Capitolo 65 - Soltanto una bugia

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Gettò la borsa sul tavolo da pranzo e frugò all'interno di ogni tasca fin quando non trovò una sigaretta da incastrare tra le labbra mentre si sedeva. Brycen chiuse la porta e suo malgrado la raggiunse, accasciandosi sulla sedia accanto.

Chloe aveva lasciato un messaggio anche per lui? Fremeva dalla voglia di controllare, ma non avrebbe potuto leggerlo di fronte a Mindy – e lei non sembrava intenzionata ad andarsene presto. Lo fissava di sottecchi, aspirando fumo in rapide boccate che sbuffava nervosamente al suo fianco.

«Vi siete lasciati?»

Brycen sospirò, affondando una mano tra i capelli sciolti. «Tecnicamente no. Non credo, non... Non lo so.»

«Non lo sai? Che cazzo vuol dire che non lo sai?»

«È complicato. Ti prego, Mindy, io non... Non ho ancora processato tutto, non so darti una risposta migliore di questa.»

Mindy arricciò le labbra, picchiettando la sigaretta contro il piccolo posacenere portatile che teneva sempre in borsa. Quand'era chiuso somigliava così tanto a un orologio da taschino che era capitato loro di confonderli più di una volta. Brycen fece scivolare una mano nella tasca, ma nessuna catenella si intrecciò tra le sue dita.

L'orologio non era lì. In realtà, non aveva idea di dove fosse: lo sportellino si era rotto cinque o sei giorni prima e non aveva ancora provato a sistemarlo. Persino quello gli sembrava impossibile.

«D'accordo, andiamo con ordine. Cos'è successo?»

«Non posso dirtelo. È qualcosa che riguarda Chloe, dovrebbe essere lei a parlarne.»

«Ma riguarda anche te, se è per questo che vi siete più o meno lasciati» obiettò Mindy, agitando la sigaretta a mezz'aria prima di aspirare una nuova boccata di fumo. «È per questo qualcosa che è andata via? Ha davvero a che fare con il suo lavoro? E per il Lucente, dove diamine è?»

«Lei è... a Jiyu, credo. Non mi ha detto dove sarebbe andata, a dire il vero non mi ha neanche detto che sarebbe partita. Non ricevo sue notizie da settimane, l'ultima volta che l'ho vista le ho chiesto del tempo per pensare e... Non so, forse questo è il suo modo per concedermelo.» Brycen scrollò le spalle, abbassando lo sguardo. Quella era solo la voce della sua parte logica; quella sentimentale, che il pensiero razionale non riusciva a sedare, si agitava nel suo petto come un cavallo imbizzarrito, oscillando da un capo all'altro delle sue emozioni senza trovare riposo. «Non voglio parlarne, Mindy. Te lo chiedo come favore personale, non insistere.»

«Si tratta della mia migliore amica, Brycen. La mia migliore amica che è scomparsa chissà dove e chissà perché, come faccio a non insistere? Siete strani da quando siete tornati da Zima, e visto il casino che avete passato ci sta. Poi c'è stato quel casino con Soleni e fin lì riuscivo a comprenderlo, ma adesso io...» Si fermò, bloccando a metà il respiro e liberando un sospiro tra le labbra tremanti. Sollevò la mano che reggeva la sigaretta, ma la allontanò senza neanche portarla alla bocca. «Io non ci capisco più niente, Brycen. Sul serio, io... Che sta succedendo? È tutto così assurdo, non so più cosa pensare.»

«Onestamente, Mindy, non lo so nemmeno io.» Brycen cominciò a tormentare il passante del pantalone con le dita, là dove il gancio dell'orologio l'aveva sformato. «Ho sempre sospettato che Chloe avesse dei segreti. Pensavo di essere pronto a gestirli, ma non è stato così: con Maelstrom è stato facile perché ho attraversato un simile dilemma, ma—»

«Maelstrom?» Mindy sollevò un sopracciglio. «L'ho già sentito da qualche parte... È uno dei suoi committenti?»

Brycen serrò le labbra. Ordinò al suo corpo di non mostrare eccessivo stupore, ma poteva sentire che i suoi occhi si erano spalancati e il viso formicolava come quando perdeva colore.

BluebirdWhere stories live. Discover now