L'idea non era pessima, ed era anche l'unica a nostra disposizione per evitare che sclerassi:<< basta che i suddetti odori non siano lavanda o gelsomino, perchè lì darei di matto, e a me va bene tutto!>> le risposi sbrigativo, mentre lei andava a prendere un asciugamano piccolo.
<<su cerca di concentrarti, che profumo associ a qualcosa di bello? A un ricordo, una sensazione....>> mi spronò a pensare Agnese, sedendosi accanto a me.
Riflettei un attimo, mentre lei sapientemente preparava tutto il necessario per medicarmi, riempiendo le mille mila siringhe con il contenuto delle fialette, evitando ovviamente di farmi vedere gli aghi:<< queste sono da mettere nella soluzione salina della sacca, tranquillo..>> rispose al mio sguardo perso.

<<...l'odore di agrumi...>> dissi di punto in bianco. Agnese mi guardò sorprendentemente stupita, ma non disse nulla. <<non mi chiedere cosa centra ....non lo so. Mi.....mi piace...tutto qui>> le risposi, senza pensare troppo.
Lei mi sorrise, bagnando l'asciugamano di qualche goccia di olio essenziale:<< pronto?>> mi domandò. Presi un respirone profondo, e non so con quale forza di volontà mi sdraiai:<< più o meno...>>
La sentii ridacciare, mentre mi copriva gli occhi con l'asciugamano, rendendo tutto buio:<< dai che facciamo prestissimo. Ti farebbe stare più tranquillo se ti dicessi quello che sto facendo, magari se mi senti scartocciare....>> mi suggerì. Io stavo cercando di non esplodere, contenendo il panico che voleva scappare da dentro di me:<< sì! Sì, mi aiuterebbe....>>

La sentii ridacchiare, e presto una mano si appoggiò sul mio petto, muovendosi con movimenti circolari:<< andrà tutto bene, tu lasciati andare e rilassati....>>
Un parolone "RILASSATI".
Agnese si mise a parlare di tutto e niente, chiaccherando di dolci e cucina per tenermi occupato e distratto, avvisandomi se scartocciava qualcosa o meno. Qualcosa le aveva fatto capire che prendermi per lo stomaco era quasi sempre la soluzione giusta. La cosa più bella erano i suoi crecchi, me li faceva abbastanza spesso, accarezzandomi il petto o il viso. Aspettate, "bella"?!? Ma che mi prende?
Ero così coinvolto dalle sue coccole che neanche sentii che mi aveva afferrato la mano, pronta a metterci l'agocannula.

<<ma perchè lo sai fare? Dico mettere le flebo e tutta sta combriccola...>> le domandai, cercando di non pensare a niente, ed per essere più precisi, proprio al fatto che mi stava per dimostrare la sua "bravura" in materia.
<<diciamo che ho dovuto imparare per prendermi cura dei miei figli... potresti sentire un pizzico, hai un taglietto sul dorso della mano e ti devi disinfettare...>> mi rispose vaga.
Mi scervellai pensando a cosa potessero significare le sue parole, sorgendo le labbra per il bruciore alla mano, bello pungente.
<<e che hai usato come disinfettante, la benzina?>> domandai un pò irritato, respirando con affanno per evitare che il dolore risvegliasse il panico. Un secondo dopo, persepii la colla di un cerotto, così sbirciai, sollevando l'angolo dell'asciugamano, per capire, dato che non mi tornava l'ordine degli avvenimenti, cosa fosse, e quello che vidi mi stupì: era l'ago cannula, l'aveva già messa.

Agnese mi sorrise, mentre io la guardavo per poi accarezzarmi il braccio:<< visto? Già fatto.... uno su due stellina, sei stato bravissimo!>>
Queste parole suscitatono in me una stranissima sensazione nel mio stomaco, che, con calore, rimescolò tutto.
<< facciamo subito le vitamine o vuoi aspettare un attimo per riprenderti?>> mi risvegliò dalla trance.
<<s-si, approfittiamone.....sul gluteo giusto?>> parlai in maniera automatica, ancora assuefatto da quelle sensazioni miste a confusione.
Quando lei annuì, mi girai sulla pancia senza pensarci.

Mentre lei, dopo avermi educatamente chiesto il permesso, mi scopriva un lembo di pelle dove fare l'iniezione, io misi la testa tra le braccia, cercando di nascondermi.
Avevo troppe cose per la testav: non riuscivo a classificare e a capire quelle emozioni che provavo, e la cosa mi faceva innervosire oltremisura! Appena sentii il bruciore dell'ago però, tutto il poco controllo che avevo andò a farsi benedire, il panico mi invase, prepotente come mai prima di allora!
Quel bruciore, così dannatamente familiare....non riuscivo ad identificare quelle nuove sensazioni, ma quello sì: ero tornato in infermeria, tenuto dalle suore, fermo sul lettino.
<<brucia....>>sussurrai con un filo di voce, un grido d'aiuto. Non sentivo più niente, mi fischiavano le orecchie così forte che ogni suono intorno a me era mutato. Presto vidi tutto nero, quei ricordi si fecero ancora più prepotenti, trascinandomi dentro un vortice che conoscevo fin troppo bene. Quel bruciore era diventato infernale, non sapevo quando sarebbe smesso e se ce ne sarebbero stati altri, sapevo solo che stavo per soffrire, e soffrire e soffrire. Era sempre stato così, le cose non erano mai cambiate...

Agrumi....
Quel profumo riuscì a tirarmi fuori da quell'incubo che la mia povera mente, debole e stanca, aveva creato.
Ero tra le braccia di Agnese, che mi strava stringendo forte a sè, mentre mi accarezzava la schiena. Prima che il mio sistema di difesa potesse scacciarla, mi rassegnai, e la abbracciai, cercandola. Volevo quel calore, quella sicurezza... avevo paura, ma non volevo combatterla.
Ero stanco di lottare, ero stanco soffire e dovermi rialzare da solo.
Agnese colse al volo il mio stato d'animo e non si limitò ad abbracciarmi, ma iniziò a baciarmi dolcemente la tempia, sussurrandomi cose dolci e gentili:<< va tutto bene stellina, sei qui.... sei qui al sicuro. Un brutto ricordo ti ha trascinato giù, ma ora stai bene. Domani chiami quel demente di Louis e vediamo se c'è un alternativa non in punture. Non ce la faccio a vederti così...>> in quell'esatto istante, lei mi asciugò le lacrime che mi stavano rigando una guancia. Senza rendermene conto mi ero messo a piangere, e non poco, stavo singhiozzando, ero terrorizzato.

Lei non mi scompose, e mi guardò con una tenerezza che quasi mi ferì, solo perchè per anni non pensavo che me la sarei meritata. Mi strinse di nuovo al suo petto, con altri baci, lasciando che i singhiozzi che mi scuotevano il petto si calmassero da soli, al sicuro. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, volevo sentirla mai come prima di allora. A un certo punto mi resi contl di una cosa, che mi aiutò a mettere insieme molti pezzi:

Il suo profumo sapeva di agrumi...

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Kde žijí příběhy. Začni objevovat