diciannove

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Le sue rosee e morbide labbra, a cui ha sempre fatto fatica resistere.

È un pomeriggio piovoso, e T/n, tutta sola, è nel luogo della scuola in cui ama di più trascorrere il suo tempo: la Biblioteca. Le sue dita scorrono lungo copertine di file intere di libri, alcuni più recenti, altri molto antichi; scaffali alti fino al soffitto che, solo guardandoli, viene un senso di giramento e di vertigine. La Biblioteca è quel luogo oscuro e al tempo stesso caldo e accogliente, dove ci si sente confortati e accettati. I migliori amici di T/n, poi, sono impegnati a fare altro: Harry Potter a parlare con Silente, Ron Weasley e Hermione Granger a studiare una materia che non è presente nel suo orario... Insomma, una giornata apparentemente piatta e tranquilla. Tuttavia, in lei è in corso da giorni una lotta interna, dove incombono paranoie e stress varii per via degli esami GUFO che sono prossimi, perciò non riesce più a mangiare e, quando ci prova, tenta disperatamente e invano di fermare il rigurgito che le sale. Tutto questo le provoca, di fatto, proprio quel senso di giramento e di vertigine, tant'è che, alzando lo sguardo in alto, per un libro che le ha particolarmente catturato l'attenzione, e vedendo la libreria così enorme e alta sopra di lei, indietreggia con l'assillante sensazione che le stia per cadere addosso. Va a sbattere immediatamente contro l'altra libreria, provocandole illusoriamente uno stato di claustrofobia. Sarà per via della denutrizione, sarà per via degli attacchi di panico che non la fanno dormire la notte, fatto sta che la testa le gira troppo, tanto da accasciarsi a terra, lasciandosi trasportare da una profonda perdita di coscienza.

Intanto, nell'Ufficio di Silente, Harry, dall'altra parte della scrivania, trasale di scatto, portandosi la mano alla cicatrice: - Ahi! -

Silente si sporge in avanti con aria preoccupata: - È la cicatrice? -

Harry abbassa lo sguardo per concentrarsi sopra il dolore: - Non proprio, è come se fosse un giramento di testa... T/n! -

La cosa lo fa pensare subito a lei, perché, anche se T/n non glielo aveva detto espressamente, lui l'aveva capito che non stava bene. Harry, quindi, altrettanto di scatto si alza e si dirige verso l'uscita: - Mi perdoni, Professore, ma devo andare a controllare se sta bene -

- Cos'ha la signorina T/c? -

- Diciamo che è un po' complicato -

- Oh, allora va' pure -

Harry percorre scale e corridoi in corsa, non sapendo bene dove potesse essere T/n, ma sentendo di dover andare lì, in Biblioteca, trovandola, infine, distesa a terra nei pressi della Sezione Proibita. Poggia l'orecchio sul suo petto per sentirle il battito, è soltanto svenuta. La prende in braccio e la solleva da terra, facendo la folle decisione di non portarla in infermeria, dove T/n potrebbe magari ricevere delle cure specifiche ed efficaci da parte di chi ne è esperto, bensì di adagiarla nel letto, che non è neanche il suo, ma proprio quello di Harry, il quale, invece, le stringe la mano e attende pazientemente che si svegli, nonostante il linguaggio della sua gamba, che si muove meccanicamente come se stesse portando il tempo di una canzone senza tempo, rivela tutt'altro che pazienza. Passano ore intere, durante le quali Harry, stanco di restarsene seduto ad aspettare, decide di sdraiarsi accanto a T/n. Osserva con sguardo perso il soffitto, le tende del letto a baldacchino, poi si perde nell'osservare T/n, i suoi occhi belli anche da chiusi, i suoi capelli, che le incorniciano delicatamente il viso, le sue rosee e morbide labbra, a cui ha sempre fatto fatica resistere. E, in una tale situazione, deve riconoscere che anche in lui c'è una lotta, tra sentimento e ragione. Da un lato, le accarezza amabilmente il viso, dall'altro, ritira subito la mano non appena T/n lentamente si rigira verso il suo lato, riaprendo gli occhi e guardando dritto in quelli di Harry, sorridendo lievemente alla sua vista. Lui, allora, non riesce proprio più a trattenersi, e si protende gradualmente verso di lei, per baciarla. T/n, com'è normale che sia, si sente confusa e gli domanda cosa sia successo. - Sei svenuta- , gli risponde Harry, sentendosi lo stomaco sottosopra. L'ha baciata e ora non sa che fare. Lei, comunque, non l'ha rifiutato, ma non è neanche nello stato più lucido che ci sia.

- Come ti senti? -, le domanda, stringendola a sé mentre lei poggia dolcemente la testa sul suo braccio.

- Non lo so, tu? -, risponde T/n con voce ancora flebile.

- Ehm, preoccupato -, tenta di dire Harry, incerto di cosa stia accadendo.

- Sto bene -

- Devi mangiare -, ribatte Harry con tono pratico, facendo per scendere dal letto.

- Non ho fame -, lo ferma T/n.

- Perché ti sei abituata, ma non puoi continuare a svenire a destra e a manca -

- Perché no, se poi ci sei tu a salvarmi? -, dice T/n quasi divertita.

- Perché non ti fa bene -, Harry le porge una mano per aiutarla ad alzarsi.

T/n l'afferra e si aggrappa ad essa per rimanere in piedi in equilibrio: - Ma se mi baci ancora, sì -.

La mano di Harry è calda contro quella fredda di T/n; a dire il vero, si sente avvampare per tutto il corpo e rimane a fissare T/n in silenzio senza sapere cosa dire.

- Che c'è? -, incalza T/n, inclinando la testa con sguardo accigliato.

Il cuore di Harry batte così forte che molto probabilmente sta saltando qualche battito. Irrazionalmente inclina anche lui la testa, verso T/n però, e la bacia, questa volta con molta più passionalità. A ogni bacio desidera le sue labbra sempre di più. Ciò che lo circonda è offuscato e non capisce altro che i suoi sensi amplificati, le sue labbra contro quelle dolci di T/n, le mani fredde di lei intorno al suo collo, l'energia dei loro corpi, l'uno incollato all'altro, i brividi che scorrono da testa a piedi. Si baciano così bramosamente che quasi non inciampano ricadendo sul letto, ma Harry si arresta subito.

- Che c'è adesso? -, ansima T/n.

Harry sorride, tirando un sospiro come per scaricare l'accumulo di emozioni, riprendere fiato e tornare alla realtà. Mette il suo braccio attorno alla vita di T/n, per incamminarsi verso la porta e uscire dalla stanza.

- Dove andiamo? -, protesta lei.

Harry si avvicina al suo orecchio e le sussurra: - O mangi o ti mangio io -

- Preferisco la seconda opzione -, replica T/n con lo stesso tono suadente.

- Più tardi, giuro che ti sbrano.




CAN YOU IMAGINE IT? [ita]Where stories live. Discover now