Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio

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Soddisfatta.

Chloe deglutì. Le gambe tremarono e il brivido risalì lungo la schiena e le braccia, pizzando le dita.

«Kolt.» Venne fuori un rantolo rauco, ma sufficiente ad attirare la sua attenzione. Incrociare il suo sguardo le contorse lo stomaco, attanagliando il cuore tra due mani che aspettavano il momento giusto per stritorarlo. «Abbiamo fatto sesso?»

«Cazzo, sì.» Il sogghigno si allargò. «Beh, io l'ho fatto. Tu non ne ho idea.»

Chloe sfarfallò le ciglia. «Cosa?»

«Lo so, lo so, non c'è bisogno di dirlo: Kolt, sei uscito a rimorchiare mentre ero sbronza e collassata nel tuo letto?» Kolt stropicciò il viso in una smorfia colpevole, poi allargò le braccia. «Ma hey, dall'altro lato potresti dire: Kolt, sei riuscito a rimorchiare mentre ero sbronza e collassata nel tuo letto! Che magnifico figlio di puttana!»

«Quindi io e te non...?»

«Non ti avrei mai toccata in quello stato. Non sono quel tipo di figlio di puttana.»

Chloe si accasciò contro lo stipite, ringraziando gli Dei in una preghiera a fior di labbra. L'aria si riversò nei polmoni per sostituire l'angoscia, accarezzando il cuore fino a calmare i battiti.

«Mi offende che tu l'abbia pensato.» Kolt afferrò una pinza e tirò fuori la Pietra di Sihir dalla camera di combustione posta sotto al fornello, abbandonandola nel cassetto per la cenere. Se non fosse stato per le venature violacee che si mescolavano al rosso dell'incandescenza, sarebbe stato difficile distinguerla da un pezzo di carbone. «Uno non può permettersi di rubare qualcosa, truffare un paio di persone o piantare giusto due o tre proiettili in testa a qualcuno e bam, la gente pensa subito che tu sia anche uno stupratore. Sono un onesto mercenario, io, un po' di rispetto per la professione!»

Girò le manopole per chiudere le aperture dell'aria e soffocare le fiamme, poi rovesciò il contenuto della padella in un piatto. Chloe lo seguì con lo sguardo mentre si muoveva avanti e indietro dal tavolo finché non l'ebbe apparecchiato con un coperto, acqua e pane.

«Cos'è successo ieri?»

«Mi sono goduto lo spettacolo finché non sei crollata a letto» sghignazzò lui. «Hai riso, pianto, ballato per casa, e devo ancora capire se a un certo punto stessi cercando di abbracciarmi o soffocarmi. Linea sottile. Nota per me, quei muscoli non sono solo scena. Però hey, mi aspettavo che sbrattassi da qualche parte e invece niente, complimenti!»

«Intendo prima che mi ubriacassi.»

«Ah, non ne ho idea. Sei sbucata fuori da uno dei tuoi portali già sbronza.»

Chloe aggrottò la fronte. La postura di Kolt era naturale, l'espressione rilassata... Non stava mentendo, però non aveva senso. Uno solo di quei portali richiedeva massima concentrazione, figurarsi seguire la giusta serie di Gallerie. Che fosse riuscita a incanalare Sihir anche priva di lucidità non era anomalo, ma come aveva fatto ad arrivare fino a Roumberg?

Sospirò, massaggiando le sinusi. «Ti ho detto perché sono venuta qui?»

«Perché sono irresistibile e non riesci a starmi lontana.»

«Kolt.»

Lui roteò gli occhi, sbuffando un lamento. «Hai farfugliato qualcosa sul fatto che non c'era più tempo, ma non so di che cazzo stessi parlando. Continuavi a chiamare il suo nome, però: Brycen, Brycen, Brycen. Scusami, Brycen. Non volevo ferirti, Brycen. Ti amo, Brycen. Questa sì che è stata una sorpresa, sei davvero innamorata di lui! Ero certo che avessi catturato il poverino nella tua tela, e invece, guarda un po'... Ci siete finiti entrambi.»

BluebirdWhere stories live. Discover now