Capitolo 8: "Fare a botte"

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Sono le immagini di Derek che ride mentre parla con me anche se ho il viso traumatizzato e pallido per l'assenza di sangue nel mio corpo che mi raggiungono ancora prima di capirci qualcosa. Jeremy che mi accarezza, sento le sue mani fredde ma sudate, il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente. Delle gocce di sudore rigano il suo bellissimo viso, gli occhi sono più scuri del solito e dei segni sotto di essi.  Come se non bastasse ha anche dei tagli sul petto con la maglietta nera strappata nelle parti dov'è ferito, esse sanguinano... non tanto, ma sanguinano. Sento il mio respiro farsi sempre più pesante, sto implorando l'uomo di smetterla di torturarlo in quel modo, di lasciarlo andare. Faccio dei piccoli salti aggiunti a qualche passo in avanti, nonostante le mie braccia facciano male per tutta la forza che sta usando Derek per tenermi ferma.
Mi sveglio di soprassalto, cercando di respirare il più possibile. Quando sento l'aria entrare nei miei polmoni mi sento molto meglio, chiudo gli occhi cercando di godermi questo momento, ma li riapro ricordandomi tutto quello che è successo. Sono sul mio letto, dentro la mia camera da letto, nell'Istituto.
- Calma, calma - dice una ragazza mettendomi giù, quando mi rendo conto che si tratta di Caroline mi metto subito a sedere, in guardia.
- Che è successo? - chiedo, ansiosa. - Dov'è Jeremy?
Caroline mi sorride cercando di mettermi un'altra volta sdraiata, cosa che, per la cronaca, non riesce a fare. - Tranquilla. Sei quasi morta ma adesso stai bene, e Jeremy sta in camera sua. - Fa veramente ridere. Sono quasi morta, ma è tutto normale, devo stare tranquilla. Dopotutto sono quasi morta, cosa c'è di così assurdo?
- Come ho fatto? -- chiedo. - Pensavo che il coltello...
- Infatti ti stava uccidendo, ma ho fatto un incantesimo di guarigione - risponde lei interrompendomi. Fa spallucce come se niente fosse e si siede un'altra volta accanto a me, capendo che non riuscirà mai e poi mai a mettermi sdraiata.
- Dov'è Louis? - chiedo io ringhiando. - Perché mi dovrei fidare di te? Eri amica di quello stronzo di Derek dopotutto. Come hai fatto ad entrare? Giuro che se non te ne vai ti uccido con le mie mani...
- Cassie, ti giuro sulla mia magia che non sapevo niente del suo piano, come non conoscevo nemmeno quell'uomo che stava in casa mia .
- Come faccio a sapere che non stai mentendo proprio come ha fatto il tuo caro amico? - chiedo io guardandola con gli occhi ridotti a fessura per farle paura e per capire se sta mentendo o meno. Di solito riesco a capire quando la gente sta mentendo, ma in questa nuova vita tutti sembrano degli attori.
Aprono la porta e Louis entra dentro la mia camera come se niente fosse. Tranquillo, con il suo passo elegante. - Perché l'abbiamo portata dagli Anziani - risponde Louis alla mia domanda, serio. - Bentornata tra noi, Cassie.
- Chi sono gli Anziani? - chiedo io tralasciando la parte dei saluti.
- Gli uomini più potenti del mondo. Sono in grado di leggere nella mente, scoprire la verità ed ucciderti. Dettano loro le regole - risponde Caroline a bassa voce, troppo in imbarazzo per guardare Louis.
- Voglio vedere Jeremy - cambio discorso io, più decisa che mai.
- Cassie, c'è una cosa che devi sapere prima - m'interrompe Louis. È paura quella che leggo nel suo sguardo? - Quando... Quando siamo entrati per salvarti e abbiamo ucciso i due uomini abbiamo anche controllato se ci fosse qualcun altro nella casa.
- Iris - mormoro io senza pensarci due volte. Caroline abbassa lo sguardo e da là capisco tutto. - Che? - chiedo io, incredula. - No, questo è uno scherzo. Dai, fate sul serio? È una vampira. Derek non aveva nessun motivo per ucciderla.
- Non è morta, Cassie - risponde Louis. - Abbiamo trovato un biglietto - annuncia Louis porgendomi un foglio piegato.
Lo guardo per un po' e poi lo prendo senza ringraziarlo. Faccio per aprirlo ma mi fermo, ho paura di leggerlo. - Dov'è? Sta bene? - chiedo guardando Louis. Quest'ultimo indica il foglietto, triste, così faccio un sospiro profondo e mi costringo ad aprirlo.

" Ciao, migliore amica... me ne sono andata.

Non siamo mai state più le stesse dopo tutto questo casino, io avevo paura di te perché odiavi i vampiri e alla fine vedevo come guardavi Derek: avevi paura anche di lui, ma cercavi di non farlo vedere. Ma io ti conosco da quando siamo piccole, capisco quando menti, capisco ogni tuo singolo movimento. Odio me stessa per essere quella che sono, ma la vita da vampiro alla fine non è così brutta, ci si diverte e posso decidere se fare del male alle persone o agli animali.

La Whitesun e i CacciatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora