Sospirai, nascondendomi con la testa sotto al cuscino, cercando di scacciare via Agnese.
La sentii uscire dalla camera senza dire altro, abbandonandomi a me stesso.
Louis tra l'altro aveva provato a venirmi a trovare, per sapere come stavo, ma le urla della padrona di casa erano state chiare riguardo alla sua presenza in mia prossimità. Lei non aveva tutti i torti, ma lui aveva ragione.
Non riuscivo proprio a togliermi dal cervello le parole che mi aveva detto, riguardo al fatto che non c'era nessun motivo al mondo per il quale Agnese volesse stare con me.
Infatti ritengo e confermo con estrema amarezza che lei è solo una brava persona con complessi da crocerossina, sennò non mi spiego la sua disponibilità.

E.....non metto in mezzo Tito nel mio flusso di pensieri solo perchè non ci voglio pensare......
Anche se apprezzo quello che lei ha fatto, rispettandomi a tal punto da non chiedere nessuna spiegazione nè motivo per il mio scatto d'ira folle.

Poco dopo però la sentii rientrare in camera, zampettando intorno alle tende per aprire un pochino la finestra. Ringhiai con forza, nascondendo il braccio bendato e raggomitolandomi sotto le coperte.
<< non ti voglio rompere le scatole, ma....avevo da fare una cosa molto meccanica e dovendo star seduta a farlo ho deciso di farti compagnia!>> disse raggiante. Dio quando odio quando è così pimpante e felice di vivere!
Cos'è sta volta? Delle verifiche? Dei conti da controllare?
Si sedette e sentii la pressione del suo corpo spostare l'equilibrio che c'era sul materasso.
Ringhiai di nuovo, facendola ridacchiare, ma aguzzai l'orecchio per capire cosa stesse facendo senza uscire dal mio nascondiglio, come facevo ogni volta che lei si ostinava a venirmi in camera a rompere i coglioni!
Non sentii rumore di carta, non era a sistemare o correggere fogli, ma sentii rumore di....ferri?

Sbirciai spostando un lembo del lenzuolo per vedere cosa stesse combinando: era a lavorare a maglia? Stava finendo un piccolissimo maglioncino rosa confetto, con dei ricami rossi, sferrazzando con ritmo incalzante e senza distogliere lo sguardo dalle maglie.
Feci un verso confuso, erano 2 settimane che non aprivo la bocca, non mi ricordavo neanche che voce avessi.
<< è per mia nipote! Ginevra è incinta, ormai mancano 3 mesi e io le sto preparando un corredo...>> disse tutta tranquilla.
Vederla lavorare a maglia mi rincoglioniva il cervello, era quasi ipnotico.
Che cazzo è un corredo?

<<lo sai che mia madre non me lo fece un corredo quando sono nata? Non era donna da mettersi lì a ricamare, invece a mio fratello e ai suoi figli ha ricamato anche le tende di casa. Bah!>> esclamò, pensando ad alta voce. Ok, un corredo è tipo un set di vestitini e altre cose che si fa prima della nascita di una creatura, capito.
Finì di sferruzzare e piegò elegantemente quel maglioncino, con tanta premura e uno sguardo pieno d'affetto: non vedeva l'ora d'essere nonna. Un senso immenso di tristezza mi invase, ma feci finta di nulla mascherandolo come sempre.

Lei si sgranchì, per poi accendere la Tv e tornare a cercare tra i gomitoli di lana altri tessuti all'apparenza morbidissimi i colori giusti. Che aveva intenzione di sferruzzare stavolta?
Trovai d'intrattenimento guardarma scegliere i colori con attenzione e prepararsi a creare qualcos'altro, ovviamente con un pensiero fisso in testa: beata sua nipote, che non è ancora nata ed è già tanto amata...

Ci mise un paio d'ore a terminare quello che stava creando e porco cane se era veloce! Messa su una sitcom, neanche finita la sigla iniziale ed aveva già iniziato la seconda fila di maglie. Passai tutto il tempo a guardarla, cercando di capire cosa stesse facendo. Non era un vestito, era di sicuro un giocattolo o cose così....
Alla fine, tirò l'ultimo filo ed ecco fatto: aveva creato un leoncino tutto a maglia da zero, dal corpo beige-giallo e la criniera rossastra! La più cosa buffa e simpatica erano i due bottoni verdi che aveva usato come occhi.
C'è qualcosa che non sapeva fare quella donna?!?!?!
Era anche bello grande per essere un peluche per una bimba, sarà stato 50cm di lunghezza, con ogni singolo ricciolo della criniera fatto a sè.

Rimasi impressionato, in quel mix di triste e rassegnato che ormai colorava di merda le mie giornate. Una parte di me era così invidiosa, potevo sentire il piccolo me fare un capriccio! Nessuno mi ha mai regalato un gioco, un peluche...eccetto......eccetto il coniglietto blu di Tito, che quelle Puttane delle suore mi hanno sequestrato.
Ricordo ancora di essere andato da Tito piangendo e lui, dopo avermi preso in braccio, mi diede il permesso di chiamarle troie. Era stato liberatorio!
Me ne comprò uno identico il giorno dopo, e rimase in accademia sulla mia branda finchè non partii per la guerra.

<<oh, ecco! Era da ben due settimane che volevo fare questo progetto, ma non avevo mai trovato un paio di ore libere per mettermi sotto!>> disse soddisfatta.
Accennai un minuscolo sorriso, ma quello che successe dopo portò i miei occhi a gonfiarsi di lacrime.....
Agnese approfittò di uno spazio che si era creato tra il mio braccio sano e quello ferito per infilarci il leocino.
Aspetta ma...?

Mi baciò la fronte, accarezzandomi i capelli che era da troppo tempo che non lavavo, per poi abbracciarmi forte, stando attentissima a non farmi male:<< almeno ti tiene compagnia mentre non ci sono! Passerà questo brutto periodo, amore della mamma.... sei un leone, ricordatelo! Ti risolleverai anche questa volta!>>
Inutile dirvi che bagnai la sua maglia di tutte le lacrime che per due settimane non avevo osato versare....

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Место, где живут истории. Откройте их для себя