Capitolo sei

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"Arrivo, Eric

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"Arrivo, Eric. Dovevo solo finire di sistemare l'attrezzatura" annuisce per farmi capire che ha compreso, ma non se ne va. Guarda in cagnesco la simpaticona, e poi mi aiuta a scavalcare le transenne, facendomi poggiare entrambi i piedi sull'erba sintetica, stando comunque attento alla macchina fotografica e accessori nella borsa sulle mie spalle. "Ti stava dando fastidio, no?" "Un po'. Grazie per avermi tirata fuori di lì. Ho paura di come si sarebbero comportati gli altri se avessero sentito cosa è uscito dalla bocca di quella ragazza" "Se non lo scoprono non penso ci siano problemi" afferma, riservandomi un sorriso complice "Rimane tra noi?" "Echo!".
Arriviamo in mezzo alla squadra e, non appena visualizzo Pedri in compagnia di Fer, salto sulle spalle del primo. Forse anche con troppa foga visto che rischiamo di finire con la faccia spiaccicata al terreno. Grazie al cielo Robert, Gavi e Pablo Torre ci salvano da questo triste destino, rimettendoci in equilibrio e staccandomi da lui, tutto ciò con la sonora risata del González López maggiore in sottofondo "Attenta, piccolo koala!" mi rimprovera in modo scherzoso l'attaccante polacco "Mi sono visto tutta la mia breve vita passarmi davanti in un secondo!" ruoto gli occhi davanti all'esagerazione giunta alle mie orecchie "Quanto sei esagerato, hermanito" se gli sguardi potessero uccidere, Pedro sarebbe in prigione per omicidio e noi saremmo al funerale di Fer.
"Scusate l'interruzione ragazzi..." come per magia, l'intera squadra- insieme di loro familiari- si è raggruppata nel nostro punto sentendo le parole di Xavi Hernández "intanto, voglio farvi i complimenti. Non sempre si vince, sebbene ci si sia impegnati dall'inizio alla fine; può succedere anche di trionfare, pur avendo giocato da schifo. Voi oggi avete quasi sputato sangue su questo campo, e avete trionfato! Meritandovi le urla di gioia, i cori, i culers e i tre punti che ci posizionano sulla vetta de LaLiga!" è strano che gli faccia i discorsi di questo tipo all'aria aperta, ma guardandomi intorno noto solo la nostra presenza e quella di qualche tifoso intenti a sistemare striscioni, tamburi e quant'altro. "Poi vi volevo invitare a casa stasera. Cenetta tranquilla, sentitevi liberi di portare le vostre famiglie".

E così, dopo interminabili docce e urla di gioia provenienti dagli spogliatoi dei ragazzi, è una veloce sosta a casa per cambiarsi, casa Hernandez è invasa da giocatori e famiglie del FC Barcellona. I bambini si sono subito messi a loro agio, giocando tutti insieme nella stanza accanto a dove siamo noi adulti. Gli uomini si sono sistemati comodamente sin da subito a tavola, mentre noi donne stupide diamo una mano a Nuria negli ultimi ritocchi dei piatti.
"Vi serve una mano, signorine?" Pablo appare in cucina nel momento in cui stiamo contando quanti coperti verranno portati in sala da una sola persona "Oh tesoro, non preoccuparti! Ce la facciamo da sole. Torna a divertiti con i ragazzi in sala" lui mi guarda, cercando conferma alle parole di Anna Lewandonski tuttavia, seppure io annuisca, prende lo stesso due piatti, portandoli nell'altra stanza senza aprire bocca. Si sentono subito le prese in giro che gli rivolgono, ma questo non lo abbatte e torna da noi in compagnia dei miei due fratelli. Continuano con l'avanti e dietro fino a lasciarcene uno per mano ad ognuna, e per lo più sono le pizze dei bambini.
"Sei circondata da dei gentiluomini, piccola Gonzalez. Non farti scappare il sivigliano, mi raccomando" mi dice la padrona di casa, pochi passi prima di entrare in cucina con gli ultimi piatti. Se sapessero.

Princesa ||Pablo Gavi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora