Princesa ||Pablo Gavi||

Capitolo nove

Dirigendoci verso le auto, a Ferran viene in mente l'idea del secolo- secondo lui- "Chicos! E se facessimo un pigiama party?" Gli occhi degli altri tre si illuminano, come quelli di un bambino alla vista delle caramelle "Sì! Così domani mattina partiamo tutti insieme per Malaga!" "E dove avreste intenzione di farlo questo pigiama party?" Attiro la loro attenzione su di me, temendo ancora di più la loro risposta, quando vedo lo sguardo di mio fratello "Potete venire a casa nostra. Mamma, papà e Fer sono tornati a casa questa mattina, quindi saremo solo noi".
I tre moschettieri accettano con entusiasmo l'offerta, e la nostra casa viene invasa nel giro di qualche ora.

Appena arrivati, si sono subito fiondati sul divano per giocare alla PlayStation, senza preoccuparsi del resto. Non credo che capirò mai perché se ne stanno tutti e quattro lì seduti sebbene ci siano solamente due joystick. Però è divertente vederli gridare, gioire e insultarsi come se stessero giocando una vera partita al posto di FIFA.
"Niev ti unisci a noi, in questa fantastica attività?" Ansu mette in pausa il videogioco - con in sottofondo le proteste di Ferran - solamente per farmi la domanda "No, Ansu, è l'ultima cosa che farei in questo mondo. Cosa volete per cena?" ora quattro paia di occhi marroni mi fissano spaesati "Ma è ancora presto... sono appena le 18" fa presente il sivigliano "Lo so. Però dovrò pur prepararvi qualcosa, no? O avevate intenzione di ordinare qualche porcheria con Glovo?" lo sguardo dei ragazzi presenti in casa va, magicamente, al pavimento.

Wow. Non pensavo fossero così stupidi. Credevano veramente che li avrei lasciati fare una cosa del genere? Eppure Pedro sa che non glielo avrei permesso...
"Ves, ti prego. È da un decennio che non mangio più una pizza..." "Ti prego!" mancherebbe soltanto che si mettano in ginocchio per terra, iniziando a fare i capricci, come se al posto di 20 anni ne avessero 3 a testa.
"Chicos, domani avete un impegno importante. Non vorrete rischiare di perdere il vostro posto in Nazionale, vero?" "Una singola pizza margherita non sarà la causante di ciò" fa presente Ferran, con tono sicuro "Sicuramente no, però sapete quanto grasso mettono su una pizza, in quei luoghi da dove volete ordinare voi?!" "E quindi cosa proponi, Pedri pequeña? Dubito che qualcuno di noi ragazzi sia in grado di cucinarne una" raddrizzo le spalle con fare superiore, mentre mio fratello si mette a ridere, confondendo i suoi amici "Tu che hai da ridere, ora?" "Ferry, non so se ti sei accorto, però hai detto noi ragazzi. Nieves ti sembra un maschio?" L'espressione del valenciano è epica, nel comprendere dove Pedro voglia andare a parare "TUA SORELLA SA CUCINARE?!" "Certo! Come credi io sia sopravvissuto tutto questo tempo?".

Io voglio bene al mio fratellone, ma farlo entrare in cucina equivale all'estinzione dell'umanità. Quando mamma ha distribuito le sue doti culinarie, direi proprio che ha saltato il secondo figlio, donandogli le capacità calcistiche come premio di consolazione.
Io non mi reputo brava quanto Fer- anche perché abbiamo frequentato due istituti superiori molto diversi tra loro-, tuttavia sono capace di reinventarmi per far sopravvivere me e Pedri.

"Quindi? Mi lasciate luce verde per poter cucinare le nostre pizze?" I quattro si guardano, soppesando le opzioni e i possibili risvolti -credo-, poi annuiscono "Perfetto! Se qualcuno vuole darmi una mano sarà ben accetto. Non tu, hermano. Penso che i tuoi amici ci tengano alla loro vita, dico bene?" Pedri mette il broncio, provocando solo più risate, le quali sono udibili anche dalla cucina.