Benedict è la mia famiglia.

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"Lo so, non sono stupido." distese le gambe sospirando.

Gabe non si fermò.

"Quello che hai fatto stamane è stata una mossa azzardata, non sottovalutare la reazione di Wallace."

Il giovane sentì l'ansia crescere.

"Me ne rendo conto, ma prima di andarmene ho preso le memorie con le immagini della sorveglianza. Vengono cambiate una volta al mese e siamo agli inizi di marzo. Stavolta Margot non potrà mentire e accusarmi di violenza."

Gabriel approvò.

"Bravo, ti sei tutelato, ma Henry reagirà, potrebbe dire che le hai sottratte."

"Oltre a essere il marito, risulto anche il proprietario. Le ho depositate al comando di polizia. Ho svolto tutto al meglio, quando deciderete di denunciarlo, ci sarà la prova dell'aggressione."

Il cognato socchiuse gli occhi e si pizzicò il ponte del naso, quel gesto era l'avviso di una emicrania in arrivo. Ne soffriva da sempre.

In quelle ore non si era mai preso una pausa. Si preoccupò di vederlo sofferente, infatti era il loro punto di riferimento. Si alzò e gli prese il braccio.

"Stai bene? Il solito mal di testa?"

"Sì, quello che mi fai venire tu, ragazzo."

Si sottrasse dalla stretta, si girò per andare verso la finestra, la spalancò perché entrasse dell'aria fresca.

Non si voltò, continuò con la voce stanca.

"Sicuramente lo denunceremo, e comunque in questo caso, c'è un responso medico dell'incidente. Ma sei stato uno stronzo con tua moglie, e presto Wallace saprà chi è l'escort che hai frequentato"

James lo raggiunse e cercò di spiegargli le sue motivazioni.

"Non hai idea delle umiliazioni che ho subito in questi mesi, di quante volte mi sono sentito inutile."

Gabe socchiuse la finestra e si voltò rassegnato. "Henry si vendicherà su Amber. Ti è chiaro adesso? Il giovane comprese e impallidì.

"Perché dovrebbe fare una mossa del genere?"

"Per come hai trattato Margot, non ti perdonerà di averla ferita per una... prostituta!"

James si morse le labbra. "Devo avvertirla." In quel momento realizzò l'imprudenza della sua azione.

Il dottore lo evitò e tornò alla scrivania. "Ti ridarò le chiavi di casa. Non puoi restare da lei, chiamala e dille quello che hai fatto."

Si riempì un bicchiere d'acqua e parlando più a sé stesso, mormorò.

"Finisci spesso per combinare dei guai!" aprì il cassetto e prese un blister di medicine. "Spero che imparerai prima o poi a non agire d'impulso! Ci sono altre persone coinvolte in questo casino."

Sbuffò, mandò giù la pillola e si abbandonò nuovamente sulla poltrona, massaggiandosi le tempie.

James era in debito di aria. "Non darmi tutte le colpe! Che potevo fare se sono sterile, mi hanno buttato fuori nemmeno fossi un appestato!"

Gabriel lo guardò senza rispondere e lui continuò.

"Sistemerò ogni cosa, vedrai." Uscì dall'ufficio deciso di informare Amber.

Gabe aveva ragione, la reazione di Henry si sarebbe fatta sentire, ma l'insofferenza che vide attraversargli il volto fu difficile da digerire. Non comprendeva il comportamento del cognato, le sue parole lo ferivano rendendolo alla stregua di una persona inadeguata e stupida. In fondo era la cattiveria dei Wallace la causa principale del pericolo che minacciava le persone a cui teneva.

AmberWhere stories live. Discover now