capitolo 11

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Cinque pov:

Sono in salotto e sto finendo di fare una disequazione, che è ridicolmente semplice anche se per molti versi sto barando, perché queste cose le ho già imparate molto tempo fa. Dopotutto è bello poter sentirmi come ho sempre sognato di sentirmi quindi come tutti gli altri.

Lo so non è da me ne sono completamente consapevole ma dopo tutto, dopo tutto quello che ho vissuto dentro di me mi sono chiesto cosa sarebbe successo se non fossi nato con questi poteri e non fossi stato comprato da Papà.

Magari sarei potuto nascere in una famiglia dove mi sarei sentito amato, dopo ripenso al fatto che mia madre chiunque sia e dovunque sia mi ha venduto come se fossi un inutile oggetto e questa consapevolezza mi tortura.

Qualche volte mi fermo a riflettere su come come una madre possa vendere il proprio figlio, quando succede cerco sempre di reprimere questo doloro pensiero, ogni volta mi travolge ed è come affogare senza avere nessuna possibilità di scampo.

I miei pensieri vengono interrotti da Klaus che entra di corsa in stanza ansimando ma quando riesce a riprendere fiato pronuncia delle parole che mi scioccano.

Klaus: Amy?

Cinque: Amy non è qua

Klaus: merda- dice con tono molto preoccupato

Cinque: cosa è successo?

Klaus: non lo so Amy è sparita l'ho provata a cercare dappertutto e nessuno sembra averla vista uscire dalla casa

Cinque: hai provato a chiamarla al telefono forse non ci siamo accordati che è uscita

Klaus: il suo telefono era atterra sembra essere stata...

Cinque: rapita... cazzo- dico cercando di mascherare la mia preoccupazione con un tono arrabbiato

Aspetta aspetta sono procurato? Non capisco non la conosco abbastanza per sentirmi così tanto preoccupato e invece sono terribilmente spaventato da dove possa essere?

Dove si trova? chi la presa? sta bene? queste domande sembrano piazzarsi nella mia mente e mi impediscono di pensare ad altro.

Non so cosa mi stia prendendo di solto sono sempre cosi lucido, razionale e soprattutto sono pronto per risolvere i problemi che ostacolano la mia vita, ma ora ho paura che sia in pericolo Amy per colpa mia.

Faccio un respiro profondo e riperdo per quanto possibile il controllo su me stesso.

Cinque: andiamo in camera sua e cerchiamo degl'indizi per vedere se possiamo capire dove trova

Klaus: d'accordo, chiamo gli altri?

Cinque: aspettiamo di capirci di più prima di metterli in agitazione

Klaus: ok hai ragione

Appena sto per attraversare la porta della stanza di Amy esito.

Questa è la sua stanza non ci sono mai entrato perché è un luogo privato e intimo ma a primo impatto si sente pienamente l'essenza di Amy.

Le pareti bianche della stanza assumono un colore violastro provocato dal lunghissimo led che le percorre creando un atmosfera al quanto calma e piacevole. Un letto grande e ben fatto si trova vicino alla porta e sopra ad esso ci sono mollissime foto con Amy e le sue amiche e innumerevoli altre con persone che suppongo siano dei personaggi di serie tv perché ci siamo anche noi ma la cosa che proprio non capisco è il perché ci sia soprattutto io.

Inoltre mi accorgo che la sedia è a terra insieme a molti suoi libri di scuola.

Prendo coraggio ed entro perché ovviamente le circostanze mi obbligano a farlo.

Sento un odore che sta piano piano scomparendo sembra come... gas... ecco come ha fatto, chiunque sia questo bastardo si sta metto contro la persona sbagliata.

Cinque: senti anche tu questo odore di gas

Klaus: si. Cinque dobbiamo trovarla sarà spaventata e non sa difendersi- dice con tono agitato

Klaus ha ragione dovunque sia sarà terrorizzata e non sappiamo chi sia stato dobbiamo fare qualcosa.

Mi guardai intorno in cerca di un indizio più utile di quello che abbiamo appena trovato. Ad un certo punto noto un bigliettino scritto con una calligrafia perfetta.

Klaus: dove hai trovato questo bigliettino?

Cinque: era sopra la scrivania

Klaus: cosa dice cinque?

Cinque: ho preso in prestito la vostra amica se non volete che si faccia del male chiamate il primo numero sulla rubrica di Amy- leggo ad alta voce credo di sapere chi sia ma l'avevo ucciso io stesso con le mie mani per conto di sua madre è impossibile.

Giro il biglietto e vedo che c'è scritto il nome dell'artefice di questo rapimento appena lo leggo rabbrividisco, siamo fottuti.

Universi paralleli- TUAWhere stories live. Discover now