1.4 L'altra sponda

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Un vento impetuoso spogliò quasi del tutto i caducifogli, mentre sciarpe, guanti e cappotti venivano tirati fuori dagli armadi e indossati

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Un vento impetuoso spogliò quasi del tutto i caducifogli, mentre sciarpe, guanti e cappotti venivano tirati fuori dagli armadi e indossati. Se un pallido raggio di sole lo consentiva - nei momenti liberi sempre più limitati - Roy, Rhodina e Dorothea si riunivano nel giardino recintato, dove i colori dominanti della vegetazione erano ormai il sempreverde delle siepi e il rosso acceso di bacche e cinorrodi.

La connessione fra le ragazze si era fatta, se possibile, ancora più immediata: Roy assisteva alla loro intesa e sincronia di pensiero, alle risate complici e alle parole non dette ma comprese perfettamente. C'era quel tornare e ritornare a parlare di Tancredi e Roy continuava nella sua duplice abitudine di guardare da un'altra parte e di tenere le mani nelle tasche, nascondendo i suoi dubbi con la speranza che il suo volto non tradisse le opinioni che metteva a tacere. Si teneva sempre vicino alle amiche ed era di supporto a modo suo, ma restava immerso in un silenzio carico di scetticismo; si preoccupava, anche, di essere messo alle strette e di venire spinto a definire la sua posizione in maniera più chiara.

Non sapeva, nemmeno, se sarebbe stato disposto a seguire le ragazze nella tana del Bianconiglio. Come avrebbe reagito se le sue amiche avessero all'improvviso dichiarato, convinte e senza alcuna prova veramente inconfutabile, di credere a tutte quelle belle fantasie di poteri magici ed eroi telecineti?

«Wow! Tancredi sa anche leggere nel pensiero?»

Rhodina si accomodò sull'altalena. La protesta di Roy - era il suo turno di salirci - restò inascoltata.

Dorothea era convintissima:

«É un telecineta.»

Poi aggiunse, per l'ennesima volta:

«Ve l'ho detto che ha dei poteri!»

Lisciava con le mani il suo cappottino azzurro elettrico, gli occhi dal taglio orizzontale ancor più stretti per il vento che le soffiava sul viso. Rhodina si tolse il cappuccio, che la impacciava, e sbottonò il cappotto che le stringeva il seno, senza accorgersi che la sciarpa penzolava sulla pozzanghera alle sue spalle; Roy sudò freddo quando Dorothea venne quasi investita dall'altalena nel tentativo di sollevarla.

«Quali altri poteri ha?»

Rhodina frenò sul fango con gli scarponi e poi si diede un'altra spinta.

«Oh, sa fare un sacco di cose. È un mago. Conosce diverse arti marziali. Viaggia fra i mondi. Ma quel che è più importante non sono i suoi poteri, è il suo animo coraggioso e leale. Tancredi è un vero amico. Questo conta più del resto. Lui non ti abbandona mai e nel momento del pericolo accorre sempre.»

Rhodina le sorrise con un certo orgoglio, come traesse una soddisfazione personale dai complimenti rivolti a Tancredi. Parole come quelle, pronunciate da chiunque altrǝ, le sarebbero sembrate pazzesche al punto da offenderla. Ma era come se fosse scattata in lei una specie di sospensione dell'incredulità. Forse, pensava Roy, era più forte il bisogno di evasione, l'attrazione per le magie prodigate dalla sua amica, della verità. Roy non poteva biasimarla: lui stesso non voleva far altro che varcare i cancelli della tenuta, gravitare intorno a Dorothea ed entrare così in quella realtà alternativa; assistere alla nebbia delle consuetudini quotidiane dissiparsi per qualche ora nella reciproca compagnia.

☙Amici Perduti - Libro Primo☙Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon