Atto I - Scena prima

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ATTO PRIMO
LA PROMESSA

Il treno è in movimento. Non si è fermato. Sta andando verso la stazione successiva.
Nocchilera (sporgendosi): Tutti sul treno! Tutti in carrozza! Su, ragazzi svelti (si alza e fa segno al nulla di
muoversi, come incitasse qualcuno) Veloci che sennò il treno parte! Oggi è sabato! (lo schermo indica giovedì) Ed è l'ultima corsa della sera! (guarda in alto, luci a giorno). Se la perdete, come tornerete a casa?!
Non potete mica rimanere qui tutta la notte! Ricordo che, quando avevo due anni, rimasi bloccata in stazione per ore ed ore. I miei genitori furono chiamati urgentemente dal presidente della Repubblica. Il re li fece scortare fino a palazzo. Io però ero troppo vecchia per seguirli su quella nave e allora rimasi nel prato ad aspettarli. All'improvviso: Ah! (urla a squarcia gola, si butta a terra, rotola, si tira i capelli).
Filomeno: (Arriva di corsa. Ha un cappotto blu e in mano una valigetta) Chi si è fatto male? (guarda in
direzione di Nocchilera, che continua ad urlare) Signora si sente bene? Cosa le succede?
Nocchilera: Papà sei tu?! Sei tornato a prendermi? (si aggrappa al cappotto di Filomeno) Perché mi hai
abbandonato qui? Un'adolescente come me, che voleva solo un po' d'affetto. E tu! Tu sei scappato via! (si
alza in piedi e con un accento inglese e un'aria un po' da altolocata) Con quella contessina! (si getta nuovamente a terra, e piange) Quella contessina!
Filomeno: Io veramente non so chi lei sia. È sicura di star bene?
Rossana: Nocchi dai, smettila di far così (poggia il libro e si alza). Signore si sieda lì (bisbiglia a Filomeno).
Nocchi, ti ricordi chi sono?
Nocchilera: Ma certo! Voi siete il barone Carlo Francesco Peppino V. Figlio di Maria Ugo Terza!
Rossana: Più o meno. Vieni, siediti qui e guarda questo (le dà in mano un caleidoscopio). Per una decina
di minuti dovrebbe essere tranquilla. La scusi, purtroppo non sa quello che fa.
Filomeno: Si figuri. Avevo sentito le urla e sono corso qui. (indicando Nocchilera) Chi è?
Rossana: Si chiama Nocchilera ed è la pazza del treno. Nessuno se ne prende cura, anzi lei è il primo che
è venuto a vedere cosa stesse succedendo.
Filomeno: La pazza del treno? Temo di non capire.
Rossana: Nocchilera da quanto ne so abita sul treno. Vive qui, in questa carrozza, tutto il tempo tutti i
giorni. Non so bene come si procuri da mangiare. Certo, da un anno a questa parte ogni giorno le preparo
qualcosa, ma prima? Non so, è un mistero.
Filomeno: Ma cos'ha con esattezza? Sembra non sapere quello che dice.
Rossana: La mia amica Francesca, prima che litigassimo, l'aveva "presa in cura". Vede, lei è psicologa, e
dopo un paio di "sedute" non aveva cavato un ragno dal buco. La diagnosi è stata "Totale distaccamento
dalla realtà", ma i motivi della malattia restano ignoti a chiunque.
Filomeno (guardando Nocchilera): Povera, non sembra una cattiva persona. Nessuno ha mai provato a,
che ne so, portarla in una casa di cura?
Rossana: Sia mai! Lei non scende dal treno, per nessun motivo. L'altr'anno ci fu una tormenta fortissima,
e il treno rimase bloccato per ore. E io le dicevo "Nocchilera, cara, dobbiamo scendere, non senti che
freddo? Non hai sentito il capostazione?" Ma nulla, non avrebbe mai lasciato il treno.
Filomeno: Ma non è pericoloso? È qui tutta sola...
Rossana: Vede, questo è il suo mondo, qui lei si sente sicura, anche se temo che non lo sia affatto. A volte
le trovo qualche livido in viso. Forse qualche ubriaco la picchia nelle corse notturne. Ma lei non dice nulla
e il controllore, costretto a intervenire, è stato riempito di botte anche lui.
Filomeno: Avete provato ad avvertire le forze dell'ordine?
Rossana: Shhh! Non dica quella parola!
Nocchilera: Sono il maresciallo Francisco! (si alza in piedi) Chi mi ha svegliato dal mio lungo sonno?! O
giovane, sei stato tu? Certo che sì, sarai enormemente ricompensato. Il crimine non dorme mai! È ora di
ispezionare la scena del delitto!
Rossana: Che cosa ha fatto?!
Filomeno: Ma io... come potevo sapere...
Nocchilera (a Rossana): Altolà! (fa il segno della pistola con le mani) Ferma dove sei! Finalmente ci rincontriamo io e te! È inutile che fai quella faccia, so benissimo chi sei. Forse potrai ingannare questo baldo giovane, ma il maresciallo Francisco è scaltro come una faina.
Filomeno: Ma di cosa parla?
Rossana: (bisbigliando) Pensa che io sia il contrabbandiere Indigo della rocca.
Nocchilera: Baldo giovane, non parlare con questo marrano. E tu! Fermo dove sei, non ti muovere!
Rossana (a Filomeno): Nella mai cartella ci sono dei biscotti alla cannella, passameli.
Nocchilera (a Filomeno): Fermo giovane! (a Rossana) Non li voglio i tuoi schifosi biscotti!
Rossana (mostrando i biscotti che Filomeno le ha passato): Nocchi, dai prendili!
Nocchilera: (in preda al panico scappa nell'angolo) No! Ti prego, non mi distruggere così! Non voglio
morire così giovane! Salvami!
Rossana (si avvicina a Nocchilera): Dai Nocchi, prendi i biscotti (e le mette i biscotti tra le mani)
Nocchilera: Mi hai battuto di nuovo... (piangendo, e poi, dal nulla) buoni questi biscotti. Tu sei?
Rossana: Il barone Carlo Francesco Peppino V, ovviamente.
Nocchilera: Signorina, non dica stupidaggini. Conosco personalmente il barone, e lei non ci somiglia per
nulla... (come accorgendosi di un dettaglio) Barone! Ma è proprio lei!
Rossana: Si Nocchi, sono io. Tieni questo (le dà in mano il caleidoscopio).
Rossana: (si alza in piedi e si sistema i capelli) Mai e dico mai nominare le... mhmm... davanti a lei. Rossana
comunque (tende la mano).
Filomeno: Filomeno, ma mi chiami Fil.
Rossana: Signor Fil ...
Filomeno: Diamoci del tu, suvvia ... non sono mica così vecchio...
Rossana: Fil, non so bene se la tua presenza in questo vagone oggi sia stato un bene o un male.
Filomeno: Addirittura! Non mi sembra che sia successo nulla di così grave! Alla fine è stato divertente!
Dove scendi?
Rossana: Scendo a.... scusa a te cosa importa.
Filomeno: Non sono un serial killer, te lo assicuro.
Rossana: È quello che direbbe qualunque serial killer.
Filomeno: Hai ragione. Mi sembra assurdo che tu sia l'unica persona a occuparsi di lei. Vorrei aiutarti, e
se scendi prima o dopo di me, possiamo organizzarci...
Rossana: Scendo alla prossima
Filomeno: Oh bene, io scendo al capolinea! Potrei tenerla d'occhio io, mentre tu non ci sei.
Rossana: Filomeno, guarda, io apprezzo ma non mi pare il caso...
Filomeno: Ascolta, non conosco lei, e nemmeno te, ma mi sembrate entrambe brave persone e vorrei
solo dare una mano.
Rossana: Perché?
Filomeno: Perché no? Penso che se il mondo si basasse più sul...
La voce del treno annuncia l'arrivo in stazione con toni incomprensibili
Rossana: Devo scendere! Nocchilera tu stai bene?
Nocchilera: Chi? Io sono il barone.
Rossana disperata, Filomeno si avvicina e le poggia una mano
Filomeno: Dai ci penso io.
Rossana: Ma sei sicuro? non ci conosciamo nemmeno non voglio chiederti questo favore ...
Filomeno: Non ti preoccupare.
Rossana: Ti ringrazio (esce).
Nocchilera: (tira fuori una pipa e con aria da intellettuale) Allora Romeo, dimmi tutto?
Filomeno (si gira senza capire): Come scusa?
Nocchilera: Oh andiamo, sai cosa intendo!
Filomeno: Non so di cosa tu stia parlando
Nocchilera: Puoi chiamarmi Dr. S.
Filomeno (sospira): Mi dica Dr. S., di cosa sta parlando?
Nocchilera: Hai dimestichezza con il paradosso dello scarafaggio?
Filomeno: Temo di no.
Nocchilera: In un laboratorio uno scienziato inventa un apparecchio per comunicare con gli animali.
Decide di testarlo su uno scarafaggio. Gli dice corri e lui in tutta risposta si mette a correre. A questo
punto, non si sa bene il perché, lo scienziato stacca le zampette allo scarafaggio (al pubblico) Animalisti in
sala vi prego, è solo una storia (poi di nuovo a Filomeno) e gli dice di correre, ma lui non corre. Cosa
possiamo dedurre da ciò?
Filomeno: Non saprei, che lo scarafaggio è pigro?
Nocchilera: Ma no! Si deduce che uno scarafaggio senza gambe non sente!
Filomeno: Scusa, e questo cosa c'entra con Romeo?
Nocchilera: Romeo? Chi è Romeo? Di certo non io, io sono la principessa dei tulipani!
Filomeno: Di cosa stai parlando?!
Nocchilera: Sai perfettamente di cosa sto parlando.
Tutti escono.

L'arlecchinata del trenoWhere stories live. Discover now