𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐈𝐈𝐈 - 𝐓𝐫𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐝𝐨𝐩𝐨

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Il tempo è un gran maestro
Peccato che uccida tutti i suoi allievi.
HECTOR BELIOZ

Per la seconda volta squillò il telefono di Sebastian «Ho capito. Stiamo arrivando» rivolse gli occhi al cielo ed uscì in terrazza
«Dat-», fu costretto a fermarsi.
Nathalie era in piedi sul balcone con la schiena appoggiata alla ringhiera e gli occhi fissi su di lui, sembrava una visione celestiale «Sei sveglio finalmente» un sorriso gli illuminò il volto «Datlet ha già chiamato sette volte... Che c'è?»
«Niente» sorrise imbarazzato, non gli era mai capitato prima di trovare qualcuno così bello.

Lo sorpassò per uscire dalla stanza e correre al piano di sotto «Vieni!» gridò lei per far scendere anche il ragazzo. Corse in garage e tirò un telo verde scoprendo un piccolo motorino viola, lo portò fuori e allungò un casco nero a lui poi accese il motore, salendo si mise il casco e osservò Sebastian rimasto impalato di fianco a lei «Hai intenzione di salire o vieni a piedi?»
«Io...Si...Ora si..Salgo» Si avvicinò a lei e si sedette dietro, Nathalie tolse il cavalletto pronta per partire «Metti il casco». Lui la guardò «Ora?» vedendo la sua occhiataccia se lo infilò velocemente. «Tieniti». Le abbracciò la vita con mani tremanti, all'altezza della cintura e trasse un respiro profondo. «Hai paura?» rise. Lui si fece serio «No.»

Lei fece spallucce e guardò avanti ma dopo qualche metro lui strinse più forte e gridò «Aspetta!» lei alzò gli occhi al cielo sapendo che lui non poteva vederla «Se fai così arriveremo domani. Devi rilassarti e poi non stringere così, mi fai male...»
«Ok ma...» il suo grido venne coperto dal rombo del motore, Sebastian si limitò a chiudere gli occhi, appoggiandole la testa sulla spalla, coprendole le mani e intrecciando le dita e pregando di arrivare il più presto possibile.

«Finalmente c'è l'avete fatta... Fate pure e con comodo eh.»

Niko si mise a ridere notando i caschi «Sei andato in moto?» poi si rivolse a Nathalie «Ha pianto?» rise ancora, lei rise a sua volta «Ci è andato vicino»
«Haha. Molto divertente» disse ironico Sebastian allontanandosi «Will?» chiese alla sorella
«É di là, vieni» là seguí in camera, Will non era più sdraiato.
Era in piedi davanti alla finestra, aveva i soliti capelli neri, solo un po' più lunghi, gli occhi gialli dietro gli occhiali aggiustati con dello scotch. Sembrava più piccolo e indifeso, era pallido, le guance erano scavate da dei solchi, «Sebastian!» il fratello corse verso di lui «Will! Stai bene» rimasero abbracciati per qualche secondo «Seb... Stai bene? Io... Io non ti ho ucciso?» la voce gli si spezzò e iniziò a piangere. Sebastian lo guardò incuriosito «Ucciso? No. Sto bene», Jade si era avvicinata a loro «Che cosa è successo Will?».

Erano tutti nel salotto, Will sul divano avvolto nella coperta grigia, gli altri seduti vicino a lui per sentire cosa aveva da dire «C'era una voce e una stanza bianca. Io... Mi sono risvegliato in mezzo a un campo di battaglia, c'era del fumo e grida, era notte, mi sono accampato nel bosco, avevo una spada nel fianco» indicò il fianco sinistro, sentendo che c'era davvero una ferita fece una faccia strana, "ricorda che quello che succedeva aveva conseguenze nella realtà", scosse la testa «La mattina dopo sono andato a vedere cosa stava succedendo, c'erano tanti morti, sangue e fuoco ovunque... Poi un guerriero mi ha attaccato, indossava un'armatura nera e un elmo, non l'ho riconosciuto, l'ho ucciso... Io ho ucciso Sebastian.» aveva gli occhi lucidi, stava per piangere ma si trattenne. Sebastian gli mise una mano sulla spalla «Will io sono qui, sto bene» lo consolò.
«Poi che è successo?» Lee si era alzata

«Poi è diventato tutto buio e mi sono ritrovato davanti a casa, vicino al lago, stavo guardando il mio riflesso nell' acqua e qualcuno mi ha spinto dentro... Io non so nuotare, penso di essere morto per un po' fino a quando un forte colpo mi ha riportato su» respirava affannosamente
Datlet e Lee si scambiarono un'occhiata.

«Poi ho camminato fino a una caverna, ero bagnato e avevo freddo, dentro era buio, mi sono addormentato e credevo che sarebbe stata la fine, ho corso e corso per la foresta, quella cosa mi stava seguendo, era nera, nera come la pece, gli occhi rossi» fece una pausa per prendere fiato. Ricordare faceva male «Sono arrivato a una casa... Non ero solo, c'era qualcuno» guardò fuori «Chi c'era?» Alexia si sporse in avanti, ansiosa di sapere
«Erano... Mamma e papà» guardò i fratelli «Loro erano lì mi hanno detto che ci vogliono bene, mamma non voleva abbandonarci ma ha dovuto farlo per proteggerci, aveva la collana blu di Jade e papà indossava l'anello che ora ha Sebastian. Hanno detto che sono destinato a qualcosa di grande... Mamma ha detto di cercare i due regni e trovarla»
Niko si alzò «Tutte bugie» uscì dall'appartamento sbattendo rumorosamente la porta d'ingresso, odiava quando si parlava dei genitori.
«Non volevo farlo arrabbiare» Will si sentiva in colpa, Femi si alzò per seguirlo ma Sebastian non glielo permise «Vado io».

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐨 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂 in revisione] Where stories live. Discover now