Influenza

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25 Novembre.
Christian quella mattina si era alzato particolarmente presto, l'orologio sul suo polso segnava le 5:23 del mattino, mentre correva per i vicoletti vicino casa sua.
Si era deciso per una corsa mattutina, com'era ormai abitudine per lui da qualche mese a quella parte.
E la cosa non gli andava male, anzi, lo aiutava a vedersi "più grosso" e più in forma, il ché non guastava mai.






Ma quella mattina in particolare, aveva abbandonato il letto con una certa fatica, visto chi ci dormiva...
Mattia era andato a fargli visita a Bergamo e caso vuole che i suoi genitori e Alexia in quella settimana non sarebbero stati a casa, perciò ne avevano un po' approfittato. Avevano passato la notte alla grande e Christian non poteva essere più felice, fresco e allegro di così.
Perciò, diciamo, la corsetta di quella mattina era stata particolarmente soddisfacente, tanto che il sorriso del corvino non abbandonava il suo volto e più volte aveva rischiato di prendersi davanti qualche muretto o bicicletta per ripensare alla sera precedente.







Era talmente tanto perso nei suoi pensieri riguardanti il più piccolo, la sua vita stretta, il suo culo sodo, la sua bocca da favola, la sua lingua calda e quei bottoncini marroni, che non si era reso conto della pioggia battente che gli cadeva sulla testa da un bel po' a giudicare da quanto fosse zuppo. Riprese la via di casa e si affrettò a rientrare.





Cercò di fare il meno casino possibile visto il silenzio che trovò, presupponendo che il suo fidanzato stia ancora dormendo.
Era così, infatti.
Si passò un asciugamano in maniera veloce sulla testa e sui capelli zuppi d'acqua, si tolse i vestiti bagnati e buttò tutto a terra. Sa benissimo che dovrebbe farsi una doccia calda, ma proprio non ne ha voglia in quel momento.
Perciò si rimette a letto, sotto le lenzuola cercando di riscaldarsi così e si perse nei lineamenti delicati del più piccolo fino a che non crolla al suo fianco con un sorriso.







Erano a malapena le 10, quando Mattia iniziò ad aprire gli occhi e si ritrovò accanto un corvino quasi del tutto nudo se non fosse per i boxer neri che ancora portava addosso.
Dormiva così beato che il biondino sorrise e si avvicinò a lui per lasciargli delle dolci carezze sul viso e fra i capelli, ma quando andò per accarezzargli il petto nudo, lo trovò molto freddo quasi gelato.
Così si mise a chiamarlo e scuoterlo per svegliarlo...








—Chri? Chri? Svegliati, Chri! - esclamò.

—Eh? Che c'è? - chiese con un occhio aperto e uno chiuso.

—Sei freddissimo, ti senti bene? - chiese preoccupato.

—Se vuoi riscaldarmi, puoi farlo. - propose con gli occhi chiusi. —Magari con questa. - disse, posando una mano alla cieca sulle labbra del più piccolo. —O magari con questo.

—Toglimi le mani dal sedere! - esclamò il barese, alzandosi dal letto, per poi vedere i vestiti bagnati per terra. —Ma guarda che solo tu puoi decidere di andare a correre in maniche corte a novembre, eh. - lo rimproverò con le mani sui fianchi il più piccolo.

—Ma lo sai che quando ti arrabbi sei ancora più bello? - chiese Christian, ora sveglio e seduto sul letto, mentre si strofinava gli occhi. —E anche molto sexy... - abbassò e sollevò le sopracciglia con tono ammiccante.

—Se pensi che due complimenti mi addolciscano, sei fuori strada. - disse, prima di incrociare le braccia sul petto e di girarsi per andarsene dimenando i fianchi.

—Che ben di Dio, sono forse in paradiso? - urlò per farsi sentire dal più basso.

—Vai lavarti! - urlò di rimando il biondo.




(...)






Dopo la doccia, arrivò il pranzo e con esso anche la consapevolezza che molto probabilmente Christian si fosse raffreddato.
Mattia notò come il più grande sembrava sentirsi più debole e fiacco, fino a quando le sue "insinuazioni" (come le aveva definite il bergamasco) non si rivelarono veritiere nel momento in cui gli occhi del più alto iniziarono a diventare sempre più lucidi e rossi.




Raccolta di OS -ZenzonelliOnde histórias criam vida. Descubra agora