✨6. Lower class district

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Non del tutto convinta di aver lasciato Jane in buone mani, ma troppo ansiosa di conoscere il libraio che ormai da una giornata era il fulcro dei suoi pensieri, Belle si incamminò per le strade affollate. La calca era già diminuita, perché molti si erano ormai diretti agli altri gironi o distretti della città. Secondo il modello angloamericano, dalla fine della guerra anche la piccola Blois, nella Loira, era divisa in tre districts: quello della High class, dove si svolgeva la vita politica e amministrativa della città, quello della Middle class, dove viveva buona parte della popolazione, la cosiddetta borghesia, e infine quello della Lower class, in cui si concentrava la massa di proletari, poveri, zingari e orfani, di cui Belle faceva parte. Un giorno alla settimana, l'Equality day, si aprivano le porte che separavano nobiltà e borghesia, in una festa che coinvolgeva solo le due classi sociali privilegiate; ma solamente un giorno del mese, il Total Equality day, le porte si spalancavano in tutta la città ed era possibile a ogni cittadino, di qualunque estrazione sociale, attraversare le mura che separavano i tre districts.
Belle, camminando a passo svelto, incrociava molti uomini e donne vestiti a festa, che indossavano probabilmente l'unico abito ancora presentabile del loro scarno guardaroba, custodito per le occasioni come questa.

Tra il vociare della gente, si distinguevano le risate di alcune fanciulle, che tentavano di attirare l'attenzione sulla propria discutibile bellezza. Isabelle le osservò con la coda dell'occhio, mentre sventolavano delle bandierine azzurre e camminavano a braccetto schivando l'immondizia che riempiva i marciapiedi. Un po' più avanti, ne vide altre intente a civettare come le precedenti: sollevavano la gonna, forse per mettersi in mostra, o forse per tentare di non sporcare i loro vestiti; anche da lontano, comunque, si notavano macchie e strappi che erano stati ripiegati e nascosti per salvare le apparenze. Belle osservò inorridita i loro visi truccati con colori appariscenti e i loro sguardi vacui: la grazia di certo non apparteneva ai loro modi, sebbene cercassero di mascherarli con un'acconciatura alla moda o un vitino stretto avvolto in un corpetto. Lei non sarebbe mai stata come loro, non si sarebbe mai abbassata tanto allo scopo di conquistare un insulso principino, ne era certa.

Nella sua risoluzione, svoltò un angolo e si inoltrò in una strada secondaria, passando tra le case ingrigite dal tempo e piene di crepe, alle cui finestre erano stesi abiti logori e consumati. Ogni tanto la affiancava qualche asino o vecchio pony, i cui zoccoli risuonavano sul selciato. I proletari ne andavano fieri, se avevano le risorse per mantenerli: d'altronde erano gli unici mezzi di trasporto che potevano permettersi. Anche quei poveri destrieri erano vestiti a festa, con un nastro azzurro al largo collo, riportante la scritta "Total equality day".
Belle scosse la testa, non riuscendo a nascondere il suo disappunto, e sollevò lo sguardo. Alle finestre sventolavano bandiere dai medesimi colori e con le stesse parole. Spesso anche alle porte scrostate delle case svettavano manifesti scintillanti con la stessa scritta, accanto ai poster con i visi di Dominers sorridenti e benevoli, sempre presenti in ogni angolo della città. Era evidente quanto la propaganda avesse ottenebrato la mente delle persone, che credevano ciecamente in quella falsa uguaglianza che veniva loro propinata come vera giustizia.

Svoltando nuovamente all'angolo della via, Belle tornò nella strada principale e intravide in lontananza la porta Nord. L'ingresso era spalancato, come sempre, perché le automobili dei Dominers potessero sfrecciare attraverso quell'accesso verso il centro della città, a loro riservato. Per impedire l'ingresso agli altri, da quel portale prioritario, vi erano sempre due guardie, che gestivano l'attraversamento pedonale dei proletari, dando la precedenza ai Dominers.
Arrivata in prossimità dell'attraversamento, Belle si fermò mettendosi in fila ad aspettare. Un gruppo di signori dal cilindro un po' sfondato o informe la precedeva, impedendole lo sguardo oltre. D'un tratto, colta alla sprovvista dal rombo dei motori e assordata da quello scoppiettio poco familiare, sussultò. Riuscì a intravedere per un istante alcune automobili di lusso che sfrecciavano oltre la folla, rapide come il vento.
La porta Nord, come quella a Sud, era riservata ai Dominers, che quasi ogni giorno la attraversavano. Loro potevano muoversi liberamente tra i tre districts, e quel corridoio privilegiato permetteva loro di raggiungere direttamente il centro della città dalle loro abitazioni. Le residenze dei nobili erano infatti ben lontane: si trovavano per lo più nella campagna. Avevano acquistato o ereditato ville, regge o castelli disseminati nei boschi, nelle colline, dove l'aria era decisamente più salubre e lo sfarzo era incontestabile. Al centro della città svolgevano solo le attività della vita sociale, mentre si rifugiavano nelle loro opulenti regge per dar sfarzo ai ricevimenti più maestosi.
Belle aveva compreso grazie ai racconti di Jaqueline che nel tempo la città si era ingrandita, e questo non era avvenuto solo alla piccola Blois, ma anche alla bella Parigi, così come a quasi tutte le città della Francia, dell'Europa e persino dell'America. Ciò nonostante, solo i districts della Middle e della Lower class si erano ingranditi, mentre i ricchi avevano trovato una soluzione alternativa: si erano trasferiti fuori dalla città, mantenendo la vita sociale, le attività economiche e amministrative al centro di essa.

Ricordando le parole di Jaqueline, che amava rivelarle le insulse dinamiche di quella società per lei così ingiusta, per liberarla dalla propaganda così diffusa, Belle scosse la testa e seguì a malincuore la massa umana che la procedeva, attraversando quel corridoio riservato ai Dominers. Mentre posava suoi piedi sul manto scuro che nel suo quartiere non esisteva, l'asfalto, osservava accigliata le guardie che sorridevano, indossando la loro consueta maschera per contribuire all'aria di festa, con la stessa fascia colorata sopra le divise e i loro modi gentili. Allungò lo sguardo dietro di loro, verso il lungo cunicolo in cui le luci dei fanali delle automobili si facevano sempre più piccole, e sognò di correre attraverso quelle stesse gallerie che sembravano collegare il mondo intero, libera da ogni confine.

How to love a BeastWhere stories live. Discover now