Parthenias

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Essenso andato a dormire alle 5:30 di mattina, due ore dopo la sveglia suonò come un allarme antincendio a tutto volume. Virgilio scese con pesantezza dal letto e si diresse verso la cucina. Gli occhi gli lacrimavano e gli bruciavano supplicando di restare chiusi per altri cinque minuti. Si preparò la colazione, si lavò e si vestì; per poco non uscì in ciabatte. Era una bella giornata, ma Virgilio a stentò la guardò visto che camminava praticamente a occhi chiusi. Urtò un paio di persone che gli lanciarono delle imprecazioni, ma lui era troppo frastornato per farci caso. Arrivò in accademia e si diresse verso il gruppo. Tutti erano arzilli come pulci, tranne Tucca, lui sembrava uno zombie.
Vario appena lo vide sembrò agitarsi come il resto del gruppo.
- Buongiorno - disse Virgilio come se stesse parlando da un'altro mondo.
Il gruppo restò in silenzio. Virgilio li avrebbe guardati con aria interrogativa se il suono della campana non avesse segnato l'inizio delle lezioni. Appena udirono i rintocchi tutti scapparono da lui. Ma ancora una volta Virgilio non aveva la forza di farsi delle domande. Si diresse verso la sua classe deciso a mettersi nelle ultime file in modo tale da schiacciare un pisolino, ma c'era qualcosa che non andava, tutti lo guardavano e si scambiavano risatine. Virgilio si mise a sedere guardandosi intorno. Era impossibile che stessero guardando lui, lui era invisibile agli occhi di tutti. Si convinse che era tutto frutto della stanchezza, appoggiò la testa sul tavolo e si addormentò prima che il maestro entrasse nell'aula.

Il suo pisolino però non durò molto.
Venne svegliato da un rumore molto forte proprio accanto al suo orecchio. Si alzò di scatto e ci mise un po' per mettere a fuoco la faccia infuriata del maestro Serone con un giornale in mano.
- Qualcuno preferisce i festini notturni alla retorica?! O semplicemente trova la mia lezione noiosa signor Marone?!
- Cosa? No, no le sue lezioni sono sempre molto interessanti mio signore, è solo che...
- È solo che adesso è pregato di uscire. Non voglio fannulloni scansafatiche nella mia classe, questo è un oltraggio alla mia dignità.
Virgilio ora ben sveglio e pieno di vergogna si alzò per uscire dalla classe, nel mentre però vide ancora che la gente bisbigliava e ridacchiava guardandolo e indicandolo. Non se l'era immaginato allora. Cosa aveva fatto? Possibe che tutti lo ritenessero uno scansafatiche libertino notturno?
- SILENZIO - il maestro Serone interruppe quel brusio e continuò infastidito la sua lezione. Erano le 9 del mattino, la prossima lezione era alle 11. Cosa fare nel mentre? Ovviamente pensare al perché tutti ridessero di lui.

Seduto alla mensa diede libero sfogo alla sua mente creativa.
Cosa c'era di diverso oggi da ieri? Sembrava una pezza che cammina. Forse per quello? Aveva un aspetto sciatto? Si guardò nel riflesso della porta di vetro. Apparte la faccia aveva il solito aspetto. Magari era sporco da qualche parte o aveva qualcosa attaccato dietro la schiena? Si girò per verificare. Nulla. Forse era perché si era addormentato in classe? No, lo facevano in molti. Si rimise a sedere. Forse era successo qualcosa ieri? Lui non era ubriaco quindi non aveva fatto chissà quale sciocchezza e se anche l'avesse fatta nessuno era nella condizione di ricordare. Ma pensò per sicurezza a cosa avesse fatto. Il discorso di Vario? L'amicizia con Orazio creava problemi a qualcuno? Orazio. Lui non era ubriaco, era stato con lui tutta la sera praticamente e quella mattina era scappato anche lui, lui sapeva qualcosa. Beh non era stato con lui tutta la sera. Prima di raggiungerlo era con una cortigiana. FLAMINIA. Forse qualcuno l'aveva visto entrare nella camera con lei, quindi la sua teoria iniziale che tutti lo credevano un libertino era vera, ma ripensandoci tutti quella sera si erano divertiti con qualcuno. Forse lo shock derivava dal fatto che non si aspettavano una cosa del genere da Virgilio? Poi si bloccò.
Oh no no no. Se fosse trapelato il discorso fatto con Flaminia?! Accidenti, lei non era così ubriaca, poteva benissimo aver ricordato tutto. Ma perché rivelarlo? Cosa le importava di lui? O si? Certo era una cosa ridicola di cui parlare, ma se...? Doveva assolutamente trovare Orazio era l'unico che poteva spiegargli tutto.

Peccato che Orazio non si fosse fatto vivo per il resto della giornata. Che vigliacco, e che bell'amico. Tornò a casa con l'intenzione di andare a casa sua dopo pranzo, ma svoltato l'angolo si trovò Vario davanti alla sua porta.
- Ma buongiorno amico
Virgilio in quei tre secondi doveva decidere se essere arrabbiato e ignorarlo o chiedere gentilmente di dargli delle risposte.
- Mh- e vai con la prima opzione. Non gli andava giù che anche lui fosse scappato quella mattina senza dargli spiegazioni.
Entrò in casa sperando che lui lo seguisse e insistesse nello spiegargli qualcosa.
Con suo grande sollievo lo fece.
Vario sembrava agitato anche se cercava di nasconderlo.
- Vedo che ti sei ripreso zombie.
Virgilio non rispose.
- Com'è andata la giornata?
Si era scocciato, la commedia era andata gia per le lunghe.
- Guarda non lo so, mi sveglio dopo due ore di sonno, mi becco insulti dalle persone perché gli vado addosso camminando. Arrivo in accademia e vi trovo tutti arzilli nonostante ieri fosse in condizioni pietose. No sul serio svelatemi il vostro segreto. Poi vado in classe con tutti che mi guardano. Vengo svegliato brutalmente dal maestro ed esco con gli occhi di tutti addosso e qualche risatina, ma la cosa peggiore è che i miei "amici" scappano da me.
Vario interdetto dal vedere Virgilio arrabbiato per la prima volta si limitò a dire
- Brutta giornata allora
Virgilio infuriato si girò e si diresse verso il camino.
- Ok ok scusa aspetta. Ti spiegherò tutto. Siediti.
Virgilio si accomodò sulla sedia con le braccia conserte.
Vario lo fissò e di sbotto disse
- Ti chiamano parthenias.
Ecco fatto, Flaminia aveva fatto la spia.
Virgilio era arrabbiato così si alzò è iniziò a strappare un foglio di carta in più pezzi possibili andando avanti e indietro.
- È vero?
- Che importa?
- Beh te l'ho data io Flaminia, mi sento in colpa e anche un po' a disagio.
Virgilio si addolcì, lui non lo giudicava.
- Non devi, l'hai fatto con le buone intenzioni.
- Comunque non credo che a rivelarlo sia stata Flaminia, il giorno dopo stava una pezza e non ricordava nemmeno chi tu fossi. Qualcuno ti avrà sentito e stanne certo, io lo troverò. Non permetto a nessuno di deridere i miei amici.
Virgilio non poté fare a meno di sorridere.

NDA: scusate se non ho publicato ultimamente, per recuperare questa parte l'ho fatta più lunga. Spero vi piaccia <3

carpe diem Where stories live. Discover now