Noah mantenne gli occhi sulla strada. «Tesoro, sono serio. È vietato andarci, una legge che ho imposto io stesso, come il fatto che alle dieci e mezza di sera scatta il coprifuoco per i minorenni».

Stiles rabbrividì. «Avete un coprifuoco? E l'hai imposto tu?»

Accidenti! Lei era una ragazza notturna, il suo lavoro era serale. Come avrebbe fatto a guadagnare ora?

«Ho fatto la scelta giusta, Stiles. Ci sono stati svariati episodi nella contea e vanno avanti da anni».

Lei si voltò nella sua direzione. «Che tipo di episodi?»

«Attacchi di animali. Lupi».

Lupi?

Tremò visibilmente. «Non esistono i lupi in California».

Lei lo sapeva. Si era documentata. Come lo aveva fatto per Atlanta, New Jersey, Minnesota, Montana... e altri posti, persino europei.

Suo padre fece un sorrisetto, affatto divertito. «Dai retta a me che vivo qui da sempre. Ci sono eccome».

E dal suo volto, sembrava proprio che detestasse quelle creature. Stiles, imbarazzata, chiuse il suo quaderno dove aveva figurato più volte in più occasioni dei lupi.

I suoi album da disegno, sia nuovi che vecchi, che si era portata appresso erano pieni zeppi di lupi.

Meglio proibire a Noah di entrare nella sua stanza senza il suo permesso. In fondo era pur sempre una signorina.

Tornò a un vecchio disegno, rendendo più scura la spada di un ninja. Anche se lei l'aveva sempre definito un demone.

Nella sua vecchia scuola, lei era quella strana. Quella con pochi amici, che spesso e volentieri ritraeva scenari macabri.

Omicidi, sangue, morte...

Adesso che si era trasferita, avrebbe fatto di tutto per sembrare normale.

Niente incubi. Niente visioni. Sempre se le pillole prescritte dallo psichiatra funzionavano.

Nel tragitto per arrivare alla sua nuova casa, lo sceriffo si fermò più volte per salutare dal finestrino alcuni suoi amici e loro, non badando al suo imbarazzo, la salutarono come fosse la novità di un prossimo spettacolo che sarebbe andato in scena a Beacon Hills.

Ovviamente. Lei era la figlia dello sceriffo della contea. Si sarebbero aspettati un certo tipo di comportamento da parte sua. Ciò che avrebbe combinato, sarebbe ricaduto su Noah.

Lei, che era stata famosa per i guai in cui si cacciava, adesso doveva stare attenta.

Nonostante si fosse offerta di andarsene per lasciare spazio al bimbo di Joe e Cindy, Stiles sapeva che avrebbe sentito la mancanza dei suoi amici.

Chissà se c'erano ragazzi della sua età che amavano la danza come lei o che erano appassionati di lupi. Di sicuro, da quelle parti, c'era un club o un locale dove poteva far sentire la sua musica. Giusto?

Giunsero ad una casetta ridipinta da poco quando Stiles oramai aveva male al collo per il sedile. Suo padre l'aiutò con le borse che si era portata dietro a mano e le lasciò un secondo a terra, di fronte alla porta, per prendere le chiavi.

«Perchè mi sei venuto a prendere all'aeroporto con una volante della polizia? Avranno pensato tutti male».

«È la mia volante, la volante dello sceriffo. Mi serve perchè domattina vado a lavoro presto e dobbiamo vederci direttamente nell'ufficio di un giudice».

Entrarono e posarono le borse al piano di sopra, nella stanza riservata a Stiles. Bianca, spoglia. Adatta. Lei dubitava che sarebbe rimasta a lungo. Aveva in mente di iscriversi a un college di uno Stato tutto nuovo per lei da esplorare.

TriskeleWhere stories live. Discover now