senza ringraziargli. Di conseguenza si preparò per uscire dalla stanza del sanatorium ma la voce dell'infermiera ruppe il silenzio.

<<La cosa è che il portiere Calix sta bene ma il principe Nares si è preso una bella scottatura alla mano, per colpa della sua pelle molto bollente, principessa. Non abbiamo accertamenti ma pensiamo che il calore del suo corpo non sia stato causato dalle streghe, ma da ben altro. Per questo motivo è meglio che rimanga qui un'altro po': non è pronta per affrontare la giornata.>>

Lei si guardò le mani che sembravano stranamente prive di segni o scottature, e le sembrò quasi impossibile che avesse sofferto come un granchio nell'acqua bollente e non aver nemmeno un livido o segni di ustione.

Set on FireWhere stories live. Discover now