Harlow e i macachi (Nahida & Scaramouche)

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AU dove Ei non ha rinnegato Kunikuzushi e lo ha tenuto con sè anche se non si è mai comportata da vera madre. Con l'arrivo del Traveler ad Inazuma, invece della risoluzione degli eventi che portava ad abolire il Sakoku Decree, l'electro archon si è sentita così minacciata da dichiarare guerra a tutto il resto di Teyvat con l'aiuto della sua creazione. 

I cieli e la terra rimbombavano portando ovunque l'eco della tempesta imminente. 
Non c'era parte del mondo che si sarebbe salvata dall'ira di Beelzebul, ovunque lei avrebbe camminato il suolo si sarebbe piegato alla furia devastante del suo dolore. Nessuno valeva la pena di essere risparmiato, nessuno era stato in grado di provarle il valore del genere umano, nessuno era stato in grado di ridarle un briciolo di speranza nel futuro. Nulla si meritava di fuggire alla sua furia: non la roccia millenaria di Liyue, non il vento libero di Monstadt, non le radici della vita di Sumeru, non le acque di Fontaine o la sabbia rovente di Natlan,o i ghiacci taglienti di Snezhnaya. E, in realtà, nemmeno Inazuma. 
Nemmeno Yae Miko aveva provato a fermarla. 
Le aveva chiesto spiegazioni, o meglio aveva cercato di raggiungere la sua coscienza nelle profondità nel pupazzo da lei creato per nascondersi da tutto e da tutti, ma lo sguardo glaciale, apatico, inesistente di quello non le aveva restituito nemmeno una delle sue parole. 
Poi aveva cercato di fermarla, non perchè Miko avesse in qualche modo il futuro di Teyvay, no di certo - lei aveva già perso tanto quanto Ei con il solo scorrere del tempo- , ma perchè temeva di ciò che sarebbe potuto accaderle andando incontro alla reazione degli altri Archon, di Celestia stessa. Eppure lei sapeva bene che quel tentativo era vano, a nulla le tornavano utili la sua personalità e la sua presenza di spirito che potevano intimidire un umano, forse, una persona che la guardasse dal basso della valle verso la cima del Gran Narukami Shrine. 
<<Tu lo capisci,vero?>> aveva esclamato infine, con voce tremante e l'espressione stravolta, al giovane che sempre vagava scalzo per il santuario, miracolo della vita creato dalle mani dello stesso tiranno. Simili, se non identici, nell'aspetto e nella personalità, lo aveva creato come un primo tentativo per ciò che era la sua residenza attuale: Raiden Shogun, contenitore della coscienza di Ei. 
Yae Miko l'aveva avvertita che se non se ne fossero subito disfatti ci sarebbero state conseguenze. Ei non l'aveva ascoltata, aveva detto che per qualche motivo non voleva controllarlo, ma che non lo avrebbe nemmeno abbandonato perchè comprendeva che non era certo stato suo il desiderio di nascere ed esisere, anche se questo peso gli sarebbe gravato da quel momento in poi. 
Non si era certo comportata come una madre. Non aveva neanche mai pensato alla sua creazione come a qualcosa di simile ad un figlio; lo Shogun aveva provveduto a quei pochi bisogni di pupazzo che manifestava e poi lo lasciava vagabondare in giro e  vedere il mondo. Eppure lui tornava sempre a casa alla fine della giornata, per un motivo sconosciuto. Non si era particolarmente legato a nessun altro che non fosse Yae Miko e alcune delle sacerdotesse del tempio. Con Ei non parlava praticamente mai. Eppure la youkai pensava che, se Kunikuzushi - questo il nome che gli era stato dato - glielo avesse chiesto, forse lei avrebbe rinunciato al proposito della guerra.
<<Se questo è il suo desiderio>> aveva risposto il pupazzo alla disperata richiesta <<allora io l'assisterò nella battaglia e nella gloria futura>>
E così aveva fatto, onorando il suo proposito per prima cosa gettando Miko nelle antiche segrete del Tenshukaku.
Lungi dal rifiutare l'aiuto, Beelzebul cominciò la sua opera di conquista di Teyvat insieme al suo prodigio.
Attraversarono le acque in tempesta del mare sul navi da guerra che recavano il simbolo di Inazuma e giunsero fino a Liyue. L'aiuto di Kunikuzushi si rivelò fondamentale più di una volta. Se entrambi loro avrebbero avuto la stessa possibilità di conquistare una nazione da soli, ciò che riuscirono a fare insieme superò di gran lunga anche le previsioni di Yae Miko. 

Morax non si oppose alla caduta di Liyue. Ei sapeva che non avrebbe mai violato il contratto con cui cedeva la responsabilità di Liyue ai suoi stessi abitanti, e nemmeno Ningguang e tutti i Qixing furono in grado di arrestare la forza distruttiva di un dio adirato e del suo equivalente. 
Ci volle poco mese di un mese perchè da Liyue Harbour a Qingce Village sventolassero le bandiere di Inazuma. 
Le perdite furono ingenti. Di fronte a questa notizia Ei non mostrò alcun segno di cedimento. 
<<Se fosse necessario sarei anche in grado di conquistare il mondo da sola>> aveva detto. 
Kunikuzushi, che si bendava un braccio ferito accanto a lei, le aveva risposto. 
<<Non sarebbe mai possibile, finchè io sono vivo non saresti mai da sola>> aveva detto.
Ma la coscienza di Ei sembrava già svanita dietro gli occhi vacui dello Shogun, che di conto non gli aveva dato alcuna risposta.

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