10. Segreti

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La prima volta che erano entrati nella Torre da Gran Maestri, I gemelli avevano notato che le scale scendevano sotto il livello del lago, dove si trovava l'entrata. Probabilmente, quando la torre era stata costruita, l'acqua era molto più bassa, e quindi la porta si era semplicemente alzata lasciando indietro la scala: un incantesimo si assicurava che lo facesse per evitare allagamenti. O almeno questo era ciò che avevano dato per scontato fino ad allora. Finché una mattina Rhian non aveva notato qualcosa di strano: sul muro sembrava essere apparso dal nulla un intricato disegno simmetrico, fatto di eleganti curve intrecciate come i rami di una siepe. Era bianco sulla roccia scura, impossibile da non notare. E, cosa ancor più sospetta, si trovava al centro di una sagoma, leggermente rientrata rispetto al resto della superficie, che somigliava proprio a una porta.

«L'incantesimo che lo nascondeva deve essersi sciolto perché nessuno l'ha rinnovato» ipotizzò Rhian.

Rafal osservò con attenzione il disegno.
«Hai mai visto qualcosa del genere?» mormorò.

«È quello che volevo chiedere a te» rispose Rhian.

«Qualunque cosa sia, qualcuno deve aver avuto un buon motivo per nasconderlo.» Rafal spostò lo sguardo verso il fratello. «E chi è che è vissuto in questa torre subito prima di noi?»

«Non è detto che l'abbia creata lui» puntualizzò Rhian. «Questa cosa potrebbe essere stata disegnata quando è stata costruita la torre.»

«Forse. Ma il Gran Maestro prima di noi è stato qui per decenni. E noi sappiamo bene che un incantesimo dell'invisibilità o simili, per quanto sia potente la persona che lo lancia, non può durare per così tanto tempo senza che nessuno lo rinnovi. Ma potrebbe benissimo durare un anno o due...»

«Quindi deve essere stato lui» concluse Rhian.

«Forse questo simbolo non era suo... ma perlomeno aveva un'idea di cosa si trattasse. Non penso che qualcuno si sarebbe preso la briga di nasconderlo se non lo avesse ritenuto importante. Non avrebbe senso.»

«E se invece si tratta di una decorazione di dubbio gusto che non gli piaceva?» azzardò Rhian, a disagio. Quella situazione non gli piaceva affatto, soprattutto adesso che Rafal gli aveva fatto notare quei particolari.

Rafal aggrottò il sopracciglio con sospetto.
«Tu mi avresti fatto scendere fino a qui per farmi vedere un disegnino?»

«Sarebbe l'ora che tu imparassi ad apprezzare l'arte...»

«Sai benissimo come reagisco di solito ai tuoi tentativi di farmi apprezzare l'arte. Quindi, cosa ne pensi? Che sospetti hai?»

Rhian esitò. Aveva avuto l'intenzione di portare lì Rafal per raccontargli ciò che aveva in mente ma, considerando le opinioni da lui espresse, il pensiero lo metteva a disagio. Quella era quasi sicuramente una porta, la domanda era dove conducesse. Rhian aveva avuto l'immediata impressione che non fosse nulla di buono.
Poteva riguardare direttamente il Narrastorie e la posizione del Gran Maestro, e di conseguenza loro due. Una conoscenza che si tramandava per generazioni in attesa di essere scoperta, oppure il segreto di qualcuno in particolare.
O, ciò che più spaventava e incuriosiva Rhian, poteva trattarsi delle terribili rivelazioni che tenevano sveglio Rhian da quando aveva finito la scuola, quelli che gli erano stati rivelati nel peggiore dei modi proprio in quella torre. Che avevano a che fare non solo con il Gran Maestro, ma anche con gli studenti che avevano pagato le conseguenze delle sue azioni. Per questo non voleva parlarne con Rafal: temeva che non gli sarebbe piaciuta la sua reazione.

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