Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]

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Mari aprì la mano, accarezzandogli il viso. Lei e Jlenna erano state le prime a scoprire di Subsidence, ma la reazione di sua madre era stata di stupore e panico. Il suo amore materno aveva infine prevalso, eppure considerava ancora quel potere al pari di una disgrazia con cui convivere, qualcosa di oscuro da chiudere a chiave sperando che non venisse mai fuori.

Mari, invece, aveva riso. Troppo piccola per aver assimilato il terrore verso i Dotai, forse troppo piccola persino per capire cosa fosse accaduto, l'aveva accolto con una gioia così sincera da strappare Brycen alla disperazione. Quell'entusiasmo non si era mai spento, né quand'era cresciuta abbastanza sapere cosa fosse un Naru, né quando ne era rimasta ferita. Sua sorella l'aveva sempre guardato con gli occhi dell'affetto, persino quando Brycen non credeva di meritare altro che disprezzo.

Mari si gettò tra le sue braccia, stringendogli il busto tanto forte da spezzargli il fiato. Lui le avvolse le spalle e la tenne stretta per un po', beandosi del profumo di limone spruzzato sui capelli per coprire l'odore di alcool e arrosto che la locanda le aveva lasciato addosso. Era così pungente, eppure non riusciva a pensare a un aroma più rilassante.

Quando sua sorella scivolò via dalla sua presa per lasciarlo da solo, Brycen si sentiva già meglio. Alzò di nuovo lo sguardo al mosaico, cercando il viso della Dea Bianca in quel miscuglio indecifrabile di forme e colori. Un tempo aveva paura di farlo, era terrificato alla sola idea di entrare in quella stanza, eppure adesso gli sembrava che Beyled stesse sorridendo. Non lo vedeva, ma lo percepiva. Riunì le mani a triangolo e si concesse qualche minuto per pregare, poi si diresse verso il salone.

«Brycen!» Jlenna lo fermò sulla soglia, il viso pallido. «Cosa sta accadendo? Tuo padre è furioso!»

«Lo so. Temo lo sarai anche tu, quando tutto questo sarà finito.»

«Ascolta, di qualunque cosa abbiate discusso tu e tuo padre, sono certa che possiamo risolvere la questione in modo più discreto. La situazione è così tesa, non vorrai rischiare di scatenare un grosso litigio! Per favore, lascia cadere la questione. Porta pazienza per questi ultimi due giorni e—»

«Non posso restare ancora in silenzio, madre» La fermò Brycen. «Ho lasciato che mi fermassi durante quella cena, ma oggi sono io che ti chiedo un favore: siedi con gli altri e ascolta. Non pretendo il tuo appoggio, ma concedimi almeno questo.»

Jlenna lo scrutò a lungo, gli occhi fissi nei suoi. Oceano contro oceano, un incontro tra maree in cui era sempre Brycen a cedere – ma non quella volta. Tenne alto lo sguardo finché sua madre non si arrese, scuotendo il capo in un sospiro.

«Che l'armonia cromatica guidi le tue parole» disse Jlenna, poi rientrò nel salone.

Brycen respirò a fondo e la seguì. Avanzò sotto gli sguardi attenti dei suoi parenti, seduti sui divani secondo l'ordine dei loro nuclei familiari – a destra le famiglie di Nvieska e Olga, a sinistra quelle di Jlenna e Ljudmilla, con le figlie più grandi vicino alla poltrona centrale da cui Danika troneggiava sulla sala.

Brycen offrì un rispettoso cenno di saluto alla Matriarca, poi si spostò a osservare i suoi familiari uno per uno. Non aveva ancora cominciato a parlare e già molti lo fissavano come se avesse commesso un crimine, così cercò per ultimi gli sguardi di Edvokin, Mari e Chloe. Nei loro sorrisi trovò coraggio, ristoro, fiducia. Slegò il nastro che legava i capelli e passò le dita tra le ciocche, sfaldando le trecce in cui erano acconciate per farle ricadere sulle spalle.

«Ho chiesto a mia sorella di riunirvi perché vorrei affrontare certe discussioni che aleggiano irrisolte da troppo tempo. Partirò con la più recente, ossia il duello tra Donzella Chloe e Vlamidir Toralov, su cui mio padre ha sollevato rimostranze nonostante sia stato svolto secondo giuste regole.» Brycen guardò Trylenn, immobile nella sua postura rigida con le braccia incrociate e il viso distorto in un'espressione severa. I suoi occhi erano ghiaccio bollente, ma Brycen non si voltò per evitarli. «Se nutrite perplessità a riguardo, questo è il momento adatto per renderle note. Sarà mia premura offrire una risposta adeguata ai vostri dubbi per chiudere l'argomento in via definitiva.»

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