13)Abbaglio

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Le due amiche arrivarono alla pizzeria, ridendo.
Un ragazzo galante li aspettava con la schiena appoggiata sulle grate di ferro nero del cancello, come fece qualche settimana prima..

Sembrava proprio che le stesse aspettando...anche allora..magari era destino che si fossero incontrati..

-Ciao ragazze!- Salutò tutto sorridente.
Mia e Jenny ricambiarono il saluto.
-Siete qui per fate uno spuntino?-
-In realtà mi aveva invitato tuo fratello-
Il ragazzo scoppiò in una grande risata bonaria... -È un mito, non trovate?- dichiarò dopo. Era ironico?
Poco dopo aprì le grate del cancello e lasciò le due amiche entrare nel locale.
-Ciao Mia!- arrivò  tutto raggiante il fratello in questione: aveva una tracolla di cuoio da cui fuoriscivano gli  angoli di tanti fogli di carta...
-Hai portato anche Jenny?-
-Si. L'ho incontrata per strada-
-Mi serve la farina e so che andate al centro commerciale..-
-E vi fate una tanto bella gitarella senza neanche dirmi nulla?- si intromise il ragazzo galante.
-Non lo sapevi?- chiese Mia
-Non è mica il mio bodyguard! Io sono una persona a parte..posso fare quel che voglio!-
Tutti risero all'impacciato tentativo del cucciolo di difendere la propria libertà, ma i suoi occhi dolci e i suoi lineamenti delicati lo facevano sembrare  un batuffolo arrabbiato..
- Ha ragione.- Il ragazzo galante diede una pacca sulla spalla a suo fratello.
-Divertitevi allora!- aggiunse dopo.
-Come?! TU non vieni?-
Oh cacchio. Si pentì amaramente di quello che aveva detto...ma le parole le erano uscite così naturali...
-Non volevo fare il terzo...bhe,il quarto incomodo.. in fondo è un momento per voi e mio fratello..però se volete vengo-
-A me va bene-
Il cucciolo annuì riluttante.
- Sei sicuro?-
-E va bene-
-Non sei costretto da nessuno eh..-
-Ma chi mi costringe. In fondo sei sempre mio fratello...e ti voglio bene..-

L'inaspettata dichiarazione d'amore lasciò tutti con un bel sorriso.

Imboccarono la strada per il centro commerciale.

Tutti chiaccheravano distratti, ma lei, ancor di più..
Aveva 15 euro dietro.
Che sfigata.
A fare shopping con 15 euro  in tasca.. non gli ci bastava nemmeno per un vestito..E vabbè. Alla fine che doveva mai comprare? Era lì per divertirsi e non per acquistare mezzo mondo.. e per divertirsi non bisognava per forza acquistare mezzo mondo.
Guardò le facce dei ragazzi che le camminavano affianco: l'orologio del suo telefono segnava le 18.15 e dei riflessi dorati segnavano le loro guance magari "abbellite"con un po di brufoli schifosetti...
Avevano tutta la vita davanti.
E mentre un'altra giornata si apprestava a morire loro brillavano, lucenti nella loro giovinezza.
Respirò forte, quell'aria al tramonto, ma tossì subito dopo...si trovavano ancora nella grigia città  dove l'aria è inquinata e diventa difficile respirare.. Queste cose le poteva fare solo in campagna, dove l'aria era fresca e pulita. Aveva sempre sognato di vivere in un cottage appartato nell'intero nulla.. anche se significava che dovevi pigliar la macchina per raggiungere il centro commerciale e comprare solo le cose più basilari...
Ma questo ed altro, per i suoi sogni fatati!
Si immaginò con un cappello  di paglia e un vestito floreale lungo fino alle caviglie, che sorrideva in mezzo ad un campo di papaveri.. i suoi occhi d'ebano luccicavano di una strana luce, e come punta da non si sa quale insetto cominciò a correre in questo campo  di papaveri fino ad arrivare lontano, lontano. Cominciò a correre davvero, superando superando gli altri, Con i capelli al vento, gli occhi chiusi, che rideva felice. I ragazzi presero a rincorrerla, e così che tutti ora stavano correndo senza spiegazione. Non capivano, non potevano capire. Nella sua visione, lei attraversava il campo a lunghe falcate, sfiorando i fiori con la punta delle dita, volteggiava tra le piante che non sembravano mai finire. Si voltò indietro: Il suo cottage era ormai lontano, la città ancora di più. Guardò dritta il sole, sfidandolo con lo sguardo, mise la mano ben aperta davanti al luminosissimo astro e diventò nera. Non smetteva di fissare quella luce magnetica che la trasportava nei suoi sogni. Quando posò lo sguardo sui suoi amici vide tutto scuro...piano piano, tornò normale. Si era accecata:Aveva guardato troppo a lungo il sole. Le faceva male, e  data la sua già pessima vista,non era la scelta migliore...ma a volte, è proprio bello farsi abbagliare...

Boots under sweatpants-Questa non è un'altra storia d'amoreWhere stories live. Discover now