It's time to roll up my sleeves.

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Sono seduta sopra una sedia, vicino ad un tavolo in legno. Di fronte a me c'è Alan, che mi fissa con uno sguardo serio e un'espressione imperscrutabile stampata sulle labbra. Ha il gomito alzato e l'avambraccio rivolto verso il basso, con l'indice appoggiato sopra un pulsante del registratore vocale in pausa. È pronto per metterlo in funzione, ma ancora non lo preme.

Non so come, eppure ho la sensazione di aver già vissuto questa scena.

Improvvisamente, Alan rompe il silenzio all'interno della stanza. "Fino adesso sei andata molto bene, brava." Sebbene il suo tono di voce sia calmo e confortante, mi sento parecchio agitata. Mi sfrego le mani tra di loro nervosamente, tenendole appoggiate sopra il ventre. "Ora inizia la parte difficile, quella in cui parleremo di Jake. Mi raccomando, ricordati di ciò che ti ho detto prima, sul dire la verità..." Sospira, chiudendo gli occhi per qualche secondo. "Pensa che lo stai facendo per Jake e per garantirgli un futuro. Le sue buone azioni verranno riconosciute, te lo assicuro." Si prende una pausa, per poi aggiungere in tono solenne: "Sei pronta?"

Faccio un lungo respiro e annuisco con il capo.

So già come rispondere alle sue domande.

Anche lui inspira profondamente, premendo sul tasto play. Ricomincia a parlare ponendo subito una domanda, così da creare una continuità nell'interrogatorio e far sembrare che non ci sia mai stata un'interruzione. "...Mi ha parlato di cosa è successo nella cascina e del perché vi trovavate lì, ma non mi ha detto come facevate a sapere che la signorina Donfort era tenuta prigioniera in quel posto. Me ne può parlare?" Dopo un breve cenno della testa, mi cede la parola.

Rispondo senza esitare. "Perché siamo riusciti a tracciare gli spostamenti di Hanson. Dopo la sua prima aggressione, quella nella baita di Ardenbach, eravamo certi che ci fosse lui dietro a tutta questa storia e quindi lo abbiamo monitorato. Sapevamo che prima o poi ci avrebbe condotto da Hannah."

"È stata una mossa davvero azzardata e pericolosa da parte vostra. Avreste dovuto rivolgervi alle autorità e lasciar svolgere alla polizia questo tipo di operazione. Poteva finire molto male..." Afferma Alan, in un tono serio e grave. Quando però si accorge che sto per ribattere alle sue parole mi blocca, portandosi un indice alla bocca ad intimarmi di non ribattere. Grugnisco seccata, ma so che è meglio restare in silenzio; non è il caso di accusare la polizia durante un interrogatorio registrato, eppure faccio molta fatica a tacere sulla questione.

Loro non ci hanno mai aiutato.

O per meglio dire, fino ad adesso.
Alan si sta davvero impegnando con tutte le sue forze per fare ammenda dei suoi errori, ma peccato che sia tardi. Tutto questo poteva essere evitato.

Si schiarisce brevemente la voce con un leggero colpetto di tosse. Mi pone immediatamente un'altra domanda, in modo da cambiare prontamente discorso. "In che modo siete riusciti a seguire i suoi spostamenti? Non credo lo abbiate pedinato, o sbaglio?"

Sono davvero tentata di mentire e confermare ciò che ha appena detto ma evito, decidendo di attenermi a quanto stabilito e di dire la verità. "No, non si sbaglia signor Bloomgate. Siamo riusciti a posizionare un dispositivo GPS sotto il porta bagagli della sua auto, così da vedere sempre la sua posizione in tempo reale. Fatto ciò, abbiamo osservato tutti i suoi spostamenti e ci siamo accorti che si recava alla cascina due volte al giorno. Da lì abbiamo tratto le nostre conclusioni, ossia che si trattasse del posto dove veniva tenuta segregata Hannah."

Osservo Alan annuire con il capo e sorridermi, per farmi capire tramite il solo utilizzo della mimica che sto andando bene. "Sono davvero impressionato da quello che siete riusciti a fare. Immagino, però, che il dispositivo GPS sia opera dell'hacker, è corretto?"

Duskwood Legends [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora