Cos'è Per Te L'amore

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La mattina successiva si ritrovarono nella carrozza con Vario e c'era un silenzio imbarazzante.
Si scambiavano sorrisi con le labbra ritirate verso l'interno della bocca lasciando una linea sottile. Vario lì guardava uno ad uno per tutto il viaggio e questo non faceva altro che aumentare l'imbarazzo.
Virgilio si era tormentato tutta la sera. La scenetta di ieri lo aveva accaldato non poco, costringersi ad andare via era stato molto doloroso, ma non poteva fare a meno di pensare alla domanda di Orazio. "Vuoi restare a dormire qui?"
E se... No impossible. Era stato molto chiaro sulla faccenda, glielo avrà chiesto per cercare di mantenere l'amicizia e far tornare la situazione come prima. Ma non poteva farsi questo. Dormire al fianco di Orazio sapendo di non poterlo avere...
Appoggiò la testa sul pugno della mano e osservò la campagna che si mischiava verso l'orizzonte con i colori dell'alba.

Orazio dal canto suo non voleva assolutamente ritornare all'amicizia di prima. Con l'invito di restare a dormire sperava di ottenere altro da Virgilio, ma si rese conto che era stato inopportuno. Virgilio gli aveva fatto capire chiaro e tondo che non provava nulla per lui. Quando l'aveva visto allontanarsi la sera precedente aveva sentito una fitta al cuore, ma non poteva di certo obbligarlo.
Si lasciò cadere la testa all'indietro e si soffermò a guardare il cielo rosato che si schiariva pian piano con l'innalzarsi del sole.

Vario assisstè a quella scena depressa e sollevò gli occhi al cielo. E tornò a leggere il suo libro.
Arrivati a Roma Virgilio e Orazio vinsero momentaneamente l'imbarazzo e si concentrarono per ripetere il passo di Cicerone.

Lo ripeterono alla perfezione molte volte e anche dinnanzi alla folla non ebbero problemi. Virgilio aveva avuto solo un momento di esitazione quando Orazio gli poggiò la mano sul fianco per tranquillizzarlo dall'ansia. Non si era accorto nemmeno di star tremando. Nonostante ciò portarono a termine il passo e ricevettero un applauso da tutti i membri e un sorriso da Mecenate.
- Controlla la tua faccia amico mio, o tutti capiranno che Orazio non è solo il tuo amichetto.

In effetti Virgilio si sentì la faccia in fiamme e dedusse di essere tutto rosso. Aveva le mani fredde così se le mise sulle guance per calmarsi.
- Ancora ti imbarazzi a parlare davanti a noi eh amico? - chiese Ovidio.
- Eh già... Proprio così.
Guardò male Vario che fece una risatina.
- Allora miei colleghi - cominciò Mecenate - dopo questa brillante esecuzione, vi annuncio la tematica di oggi. L'amore. Ovidio inizia tu.
Ovidio sorrise.
- Aaaa per men l'amore è un ludus, un gioco galante, un gioco che ha come premio finale il piacere.
- Sei un donnaiolo insomma. - rispose Mecenate.
- Lui dice così però i suoi versi dicono altro. - intervenne un poeta dall'altro lato del tavolo. - Com'era quel verso?
"Odero, si potero. Si non, invitus amabo" (ti odierò, se potrò. Altrimenti ti amerò mio malgrado)
Ovidio sorrise dinuovo.
- Il romanticismo serve per conquistare le belle donne. Sto pensando di scrivere un manuale su come farlo.
Tutti risero.
- Tibullo? - Chiese Mecenate.
- Per me è un po' un'ansia. Nel senso; lo vedo più come una cosa furtiva. Come se la donna stesse sempre lì lì per tradirti.
- Capisco. Orazio?
Orazio si era incantato quindi alzò lo sguardo con gli occhi sbarrati.
- Come vedi l'amore?
- Oh.... - guardò per un momento Virgilio. - allora....
Si prese un momento per pensare.
- Secondo me l'amore vero, quindi quello profondo e passionale, è una fonte di dolore.
Virgilio girò di scatto la testa.
- Ti fa star male e ti va a scombussolare la mente.

Era una frecciatina?
Virgilio era convinto di sì. Gli stava dicendo indirettamente che Virgilio stava impazzendo.
Orazio invece lo aveva detto con tristezza intendendo che l'amore molte volte non viene corrisposto.
Si guardarono per un breve istante e poi abbassato o lo sguardo triste dopo l'ennesimo fraintendimento.
- Virgilio?
Virgilio non aveva tanta voglia di dirlo ora, soprattutto dopo Orazio. Non voleva sembrasse una frecciatina. Ma tutti lo stavano guardando così spuntò il rospo.
- Per me l'amore è un istinto vitale ed è quindi universale e irresistibile; induce a polarizzare su di sé ogni attenzione, a soddisfare le pulsioni personali fino alle estreme conseguenze e privilegia l'individuo sulla collettività. Ad esempio Orfeo per riportare alla luce Euridice affronta la più oscura e minacciosa delle imprese.
- Interessante.
Virgilio guardò Orazio che però stava guardando il pavimento.
Ecco lo sapeva, l'aveva presa a male.
- Quando tutti ebbero detto la proprio lessero qualche verso di antichi autori sull'amore e Virgilio si sentì morire.
Prima di lasciar andare i propri compagni Mecenate assegnò loro un compito. La tematica del prossimo giovedì sarebbe stato il tempo e avrebbero dovuto comporre qualche verso a riguardo.
Si salutarono e usciti dalla struttura si diressero verso casa di Castorione. Cenarono e andarono a letto. Ognuno nella propria stanza. Vario non poté fare a meno di fare battute sulla situazione dello scorso giovedì, ma Virgilio si chiuse in camera sua con le coperte fin sopra la testa e si raggomitolò quasi come per impedirsi da solo di muoversi.
Si addormentò in preda ai pensieri.

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