Prologo.

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Ho vissuto un momento nella mia vita che mi ha permesso di realizzare inarrivabili certezze. La brevità dell'esistenza appesantisce il nostro ego, soppresso nella moltitudine di sfumature presenti nella semplice quotidianità. Vedendo una lacrima solcare il viso di una persona a me cara mi sono accorto che non ho tempo per procrastinare, che dovrei svuotare il sacco e non preoccuparmi delle conseguenze. Viviamo troppo poco per lasciare tutto inosservato, e non voglio che la mia scomparsa lasci questioni in sospeso.

Uscendo dalla porta di casa mia, ho fantasticato di scovare nella distesa monotona dell'asfalto un piccolo diario con la copertina in pelle levigata, leggermente rovinato negli angoli, ma capace di donarmi tutto il suo contenuto risiedente all'interno. Sognavo di leggerlo mentre stavo attento a non inciampare sul marciapiede, ignorando completamente il via vai artificiale che si apprestava a prendere il sopravvento. Quelle parole mi avrebbero cambiato, o semplicemente confortato, aiutandomi ad esprimere ciò che non riesce a prendere forma tra le mie labbra. Mi sarei assicurato di protrarle verso altri cuori, altre anime indecise e indugianti.

Queste sono le confessioni universali di un giovane scrittore, scritte in un complesso di carta pronto a perdersi, finalizzate ad una spensieratezza che sappia renderci tutti liberi e leggeri. Viaggerò tra le sue composizioni, augurandomi che egli sia capace di trovare un punto fermo nelle nostre coscienze smarrite nel loro infinito subbuglio.


ConfessioniWhere stories live. Discover now