Capitolo 5

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Ieri sera ho fatto mandare una lettera ai cinesi, che li avvisasse del nostro arrivo.

E ora mi trovo in camera di mio fratello Alejandro, per cercare di svegliarlo.

<Quei musi gialli posso aspettare altri 10 minuti>. Dice Alejandro con la voce ancora impastata dal sonno. Lo guardo male, facendogli capire che sto perdendo la pazienza, e lui senza protestare si alza. Prima che vada in bagno per lavarsi lo richiamo < Ale fuori dalla porta c'è la tua valigia, ci fermeremo in Cina per 2 giorni>
Annuisce prima di sparire dietro la porta del bagno.

Dopo un'ora e mezza ad aspettare che la prima donna, detta anche mio fratello, si preparasse, possiamo salire sul nostro jet privato,Il viaggio durerà 4 ore, di cui almeno 2 le passerò a pianificare il nostro incontro con i cinesi, quei bastardi ci devono delle spiegazioni.

Mi siedo insieme ad Alejandro su una delle tante poltrone del jet, tirando fuori i fascicoli con tutte le informazioni necessarie sui cinesi.

Prima di rivolgere la parola a mio fratello, faccio segno all'hostess di riempirmi un bicchiere di bourbon. Ne bevo un sorso e prendo parola.
<Ale i cinesi sanno del nostro arrivo, quindi saranno preparati, non sappiamo quello che ci aspetta, potranno riceverci cordialmente, come potranno piantarci una pallottola su per il culo>.

Bugia, grande bugia, io ho sempre tutto sotto controllo, e proprio per questo ieri notte la squadra Omega ha riempito quel posto di cimici e telecamere.
Ma questo, Alejandro non deve saperlo, amo la sua espressione impaurita.

Ale sta dormendo, mentre io, tramite il portatile, osservo tutti gli spostamenti di quei musi gialli.
Fin ora non vedo nulla di sospetto, si stanno preparando al nostro arrivo, sanno il perché della nostra piccola visita, se lo aspettavano.

Dieci minuti prima dell'atterraggio sveglio mio fratello e vado a ringraziare lo staff. Oggi mi sento stranamente di buon umore.

Una volta arrivati in hotel andiamo ognuno nelle proprie stanze per posare le valigie e prepararci in vista del gala di stasera, nella dimora degli Huang.

Prendo dal mio bagaglio un lungo vestito rosso sangue, con uno spacco vertiginoso sulla coscia destra. Sotto ci abbino un paio di decolté nere di Saint Laurent, con una borsa della stessa marca.

Faccio per andarmi a fare una doccia, quando vengo però fermata dal suono della suoneria del mio telefono.Ernandez.
Rispondo alla chiamata, <hei principessa siete arrivati?> chiede premuroso.<si, siamo ancora vivi non preoccuparti> rispondo ridendo.< non combinare nulla ok? Ricordati che non sei sola, c'è anche Alejandro con te.> ok sto per attaccare, con chi pensa di parlare?

<Ernandez so quello che faccio non metterei mai in pericolo nostro fratello>non lo faccio rispondere che attacco. Ok il buon umore è andato decisamente a puttane.

Una volta finito di lavarmi, mi vesto e mi trucco,metto giusto un po' di mascara, correttore e rossetto rosso, per poi andare a farmi una piega mossa.

Una volta finito di prepararmi vado da mio fratello, che stranamente è già pronto. Ci dirigiamo verso l'uscita del hotel, ed entriamo nella limousine che ci scorterà fino alla dimora degli Huang.

Io ed Alejandro ci accomodiamo sui sedili in pelle, <Iris sei sicura che andrà tutto bene?> mi chiede ansioso mio fratello.<Ale ci sono io con te, c'è l'hai la pistola con te?>gli chiedo io.

<certo, ma spero di non doverla usare.>È ansioso, non ne capisco il motivo, non è il primo gala di mafiosi ed imprenditori a cui va. Andrò a capo di questa faccenda, ma ora non è il momento.

La limousine si ferma davanti ad un grande portone in legno.
Scendiamo da essa, <fratellino sei pronto?> gli chiedo sapendo già la risposta.<sempre>

Detto ciò varchiamo a testa alta il grande portone dinanzi a noi, facendo spostare tutta l attenzione sulla regina di Russia e il suo protetto.

Il signor Huang insieme a sua moglie e suo figlio si dirigono verso di noi. < È un onore avervi qui signori Ivanov. Signorina, il vostro capo famiglia dove è? Dovrei parlargli di alcuni affari.>

Ok mi ero dimenticata di menzionare quanto maschilista possa essere Huang. Sforzo un sorriso e sorrido.

<Mi dispiace signore, ma oggi il mio caro fratello non c'è, credo che lei sia già stato informato che il capo famiglia sono io e non mio fratello.>

Alejandro nota il mio nervoso, e mi stringe la mano. <oh mi scusi signorina Ivanov, è solo che non si vede tutti i giorni una donna a capo di una famiglia- ora è a disagio, ma non demorde e continua- Venga con me nel mio ufficio le devo fare un offerta.> Faccio segno a mio fratello di andare, e seguo il signor Huang e suo figlio.

Entriamo tutti e tre nel suo ufficio, e mi fanno accomodare su una poltrona offrendomi vari liquori, che prontamente rifiuto.

Padre e figlio si accomodano su un divanetto dinanzi al mio, ed il più grande prende parola.< Signorina Ivanov> - lo interrompo- <diamoci del tu Shang> Lui obbedisce e continua.

<Allora Iris, la faro breve, l'impero di tuo fratello Ernandez- lo interrompo di nuovo, questo uomo mi dà sui nervi.

<il mio impero Shang, la mafia russa ha una regina non uno zar, e tu lo sai bene, ma ti piace giocare con il fuoco.>Shang abbassa il capo e continua.

<dato che il tuo impero si sta ingrandendo sempre di più, vorrei proporti un'unione, un matrimonio convenzionale con il mio primo genito Yan.>

Strabuzzo gli occhi, non me lo ha chiesto veramente.< Shang col dovuto rispetto, ho faccende più importanti da sbrigare che infilarmi in un matrimonio di convenienza>

provo ad essere il più cordiale possibile, ma a quanto pare Yan non è d'accordo,< M'addai che faccende potrà mai avere da fare una donna> dice derisorio. Mi sto incazzando, e suo padre l'ha notato. Mi alzo in piedi e mi dirigo
verso Yan che fa lo stesso.

<Non rivolgo neanche
l'attenzione ad un uomo maschilista, figuriamoci sposarmici. Io sono la regina della Russia ed esigo rispetto, chiunque non me lo porti sarà sotto la mia personale condanna, e stanne certo, muso giallo, non è piacevole.>

Esco da quella stanza, ormai incazzata, in cerca di mio fratello Alejandro.
Lo raggiungo davanti il bancone degli alcolici, <Iris sta attenta, Ernandez mi ha avvisato che stasera ci sono anche gli italiani.>

Ok questo non me lo aspettavo. Mio fratello si alza dirigendosi verso il buffet, lasciandomi
da sola.

Mi siedo al bancone ordinando un Martini.<Ecco a te bellezza> dice il barman, dandomi subito dopo un foglietto, su cui presumo abbia scritto il suo numero.

Lo guardo e gli dico: <Tranquillo ci piace la stessa cosa, sono lesbica, ma credo che la ragazza dietro di te non sia del mio stesso parere.> Piccola bugia, non sono lesbica, ma non avevo voglia di rifiutare quel poveretto.

Bevo un sorso del mio Martini, quando mi sento sfiorare un braccio.

<Non sapevo che la grande regina di scacchi fosse omosessuale.>
Un ragazzo alto almeno il doppio di me, mi si siede vicino.
Mi è familiare, ma l'unica cosa che riesco a scorgere in lui è il suo accento italiano.

<Oh, che maleducato, lasci che mi presenti, io sono Lorenzo Rossi...>

SPAZIO AUTRICE

È da molto che non aggiorno per via della scuola, ma per farmi perdonare ho fatto un capitolo più lungo. Spero vi piaccia🫶🏻

Scacco matto «per fare scacco ci vuole il matto »Where stories live. Discover now