Strinse i denti, cercando di calmarsi un minimo.
Doveva rimanere calmo e razionale.

Continuò a respirare lentamente, tenendo la testa ancora tra le ginocchia, incapace di fare altro.
Si sentiva debole e senza forze, sopraffatto da qualcosa molto più grande di lui.

Il petto trafitto da una lama invisibile troppo affilata.

Passò quella che per lui fu una eternità poi sentì i freni di un auto e alzò la testa, giusto in tempo per vedere Hana precipitarsi verso di lui.
Una piccola scintilla di speranza gli si accese negli occhi e nel petto.
- Marshall? - Domandò con voce rotta e rauca ma speranzosa.

La Lady in risposta gli tese una mano.
- Ho bisogno che tu venga con me. - Disse soltanto.

Gumball si sentì mancare l'asfalto sotto ai piedi e il senso di oppressione si ripresentò più forte, schiacciandolo più di prima. Come se all'improvviso un terremoto gli avesse sconvolto la vita, seppellendolo sotto le macerie; come se qualcuno lo avesse preso e lo stesse stritolando in una morsa ferrea.
Ignorò la mano dell'Alpha e si alzò; incespicò e si aggrappò a lei.

- Gumball. - Hana lo chiamò con le sopracciglia arcuate da un'espressione molto tesa. - Sei estremamente pallido. Permettimi di accompagnarti in macchina. -
L'Omega la guardò per qualche secondo poi sbattè lentamente le palpebre e annuì. Lasciò che la Lady facesse ciò che voleva mentre nella sua mente, un groviglio di emozioni si annodava in fitti intrichi.

Si ritrovò a fissare le strade vuote dal finestrino mentre la voce di Hana risuonava come un mormorio esile.
Il cuore aveva smesso di fargli male ma lo sentiva lento e incostante.

- Gumball. -

Riconobbe il suo nome e si voltò verso l'Alpha con aria smarrita.
Si chiedeva se potesse effettivamente esistere un dolore così o se non fosse altro che uno dei suoi incubi peggiori.

- Stiamo andando da Marshall. - Disse di nuovo lei come se avesse intuito che l'Omega non aveva sentito una singola parola di quello che aveva detto.
Gumball sussultò e sentì un leggero calore diffondersi nel suo corpo freddo.
- Ma devo avvisarti che... - continuò lei.

- È successo qualcosa??? - La interruppe l'Omega in un sussurro con gli occhioni d'oro già spalancati dalla paura.

La Lady sospirò lieve e posò una mano sulla sua per rassicurarlo. - Ascolta. - Iniziò, scegliendo con cura le successive parole prima di parlare. - Marshall è stato coinvolto in un incidente ma... -

Gumball urlò e i suoi occhi si fecero ancora più larghi e spaventati. - No... no... non può... - bisbigliò tremante - un... un incidente...? - Ripetè trascinando le parole tremule come se non credesse a ciò che aveva appena sentito. - Come... come è successo? - Scosse la testa. - Dimmi che Marshall sta bene! Io non posso... non ce la faccio... - Si morse le labbra, perdendo la lotta contro le sue stesse lacrime.

Hana strinse la sua mano e lasciò che piangesse confortandolo in silenzio.
- Non agitarti, attualmente il tuo Alpha è cosciente e i paramedici sono già sul posto. - Lo consolò. - So che ti sto chiedendo una cosa impossibile ma cerca di non agitarti, per il bene tuo e del cucciolo. -

L'Omega la fissò con occhi stralunati, bagnati ancora da alcune lacrime leggere, li abbassò esitanti sulla sua pancia poi lentamente poggiò una mano su quest'ultima e rialzò lo sguardo. - Puoi dirmi cosa è successo? - Sussurrò.

Hana sospirò a lungo. - Dopo che mi hai chiamato, ammetto di aver tentato di contattare Marshall e di essermi spaventata quando non mi ha risposto. - Spiegò. - Ho chiamato il suo ufficio e quando mi hanno detto che era già andato via, ho chiamato l'assicurazione per sapere dove fosse l'auto. Diciamo che è così che ho scoperto dell'incidente e subito dopo ho chiamato un'ambulanza. Era... sulla via di casa. -

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Onde histórias criam vida. Descubra agora