𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕 - 𝐋𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚

Start from the beginning
                                    

«Se le fai del male io ti giuro che...» lo prese per il colletto, sollevandolo di qualche centimetro dal pavimento
«Mi aspettavo un benvenuto più caloroso...» sbuffò
«Ti avevo detto di non venire»
«Sono venuto a vedere se avevi portato a termine il tuo compito, però vedo che non l'hai ancora fatto fuori»


Quandò riaprì gli occhi era ancora notte, puntò le mani per terra in modo da alzarsi, lo voleva con tutte le sue forze ma non ci riusciva. Non poteva. Era come se un peso lo ancorasse al suolo e ogni volta che provava a muoversi sentiva un dolore lancinante in tutto il corpo. Si guardò. Del sangue gli sporcava la maglietta bianca sotto la corazza, la tolse e zampillò più veloce, "Sebastian" doveva averlo trafitto senza che lui nemmeno se ne accorgesse, voleva gridare ma l'unico cosa che uscì dalle labbra fu il silenzio, iniziò a piangere silenziosamente, le lacrime gli uscirono incessantemente dagli occhi, faceva fatica a respirare, singhiozzava. Sentí un'improvvisa fitta di freddo, si stava formando uno strato di ghiaccio a fermare il sangue. Niko. Provò ad alzarsi da terra, la testa gli girava ma la ferita al fianco sembrava andare meglio, non sanguinava più.

Si guardò intorno, era nel bosco, la luna brillava in cielo, le stelle ricordavano a Will tanti fari, era su un prato, l'erba era ormai congelata, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al caldo nel suo letto. Prima era talmente spaventato che non si era nemmeno reso conto di avere la pancia vuota, aveva fame. Si girò sentendo il fruscio delle foglie nella fitta vegetazione, gli sembrò di vedere qualcuno dell'oscurità, sperò un animale. Tremò. Il freddo era insopportabile. Prese lo zaino e tirò fuori il cibo che aveva visto prima, era solo del pane ma era meglio di niente, lo divorò velocemente. Accese un piccolo fuoco utilizzando i fiammiferi trovati nello zaino, prima non si era accorto che c'era anche una coperta grigia, logora lungo i bordi ma comunque una coperta; era abbastanza grande da avvolgerlo quasi completamente. Si tolse la camicia per farla asciugare davanti al fuoco. Si sdraiò, appoggiò la testa sullo zaino come se fosse un cuscino. Rimase per un po' a guardare le fiamme che scoppiettavano. Gli venne in mente Jade, avrebbe voluto che fosse lì, con lui, pianse di nuovo poi si addormento ascoltando il crepitio del fuoco.


Jade era seduta vicino a Will, gli smosse dalla fronte un ciuffo di capelli che gli era scivolato sulla fronte «Ti prego, torna da me» intrecciò le dita a quelle bianche e sottili del fratello che inaspettatamente si mosse «Will?» chiamò ma tutto quello che ottenne in risposta furono altre lacrime scure e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo
«Allontanati. Ora!» ringhiò il vampiro
«Che succede?» Ethan entrò con passo deciso nella stanza, guardò Will: «Serve una miscela con rosa del mattino e lingua di fuoco. Subito» si affrettò a ordinare a Jade, che stava già preparando un infuso dorato con gli ingredienti presenti sugli scaffali. Lo versò in bocca a Will con mano tremante e molte gocce verdi macchiarono le coperte bianche
«Questo lo terrà buono per un po'» disse con noncuranza l'uomo
«Io non so come ringraziarti» Jade corse verso di lui, buttandogli le mani al collo per abbracciarlo, piangeva. Rey immobile nel corridoio dietro di lui era fermo a guardare con le mani rigide lungo i fianchi.

Jade stava guardando la televisione di là in salotto, era da poco arrivato Sebastian per prenderla e Datlet.
Entrò silenziosamente e senza accendere la luce in camera di Will, immobile sul letto, sembrava così fragile, era più basso per l'età che aveva, gli occhiali -che erano stati "aggiustati" da Niko con del nastro adesivo- erano stati appoggiati sul comodino. Fece qualche passo avanti e sfoderò il coltello, sollevò la mano e la fece ricadere velocemente verso il petto di Will. Si fermò a pochi centimetri dal corpo. Rimase a guardarlo poi la luce si accese «Cazzo» disse girandosi rapidamente verso la porta. Era l'unica persona che sperava non lo vedesse. Jade lo fissava terrorizzata, gli si avvicinò a una velocità tale che lei non se ne accorse nemmeno, premendogli una mano sulla bocca. La guardò negli occhi, sembravano quelli di un cucciolo terrorizzato che sa che sta per fare una brutta fine «Non è come sembra, devi credermi» la accarezzò guardandola sempre negli occhi «Ora devi ascoltarmi, andiamo di là dagli altri e dici che ti accompagno a casa perchè sei stanca. Capito?», lei annuì, «Promettilo» tolse la mano dalla bocca della ragazza «Lo prometto» rispose debolmente, intimorita dalla presenza di Rey. La prese per mano e la tirò in salotto.
«Ragazzi se per voi va bene io accompagnerei Jade a casa»
«Allora torno a casa anche io» Sebastian guardò Datlet che annuì e fece per alzarsi «No» protestò Jade «Vado a piedi, con Rey»
«Perché?» Sebastian alzò un sopracciglio
«Perchè si» ribatté.

Rey, tenendo ancora per mano Jade, uscì dalla porta e scese le scale correndo, quasi avesse paura che gli altri potessero seguirlo.
Per strada lei iniziò a gridare «Lasciami!» si dimenò dalle mani del vampiro
La prese per i polsi e supplicò: «Ti prego...Stai zitta, così non fai altro che peggiorare la situazione»
Non lo ascoltò, non gli importava se fosse finito nei guai «Non mi importa! Sei un mostro» batté i pugni sul suo petto. Preso dall'ira e dal terrore le diede uno schiaffo in volto, lasciando il segno delle cinque dita sulla sua guancia.
«Ti prego non farmi del male» singhiozzò portandosi la mano al viso, mandando il cuore di Rey in frantumi «Ti prego scusa, non so che mi è preso non volevo farti male» disse tutto d'un fiato, allungando la mano per toccarle il viso, lei si scostò velocemente, tremando.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐨 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂 in revisione] Where stories live. Discover now