II - losing everything i've ever known

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Mark, come ogni sabato, si svegliò più tardi rispetto agli altri giorni della settimana. Quando si alzò dal letto erano già le nove e mezza e, ancora un po' intontito, si diresse verso la cucina per fare colazione. Si preparò un caffè e lo sorseggiò con calma mangiando un muffin al cioccolato, mentre controllava le notifiche sul suo cellulare. Sperava di trovare un messaggio di Kim, anche solo un banale buongiorno o un qualcosa che riguardasse il lavoro, ma chiaramente Kim non gli aveva scritto nulla e ormai sapeva che avrebbe dovuto rassegnarsi con lei. Appena terminata la colazione mise la tazza sporca nel lavandino e poi si diresse verso il bagno per lavarsi e darsi una sistemata.

Solitamente nei fine settimana Mark non aveva molto da fare, la sua vita era ormai molto monotona da quando Kim non ne faceva più parte. Quella era la vita che non avrebbe mai voluto avere; era passato da un estremo all'altro, dall'avere una vita fin troppo movimentata ad averne una molto statica. Però forse, se messo di fronte ad una scelta, preferiva la vita tranquilla che faceva in Australia, ma quella vita di cui Kim faceva ancora parte. Da quando lei aveva deciso di tagliare i ponti con lui, Mark durante i fine settimana restava a casa la maggior parte del tempo, puliva e riordinava; cose che durante la settimana non sempre riusciva a fare per via del lavoro. Un'altra cosa che spesso faceva il sabato era uscire per fare la spesa, di sera invece molte volte guardava film o serie tv, oppure leggeva qualcosa.

Come da consuetudine, dopo essersi lavato e vestito, iniziò con le faccende domestiche: cambiò le lenzuola, fece la lavatrice e passò l'aspirapolvere, il tutto mentre ascoltava la musica. La musica era sempre stata una delle sue più grandi passioni, Mark infatti sapeva suonare la chitarra e ne possedeva anche una, che però ora giaceva nella sua custodia in un angolo remoto del suo ripostiglio. L'aveva comprata poco dopo essere arrivato in Nuova Zelanda, l'aveva vista in un piccolo negozietto di articoli musicali ad un prezzo molto conveniente, ma nonostante ciò all'inizio non aveva voluto comprarla, era stata una persona a lui molto cara a convincerlo poi. Per un periodo, tuttavia, in seguito alla definitiva chiusura di ogni rapporto con questa persona, non era riuscito a continuare a suonarla perché gli ricordava troppo la sua vecchia vita, ma aveva comunque deciso di portarla con sé quando si era trasferito in Australia. Kim lo aveva poi convinto a riprendere lo strumento, ma ora che neppure Kim c'era più aveva deciso di abbandonare per sempre la chitarra, pensando che forse un giorno sarebbe riuscito a sbarazzarsene mettendola in vendita.

Tra una cosa e un'altra arrivò l'ora di pranzo, Mark cucinò qualcosa, poi lavò i piatti e si preparò per andare a fare la spesa. Si stava appuntando sulle note del cellulare ciò che aveva bisogno di comprare quando sentì il campanello suonare. Si chiese chi potesse essere a quell'ora di sabato, sbirciò dunque dallo spioncino e vide che era un uomo in divisa da agente di polizia. Deglutì, pensando subito al peggio; avere la polizia davanti casa propria non è quasi mai un buon segno, soprattutto per qualcuno come lui, che a causa del suo passato non andava per nulla d'accordo con le autorità.

"polizia, aprite immediatamente la porta," lo intimò l'agente.

Mark, terrorizzato, capì che non poteva scappare, decise quindi di aprire la porta per vedere cosa volesse da lui la polizia.

Successe tutto troppo in fretta, appena la porta si aprì l'uomo gli spruzzò in faccia uno spray al peperoncino e la vista di Mark subito si appannò. Si chiese per quale ragione un agente di polizia avrebbe dovuto spruzzargli addosso uno spray al peperoncino, ma appena sentì i passi di almeno altre tre persone, subito capì che c'era qualcosa che non andava e che era stato ingannato.

Lì per lì pensò fossero dei semplici ladri, credette che avrebbero preso i suoi risparmi e i pochi oggetti di valore che aveva in casa e poi se ne sarebbero andati, ma così non fu. Prima che potesse gridare aiuto due persone si avventarono su di lui, tenendogli braccia e gambe ferme, mentre un altro lo bendò e lo imbavagliò. Quando si furono accertati che non potesse né vedere né urlare, gli legarono i polsi e le caviglie. Mark cercò di opporre resistenza, ma invano, era comunque in minoranza rispetto a loro e divincolarsi non serviva a molto. Ad un certo punto sentì qualcosa pungergli il braccio, subito capì che gli stavano iniettando qualche tipo di sedativo che potesse farlo stare buono per un po', infatti di lì a poco non capì più nulla, abbandonandosi ad un sonno profondo. Appena Mark fu addormentato e innocuo, uno dei malviventi ebbe cura, indossando i guanti per non lasciare alcuna impronta, di sistemare eventuali oggetti che Mark aveva spostato o fatto cadere per quel poco che era riuscito a dimenarsi.

running from the rain - sequel di .tragician.Where stories live. Discover now