1. FACCIA DA STRONZA

Começar do início
                                    

«Quello è figa-dipendente, dai retta a me. Non ce lo vedo proprio mentre si fa lubrificare "il culo che parla" da un maschio.»

Denis fecce spallucce.

«So essere convincente. Tieni,» mi disse, allontanandosi dal bancone e allungandomi un post it pieno di numeri e scarabocchi, «ieri sera ti hanno cercata in ufficio. La solita concorrenza convinta che tu sia una di quelle che ha voglia di lavorare.»

Sbuffai nel prenderlo. La pausa Pocket Coffee era finita e a breve sarebbero arrivati i colleghi. Quelli con la voglia di lavorare incastonata tra i cromosomi del DNA.

«Li chiamerò tra un livello e l'altro di Candy Crash.»

Alle 10:15, dopo una pausa caffè, una scrollata alla bacheca di Facebook, un paio di inutili mail inviate a clienti ansiosi, due telefonate cui risposi con insofferenza e una serie di vergognose sconfitte a Candy Crash, mi decisi a chiamare il numero sotto il quale Denis aveva disegnato un cuoricino, una farfalla e un pene stilizzato con tanto di peli sulle palle. Il telefono squillò solo pochi secondi.

«Baker Agency, come posso aiutarla?»

Mi allontanai d'istinto dal telefono, come se guardare la cornetta potesse fornirmi conferma alle parole pronunciate dalla voce femminile che aveva risposto. Tornai con l'orecchio all'apparecchio, cercando di usare un tono neutro.

«Buongiorno, sono Lea Gessi, so che mi avete cercata ieri pomeriggio.»

Sentii le dita della receptionist digitare freneticamente su una tastiera in cerca di un filo logico che confermasse la mia tesi.

«Sì, Lea Gessi della Credit S.p.A., è corretto?» mi chiese.

«Corretto.»

Quindi aveva avuto ragione Denis, ma almeno in quell'occasione la proposta giungeva da un'agenzia inaspettata.

«Signorina Gessi, le passo il dottor Vitale, di risorse umane. Resti in linea, cortesemente.»

La voce che pronunciò il mio nome pochi attimi dopo era calda, ma un tantino troppo acuta per risultare virile e autoritaria. O era troppo giovane per quel ruolo o aveva appena preso un calcio nelle palle.

«Dottoressa Gessi, grazie di averci richiamato. La contattavo per una proposta professionale.»

Dritto al punto. Perfetto.

«Non mi risulta abbiate scrivanie da offrirmi da queste parti, dottor Vitale.»

«Abbiamo tutto l'occorrente, dottoressa. E di qualità inarrivabile, posso garantirglielo.»

Era plausibile, e sentii affiorare il sorriso sulle labbra e l'aroma di un aumento alle narici.

«Non vorrei farle perdere tempo, al momento non sono interessata a un cambio di ruolo alla pari... –

Dai, convincimi che ne vale la pena o lasciami bestemmiare con Cady Crush.

«Alla Baker non si perde tempo, ogni attività è un investimento. Possiamo discutere i termini dell'offerta nella nostra nuova sede. Se ha modo, l'aspetto stasera intorno alle 18:00. In caso contrario, mi dica lei. »

Stava dando per scontato che sarei andata all'appuntamento. Per quanto mi risultasse fastidioso quell'atteggiamento da pezzo di merda, dovetti accettare la realtà dei fatti: aveva ragione lui.

Era una sconfitta solo momentanea: nessun prezzo valeva la mia fatica, dato che la notte guadagnavo il doppio di quello che portavo a casa di giorno, e senza nessun impegno.

Annotai l'indirizzo della Baker. Non vedevo l'ora arrivassero le 18:00.

***

È innegabile che le metropoli urbane siano noti teatri di riciclaggio di denaro e caotiche testimoni della nascita e dello sviluppo di affari sporchi.

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