Perché mi stava baciando?
Perché semplicemente non dialogava con me?Sentivo la passione, il potere, il volere del suo bacio rude.
Lei voleva, lei otteneva.
Kirari Momobami è sempre stata così.
Ha sempre avuto ciò che voleva e non era mai sazia di ciò che aveva.
E pensare che fosse arrivata al punto di impossessarsi della vita di qualcuno, mi mette i brividi.
E voleva impossessarsi anche della mia di vita, ma in modo differente.
Eppure la ragione si arreseRicambiai il bacio
Sentii un lamento stranito proverine dal bacio, si aspettava uno schiaffo?
Ne approfittai del momento e provai a prendere controllo e, come mi aspettavo, declinò la mia proposta. Voleva lei il controllo.
Mi prese in braccio e divise le nostre lingue ansimando"Vieni a casa mia"
"A casa sua?"
"Si. Non accetto un <<no>> come risposta chiaro?"
Guardai per qualche secondo i suoi occhi azzurri socchiusi e lucenti pieni di passione.
Mi sentivo uno schifo per quello che stavo facendo a Sayaka
Mi sentivo uno schifo per il mio orgoglio
Mi sentivo uno schifo perché stavo accettando di aver un rapporto intimo con una persona che ha distrutto la vita a molta gente.
Ma una parte di me voleva provare ad uscire dai margini, ad uscire dalla classica visione della sua persona e cercare del buono in lei.
Le accarezzai la guancia"...non seguo i tuoi ordini. Accetto solo perché lo voglio fare"
Spostò confusa i suoi occhi sulla mia mano e la tolse
"Avevi detto che mi odiavi"
"L'odio alcune volte è passionale"
"L'odio, il sentimento più brutto che l'essere umano possa mai provare, è passionale? Non ti capisco"
"Noi ne siamo la dimostrazione in questo momento, o sbaglio?"
Mi fissò ancora con più prepotenza.
Stavo iniziando a sentirmi a disagio, così distolsi lo sguardo.
Tirò fuori il cellulare e chiamò qualcuno al telefono"Ramirez, venga in questo punto della città. Le mando la posizione"
Posò il cellulare in tasca e riprese a guardarmi nonostante avessi gli occhi puntati altrove
"Dovrai guardarmi per tutta notte. Lo sai questo vero? Inizia ad abituarti"
Mi afferrò le guance, mi costrinse a guardarla e poi mi morse il labbro inferiore.
Emisi un leggero gemito di piacereRidacchiò divertita.
La sua era una risatina angelica e innocente. Capace di far incantare chiunque.
Arrivò poi una limousine nera"Prego, De Santos"
Entrammo bella limousine e ci dirissimo verso casa Momobami
Kirari era accanto a me.
Aveva una postura dritta e le gambe incrociate.
Guardava avanti senza sbattere le palpebre e aveva uno guardo serio.
Era incantevole e attraente
Stava pensando?
Non mi degnava di uno sguardo, non mi rivolgeva una parola...semplicemente era come se io non fossi presente.
Immediatamente mi pentii della scelta che ho fatto.
Sospirai e guardai il finestrino per non pensare alla freddezza e al disagio che si era creato.
"Ci sei cascata,complimenti idiota" Pensai.
Volevo piangere e sbottarle contro tutto ciò che pensavo
e soprattutto volevo tornare a casa.
Io e lei insieme? Neanche per sogno.
Le avrei fatto vedere veramente il mio corpo? Non so cosa mi sia preso in quel momento."Voglio tornare a casa"
Kirari si girò immediatamente verso di me
"Cosa?"
"Voglio tornare a casa" dissi sull'orlo di piangere
"Non ci andrai."
"Smettila! Voglio andare a casa Kirari!"
Divenne ancora più cupa di prima e si rivolse all'uomo che era al volante.
"Dii a Ramirez il tuo indirizzo di casa e vattene"
"Quanta gentilezza" Pensai
Dissi a Ramirez il luogo esatto e cambiò subito rotta.
Arrivammo subito di fronte a casa mia così scesi dalla limousine"La prossima volta piangi sul petto di qualcun'altra, invece di piangere sul mio. Sparisci"
Il suo cambio d'umore era decisamente spaventoso.
Fino a mezz'ora fa rideva mentre mi mordeva il labbro inferiore, adesso prova disprezzo nei miei confronti."E no, questa volta non ci casco" pensai
"Lo farò sicuramente e non me ne pentirò" Chiusi lo sportello e rientrai a casa
Kirari's pov
Era di nuovo scappata via da me.
La frustrazione che provavo in quel momento era alle stelle.
Perché a me questa condanna?
Andava tutto bene prima di lei, io ero la solita Kirari Momobami fredda e distaccata che non aveva preoccupazioni del genere.
Lei mi stava prosciugando a poco a poco senza pietà e ciò mi faceva sentire debole.
L'unica che mi poteva uccidere era mia sorella
L'unica che mi poteva far sentire uno schifo era mia sorella
L'unica che mi poteva far sentire debole era mia sorella perché da lei avrei accettato tutto.
Era l'unica persona a cui tenevo veramente e di cui avevo veramente bisogno anche se non ho mai avuto una sorella maggiore presente a causa della tradizione del clan.
Era un fantasma che mi seguiva e non parlava quasi mai con me.
Quando provai a toglierle la maschera, mi afferrò il braccio.
Quel gesto mi fece cadere il mondo addosso, così non ci provai più.Lei si che poteva rendermi innocua, ma non Y/n. Non lei.
Eppure mi stava facendo sentire peggio.
Si era sicuramente arrabbiata perché non le rivolsi una parola in macchina o non la degnai di un mio sguardo, ma lei sapeva a cosa stavo pensando? A quale lotta stavo combattendo dentro di me?
Volevo guardarla, avvicinarmi a lei , sentire di nuovo il suo viso sul mio petto e magari coccolarla un po', però una parte di me odiava tutto ciò e non voleva cambiare idea.
Strinsi i pungi.
"Ramirez, accellera."
La cosa peggiore era il sentimento di vuoto quando scese dalla mia limousine.
Nonostante non ci fosse contatto tra di noi in quel momento,la sua distante presenza mi rassicurava e mi tranquillizzava.
E soprattutto mi faceva sentire un po' viva."Siamo arrivate signorina"
Scesi immediatamente dalla Limousine e aprii la porta di casa.
Come sempre mio padre e mia madre non c'erano per affari economici con altre famiglie.
Salì in camera mia in fretta e furia.
I miei passi riempivano il silenzio della casa.
Mi tolsi la giacca, mi allargai la cravatta e mi sbottonai la camicia.
Aprii il balcone dalla mia stanza per prendere un po' d'aria e iniziai a inspirare ed espirare ripetutamente.
Stavo andando a puttane, letteralmente.Vidi mia sorella poggiarsi alla porta che lasciai aperta a metà
"Cos'hai"
Chiese la sua voce deformata dalla maschera
Non le risposi
Ririka si avvicinò dandomi una carezza sulla schiena e io scoppiai immediatamente a piangere tra le sue braccia.
Non piangevo da quando avevo cinque anni.
Piansi, e per la prima volta mi parve di tornare umana.
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𝐁𝐥𝐮𝐞 𝐅𝐥𝐚𝐦𝐞|𝑂𝑑𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑃𝑒𝑟 𝐴𝑚𝑎𝑟𝑒[𝑲.𝑴𝒐𝒎𝒐𝒃𝒂𝒎𝒊]✓
Fanfiction"𝐼 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜, 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑓𝑓𝑎𝑠𝑐𝑖𝑛𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑟𝑒. 𝐿𝑎 𝑜𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜, 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑣𝑜 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑐ℎ...