1.1 I momenti prima della rovina

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Ci sono molte leggende, favole, poesie addirittura opere teatrali che parlano di un regno perduto. Il nome di quest'ultimo è Barovia, un tempo era uno dei regni più fluenti, immerso tra catene montuose conosciute anche come "Monti Balinok", tra fitte foreste, riccheggiava di fauna e flora. A Barovia c'erano circa ventisette mila abitanti, maggiormente umani o vistani.

Un giorno di primavera a Barovia giunse un conquistatore del nord con l'intenzione di diventare il nuovo sovrano del regno. Egli vi riuscì, Barovia divenne una monarchia. Però pian piano che passava il tempo, il regno iniziò a dissolversi, e alla fine svanì dal mondo, dalle cartine geografiche, esso con il suo nuovo sovrano.

Nessuno riuscì a capire come fosse possibile tutto ciò, chi cercava di rintracciare anche un minimo dettaglio o indizio di Barovia, ritornava sempre a mani vuote. Altri invece, non fecero più ritorno...

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"Guarda, uno scoiattolo delle nevi!" Esclamò, Lya puntando un piccolo esserino che si arrampicava su un albero. Era inverno la foresta di Everwinter era una grandissima distesa bianca, una tela con alcuni dettagli verdognoli e marroni. Il vento non era fortissimo in quel giorno, il giusto per scompigliare i capelli neri e rossi della giovane umanoide, vestita con una maglia nera, dei pantaloni attillati dello stesso colore, stretti alla vita con delle cinture dove sono attaccate delle piccole borsette che contengono due ampolle e le sue armi, tutto coperto da un mantello nero e rosso come i suoi capelli. Tra le mani aveva l'oggetto più importante per lei, la sua amata lira. Uno strumento creato in legno pregiato di betulla con dei dettagli oro ed un diamante in mezzo, le corde erano sempre accordate e tese il giusto.

"Focalizzati sulla strada Lya, ci manca poco ed inciampi su un ramo o su una radice." La rimproverò, un ragazzo sulla ventina dai capelli bianchi e gli occhi blu notte, indossa dei vestiti da cacciatore: un completo nero e blu come i suoi occhi, un mantello con cappuccio fatto di lana sembra sul marrone e uno scalda collo fatto dello stesso materiale del mantello. Sulla spalla ha sempre il suo fedele amico corvo che si stava lavando le morbide piume nere. Il suo nome non è mai stato detto, per Lya lui si chiama "corvetto". Un nome banale ma adorabile per i suoi gusti. Corvetto fece una sottospecie di facepalm guardando Lya agitarsi per dei normalissimi scoiattoli, anche se, percepì qualcosa di strano.

"Il vento soffierà forte tra poco, mettiti il cappuccio Xeno!" Disse Lya mentre guardava delle Myosotis lilla cresciute ai lati del sentiero. Xeno obbedì. Mentre si sistemava il cappuccio il corvo iniziò a starnazzare, come se avesse paura di qualcosa. Era agitato, guardava il pavimento muovendo le ali dando di conseguenza dei schiaffetti in faccia al povero padrone. Lya girò lil capo verso il piccoletto e l'amico, notò un espressione molto insolita di Xeno, quasi un senso di disagio, si girò completamente verso di loro inclinando la testa come i gatti quando sono curiosi o straniti per qualcosa.

"C'è qualcosa che non va?" chiese preoccupata.

"Non lo so, mi mento osservato." rispose tirando fuori l'arco.

Sotto ai loro piedi una distesa fumogena si avvicinava, nebbia? Al momento sembrava ciò, Lya alzò lo sguardo vedendo che la nebbia iniziò ad alzarsi intorno a loro, alla fine non vide più niente oltre a Xeno.

"Lya! vieni qui!" disse spalancando gli occhi mentre porgeva il braccio alla compagna di viaggio.

Panicata corse verso di lui afferrandogli il braccio e da quel momento, la nebbia li inghiottì. Lasciando sulla distesa di neve soltanto le impronte. Da quel momento, i due non vennero più trovati e il pensiero di non poter raggiungere il loro obiettivo era angosciante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 13, 2023 ⏰

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