Prologo

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Narratore: Questa è la storia di un treno.
Ma come di un treno? Un treno non è un personaggio. Un treno non parla, non vede, non sente. Un treno va, questo è certo. Non per merito suo, questo è ovvio. Se mai è grazie al guidatore che il treno si muove. Un treno non ha i sensi, e per questo non ha senso. Non ha senso che esso sia il protagonista, se mai sarà l'ambientazione e su questo, come potete vedere (indica il palco attorno a sé) non ci piove.
Questa è perciò la storia di Nocchilera. (Nocchilera si alza e lo raggiunge sul palco)
Nocchilera? Chi? Davvero non la conoscete? Sì, che la conoscete, solo che ha un altro nome.
Nocchilera la pazza. La conoscono tutti qui.
La pazza? No dai, la pazza non può essere la protagonista di una commedia teatrale. Sarebbe assurdo. O forse non lo è? E se per una volta fosse proprio quella squinternata la nostra protagonista?
La pazza che risolve tutto. Sarebbe assurdo no? Tutti conosciamo Nocchilera e se non conosciamo quella Nocchilera ne conosciamo sicuramente una che porta un altro nome, ma che è pur sempre lei. Sarebbe poi assurdo? Non sa nemmeno bene dove si trova. Sta un po' qui e un po' lì. Con la testa che è partita per chissà dove.
Sarebbe davvero così assurdo? Proprio non lo so. Ma che poi che importanza ha? A chi importa ancora
del protagonista?
Forse è meglio ricominciare.
Ricomincio.
Questa storia è una storia. Una storia con un Lui (si alza Filomeno) e una Lei (si alza Rossana). Con un
amico (si alza Gaetano) e un'amica (si alza Francesca).
Una storia con una pazza.
Una storia con un treno.
Una storia come molte altre, ma diversa perché unica come tutte.
Questa storia è una storia, e spero che possa farvi riflettere, ridere, piangere o anche solo intrattenervi.
Questa storia è una storia.
Tutto qui.

L'arlecchinata del trenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora