Capitolo 7

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Come da programma, il mattino seguente mi svegliai appena vidi i primi raggi del sole, salutai come si deve i padroni di casa e incominciai a camminare verso le montagne. La sera prima stavo decidendo da che parte dovevo andare, ma essendo sprovvista di mappa non sapevo neanche dove mi trovassi, quindi mi sono detta, anche se era una pazzia, di prendere una strada che passava per le montagne e magari scendere a valle. Però, quando vidi le pareti rocciose per la prima volta, l'idea non mi sembrava poi così geniale.

Per tutto il giorno mantenni un ritmo serrato ai piedi della catena montuosa, cercando di prendere una decisone adatta alla mia situazione. Se avessi scalato la montagna avrei potuto vedere dove mi trovavo e magari percorrere un tratto per poi scendere e tornare ai piedi di essa, ma sarebbe stato troppo pericoloso e stancante, inoltre non credo di avere le capacità fisiche e l'orientamento adatte. Era diventata una situazione spinosa, forse se ci avessi dormito su sarebbe stato meglio e avrei trovato una soluzione. Cosa che non accadde, e per due settimane non feci altro che pensare e pensare. In quel periodo di tempo ho potuto incontrare altri gruppi di viaggiatori con un ferito, un malato o solo con così tanta generosità che mi permisero di mangiare e dormire con loro. Ma oltre a questo niente di nuovo o particolare, solo alberi, foglie e una grossa montagna davanti a me.

Qualche sera dopo i miei vari incontri, mi trovavo a guardare il fuoco in silenzio, contemplando i miei pensieri senza un apparente motivo. Decisi di spegnerlo per riposare un po', ma sentì un rumore da lontano. Si stava avvicinando velocemente. Sembravano dei passi. Molti passi. Decisi di nascondermi e tenere d'occhio la situazione. Dal fondo del bosco vidi comparire una luce, che mi permise di vedere cosa stava succedendo. Degli uomini stavano correndo, cercando di scappare da qualcosa, sembravano stanchi e non credo avrebbero resistito ancora per molto. Quando si avvicinarono alla mia zona, attirai la loro attenzione per farli nascondere nel mio rifugio. Quando mi videro rimasero confusi dalla presenza di qualcuno in quelle zone rocciose a notte fonda, ma senza pensarci troppo, si fiondarono nella piccola caverna accanto a me, spensero la grossa torcia e aspettarono. Per qualche istante mi sembrò di essere infastidita dal silenzio, diventato troppo rumoroso, ma alla fine la quiete venne rotta da sonori passi pesanti, grugniti profondi e un improvviso terremoto, tanto da farmi irrigidire. Qualsiasi cosa fosse, si fermò qualche metro più indietro dal nostro nascondiglio e poi cominciò a camminare piano, annusando l'aria per poter trovare le sue prede fuggite. Potevo sentire i suoi respiri anche da lontano e quando si avvicinò a noi, quasi diventai sorda e sarei potuta volare via insieme alle foglie cadute dagli alberi per il vento che emanava da quelle che credo fossero narici. Non potei stare all'oscuro sull'identità della creatura troppo a lungo e cercai di affacciarmi per scorciare una grossa figura, orrida come nessuno mai sulla Terra di Mezzo e puzzava di melma e funghi marci. Non riuscì a guardarlo in faccia perché uno degli uomini mi attirò a sé, tenendo una mano stretta sulla mia bocca e bloccandomi dal fare alcun movimento. Questo improvviso gesto mi spaventò, ma capì il perché lo aveva fatto, la creatura si era avvicinata davvero troppo a dove eravamo nascosti e quando alzai gli occhi per vedere che razza di mostro era, non potei tenere un gridolino di puro terrore, che avrebbe attirato sicuramente la sua attenzione se qualcuno non mi avesse impedito di farlo. Stava lì, ad annusare e con il passare del tempo mi sentì sempre più inquieta e irrigidita dalla sua presenza.

Con un sonoro ruggito fece marcia indietro e se ne andò nel folto della foresta. Restammo nascosti ancora per qualche minuto, così da avere la certezza che fosse abbastanza lontano da poter uscire allo scoperto. La mano dell'uomo perse contatto con le mie labbra e stava lasciando piano piano la presa dalla mia vita. Vidi uno degli altri membri uscire per controllare la situazione prima di dire "Se ne andato" lasciando andare il respiro che tratteneva da chissà quanto tempo. Uno a uno uscimmo dalla caverna e potemmo rilassarci dopo il grosso rischio che abbiamo corso, o almeno, il rischio che mi hanno fatto correre e che mi sono addossata per poterli salvare. L'uomo che mi ha tenuta stretta parlò ad uno del suo gruppo, notando anche che non era l'unico ancora allerta "Non dobbiamo abbassare la guarda e lasciarci andare ai festeggiamenti, potrebbe tornare da un momento all'altro anche se non è nel suo habitat. Cercate nelle vicinanze delle tracce che potrebbero portarlo di nuovo a noi, abbiamo corso abbastanza pericoli per oggi" e due uomini fecero un cenno di assenso e si allontanarono. Credo di aver avuto un tu per tu con il capo della situazione. 

Mi ero ormai ripresa dallo spavento generale e potei finalmente iniziare con il mio piccolo interrogatorio "Che cos'era quella cosa? Perché vi stava seguendo? Chi siete voi?" più che interrogarli sembrava un modo disperato per trovare ancora tranquillità con me stessa. Credo di non aver fatto una grossa impressione con tutte queste domande e lo si poteva leggere nelle facce di tutti, ormai girati a fissarmi con intensità. Senza accorgermene uno degli uomini mi puntò una lama alla gola ma il capo lo fermò, bloccando la sua azione "Tieni a freno il ferro Arotir, ti ricordo che ci ha appena salvati tutti." lo stava praticamente incenerendo, se il suo sguardo avesse mai avuto il potere di dare fuoco a ogni cosa che vede. Arotir indietreggiò mal volentieri e rinfoderò la spada nel lato sinistro della sua cintura. Ma che modi per ringraziare chi ti ha appena dato un rifugio. Notando la mia espressione, il capo della compagnia si scusò per poi introdursi come Somelit, un uomo delle terre di Gondor che per guadagnarsi da vivere fa il cacciatore insieme a suo figlio Arotir e ad alcuni suoi amici "Quello che hai appena visto era un Troll di montagna, creatura oscura scappata dal suo territorio. Stavamo cacciando un cervo quando lo abbiamo sentito, ci ha intercettati e ha cominciato a inseguirci" nei suoi occhi leggevo sincerità e turbamento, ma anche rabbia e preoccupazione. Chissà perché quella creatura sarà arrivata a valle? Magari per trovare del cibo, ma ne dubito. Quando tornai a guardare Somelit in faccia mi stava sorridendo "Ti ringrazio per averci salvati, lo dico da parte di tutti" disse guardando suo figlio, ancora fumante di rabbia inspiegabile "ora se non ti dispiace, faccio io qualche domanda a te" sentì il suo cambio di tono, diventato autoritario e messo in guardia "Ti ascolto" dissi con tutta la calma che potei accumulare. Mi chiese chi fossi, che ci facevo in quel posto e il perché del gesto caritatevole a degli sconosciuti, domande più che normali da fare "Mi chiamo Marygold, sono un medico in cerca di pazienti da guarire e voi avreste potuto esserlo, o anche peggio se non vi avessi aiutato" Somelit mi ascoltò con attenzione prima di parlare "Un medico dici? Di certo non se ne trovano da queste parti tanto facilmente". Ormai ci si fa l'abitudine allo stupore di incontrare una come me anche nei posti più inspiegabili "Ed è per questo che sono qui, per poter dare la possibilità di trovare dei medici in giro per la Terra di Mezzo come dei semplici viaggiatori, persino nelle caverne" l'uomo mi sorrise e poi mi disse "Un gesto nobile, degno di un eroe. Ma mi chiedo perché ti trovi ai piedi delle montagne. Non è un posto dove si trova molta gente. Forse arrivando in vetta, lungo il sentiero per attraversare il monte ci sarà qualcuno da salvare" Mi si illuminò il volto di stupore "Esiste un sentiero sulla montagna?" chiesi quasi urlando. Lui mi guardò con sorpresa e mi intimò di abbassare la voce. Dopo aver aspettato qualche secondo per capire se il Troll ci aveva sentito mi rispose "Certo, da qui è difficile arrivarci ma andando verso sud dovrebbe trovare un passo dove porterà al sentiero. Noi dovevamo andare lì, se il mostro non ci avrebbe fatti correre fino a qui." Non solo c'era un sentiero che mi avrebbe potuto portare dall'altra parte della montagna, ma il gruppo che ho salvato involontariamente doveva attraversarlo per qualche motivo. Era un'occasione d'oro e non me la sarei fatta scappare "Avete intenzione di passare la montagna anche se un Troll vi sta cercando? Questo non vi metterà in pericolo?" Somelit era confuso dalle mie domande ma rispose ugualmente "Se durante la notte non si fa ancora vivo allora potremmo anche attuarci al piano originale, sennò dovremmo cambiare direzione e fare il giro lungo. Perché ti interessa?" perfetto, tutto quello che dovevo fare era sperare che il Troll fosse scomparso, e che Somelit accettasse di farmi unire a loro "Beh, io è da settimane che avevo intenzione di scalarla, ma non trovavo un sentiero o anche un modo per arrampicarmi." "Scalare le montagne è davvero pericoloso e difficile se non si sa la strada e se non si è allenati. Non dovresti farlo, a meno che tu non abbia un buon motivo." "Io ho un buon motivo, mi serve solo qualcuno che mi aiuti a superare il primo tratto, poi sarà tutta discesa per me" "Te lo può scordare, non ti farò rischiare la vita quando c'è una soluzione più semplice" "Ma hai appena detto che" "Quello che ho detto era riferito a uomini alti, tu avresti poche possibilità, se non inesistenti" "Allora portami con te. So per certo che conosci il sentiero e mi troveri al sicuro con il vostro aiuto."

Dopo aver riflettuto al mio ragionamento guardò verso il cielo e mi disse "Mi serve del tempo. Se domani il Troll non si è fatto vivo ti darò una risposta. Ma bada bene, ti è andata bene che ci hai dato una mano" poi si girò per andare a radunare i suoi uomini per la notte. Uno dopo l'altro si misero a dormire, mentre Somelit si mise di guardia.

Il mio destino dipenderà tutto da degli uomini a me estranei e armati, pronti per uccidere. In che razza di situazione mi sono cacciata?

Fortuna e FatoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora