Capitolo Otto

118 15 0
                                    

A Mimiko e Nanako è sempre piaciuto accendere le candele e affidarle al corso del fiume dopo il tramonto, quando il cielo nero è macchiato dalle stelle e la superficie dell'acqua riflette la luce della luna. A loro piace osservare come l'oro della lanterna, poco a poco, galleggia via, il contrasto di colori a spegnersi docilmente.

L'incontro tra Satoru e Suguru è al tramonto. Suguru arriva presto, e si siede sulla sponda erbosa del fiume: lato destro del kimono bianco piegato sopra al sinistro, capelli interamente sciolti a riversarsi sulle spalle e sulla schiena come seta nera, cristalli di granato che pizzicano i suoi lobi dilatati. Suguru continua a girare e rigirare questi ultimi tra le dita e aspetta; aspetta, aspetta.

L'energia malefica di Satoru solletica i suoi sensi: sta arrivando. È quasi là.

«Non posso farlo,» mormora piano, stringendo con forza la presa attorno al contenitore chiuso che contiene il cervello di Kenjaku. Del panico frenetico si sta accumulando nel suo petto. È mortə in pace, è mortə senza lasciare tracce, è mortə tra le mani di Satoru. Cosa diavolo avrebbe potuto dirgli? «non ce la faccio, non poss-»

«Tu però non ti arrendi mai,» gli fa notare Oton, e Okaa-san annuisce alle sue parole, gentile, dando un paio di pacche sulla spalla dellə figliə. «In ogni caso, è troppo tardi per mollare adesso. È già arrivato.»

E si trova davvero là. Suguru lo sente inspirare bruscamente, sfregando le scarpe sulla terra asciutta. Quei suoni sottili ed esitanti tagliano con chiarezza il distante brusio del festival dell'Obon: bambini che ridono e ronzii di macchine e tamburi taiko.

Suguru fa un respiro profondo, voltandosi poi per guardare Satoru in faccia, e gli offre un debole sorriso. «Hey,» dice soltanto.

Satoru non ha ancora mosso un passo, l'uniforme nera elegante del Jujutsu Tech tinta lievemente di rosa nella luce del Sole che si spegne e la benda per proteggere i Sei Occhi già tirata giù e abbandonata sul collo. Le sue labbra sono serrate, e le sopracciglia iniziano ad aggrottarsi. Nonostante ciò, rimane bello come è sempre stato: capelli candidi come la neve e ciglia delicate ad incorniciare i suoi occhi luminosi incredibilmente blu. Suguru vede chiaramente come il suo sguardo continui ad oscillare tra le cicatrici sulla sua fronte alla piegatura del suo yukata, e tra il contenitore nelle sue mani e il suo viso.

La sua espressione si fa piatta. «Io ti ho ucciso,» dice infine, dopo quello che potrebbe essere stato un minuto come un mese.

«Già,» risponde Suguru, «l'hai fatto.»

Un battito. La tensione non abbandona le spalle di Satoru ma qualcosa nella sua figura si rilassa, e una mano passa fra i capelli mentre la sua espressione perde la precedente piattezza per lasciar spazio a una meno insolita frenesia. «Ma che cazzo...?»

«Sì, l'ho pensato anche io all'inizio.»

«Sei-» vacilla, «stai bene?»

«No, questi ultimi due giorni sono stati i peggiori della mia vita,» Suguru è impassibile, anche se... no, non è vero che sono stati i peggiori. Ha passato giorni decisamente più tremendi, ma Satoru sussulta lo stesso.

«L'email,» dice poi, riscuotendosi finalmente dall'immobilità che lo bloccava e sedendosi accanto a ləi, «l'hai fatta sembrare come il ritiro di un cadavere. Non hai detto niente riguardo a... all'essere di nuovo in vita.»

«Non lo sono, infatti, e questo è ancora il ritiro di un cadavere. Lo puoi capire dalle mie dita: sono ghiacciate come quelle di un morto.» Nel passargli il contenitore le loro mani si sfiorano, ma Suguru non permette al contatto di prolungarsi.

«Cos'è-» 

«Questa roba,» spiega, «è ciò che ha posseduto il mio corpo fino a poco tempo fa. Ha rimpiazzato il mio cervello, e aveva intenzione di sigillarti nel Regno Carcerario sfruttando me. Oh, è ancora viva comunque. Vedilo come un regalino per Shōko, ma non dirle che proviene da me. Sarà più semplice, credo se- se facciamo finta che io, nel senso, la mia coscienza, non abbia avuto nulla a che fare con questa storia.»

TEMPERATURE DROP, satosuguWhere stories live. Discover now