Chapter 21

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LOGAN

Uscii dalla classe di algebra tra i primi, dirigendomi al mio armadietto per cambiare i libri e controllare se qualcuno mi avesse scritto un messaggio.
Da quando avevo messo giù la chiamata, lei non mi aveva richiamato, nonostante i miei numerosi tentativi tra messaggi e telefonate. Il suo trascurarmi, nonostante cercassi di camuffarlo a chi mi conosceva bene, mi stava distruggendo internamente.

Non appena appoggiai il materiale di algebra all'interno del mio armadietto dopo aver inserito la combinazione, guardai il telefono. Scorsi in basso tra le varie notifiche, ma di Ashley non ce n'era alcuna.

Con un mix di frustrazione, preoccupazione e abbattimento in corpo, richiusi l'armadietto con un tonfo e mi diressi verso la mia classe di storia americana.

Come sempre da ormai quattro anni, tutti gli studenti che si trovavano riversati nel corridoio tra una lezione e l'altra, si scansarono per lasciarmi passare.
Alcuni mi salutavano con un <<Hey Robinson>> al mio passaggio, ma nessuno di loro riceveva risposta né quel giorno né mai.

Non appena entrai nella classe di storia, la professoressa, una donna giovane sulla trentina, mi richiamò. <<Ho una comunicazione per lei. Il preside la vuole nel suo ufficio>> spostò lo sguardo sulla porta come a indicarmi la direzione da dove andarmene.

Sbuffai per poi fare marcia indietro e andare verso l'ufficio del preside. Sicuramente mi avrebbe parlato dei numerosi problemi che io e Noah gli creavamo e di quanto avrebbe voluto espellerci dalla sua scuola, cosa che spesso mi chiedevo come avesse fatto a non accadere fino a quel momento.

Non appena aprii la porta, Rose, la segretaria del preside, mi salutò come se fossimo due amici di vecchia data siccome ci vedevamo da anni almeno una volta alla settimana.
<<Oh eccoti qui! Come stai?>>
<<Tutto bene Rose, lei invece?>>
<<A meraviglia, mio marito mi porta fuori città per il weekend>> accennai un sorriso.
<<Sa di cosa mi deve parlare?>> indicai con il mento in direzione della porta dell'ufficio del preside. In risposta lei alzò le spalle.
<<Ti aspetta. Vai prima che si arrabbi ancora di più>>

Feci un respiro profondo prima di bussare ed entrare.

Il preside mi aspettava seduto alla sua scrivania come sempre. Senza alzarsi mi indicò la sedia.
<<Sempre un piacere vederla qui, Robinson>> disse ironico.
<<Vorrei poter dire lo stesso>> lo guardai dritto negli occhi per capire cosa voleva ancora da me. Pensavo che dopo essermi presentato agli allenamenti di football e fatto il colloquio con il rettore della mia futura università, la mia condanna fosse finita, ma a quanto pare sarebbe durata fino all'ultimo giorno di scuola, se non oltre.

<<Di cosa mi vuole parlare questa volta?>> domandai scocciato, appoggiandomi con la schiena alla sedia per mettermi comodo e poter ascoltare le stronzate che aveva da dirmi.
Rimase in silenzio, si alzò e guardò fuori dalla finestra, il tutto senza considerarmi minimamente, come se non avessi parlato.
Sentii poi la maniglia che si apriva. Mi girai di scatto verso la porta alle mie spalle da cui fece capolino niente meno che mio fratello.

Tornai allora a guardare il preside, che questa volta ricambiò l'occhiata.
<<Preside>> Noah fece il saluto militare per testare i nervi dell'uomo, che sembravano più saldi del solito. Mi guardò e non disse nulla, così, capii subito che l'incontro non sarebbe finito bene.

Saudade Wherever I GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora