Dov'è James

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Amber passò un po' di tempo a sistemare la cucina. La mente occupata da mille pensieri.

Tornò nella cameretta per assicurarsi che James stesse bene, infatti si lamentò e rigirò più volte. Rimase sull'uscio, non riuscendo a staccare gli occhi dal suo volto pallido: i capelli neri disordinati e appiccicati alla fronte sudata, le mani aggrappate al lenzuolo, mostravano ancora i segni della tensione della giornata.

Non si spiegava la sensazione di disagio che sentiva nel vederlo soffrire, quella voglia di essergli vicina senza ricevere nulla in cambio.

La moglie lo stava distruggendo, non lo voleva più come marito e lui non riusciva a lasciarla.

Considerò che se lei glielo avesse chiesto, sarebbe tornato a casa per restare, nonostante la cattiveria che le buttò addosso.

Tutto era accaduto così in fretta! Da quando lui varcò la porta dell'appartamento, non riuscì a dimenticarlo. Il loro primo incontro fu una lotta, eppure quel giovane avvocato possedeva un'indole gentile malgrado tutti i problemi che lo assillavano.

Le bruciavano gli occhi, li socchiuse per provare un breve sollievo.

Doveva essere stupida a lasciarsi coinvolgere! In quel momento lui si dimostrava inaffidabile, sembrava confuso per ciò che stava accadendo. Inoltre, il suo lavoro era discutibile.

Non era diversa da Margot, anche lei, anni prima, tradì con leggerezza l'uomo che amava, Damien.

Lo fece soffrire e distrusse il suo futuro.

Un leggero senso di malessere le prese il ventre, i vecchi ricordi la perseguitavano ancora. Ingoiò la disperazione e la vergogna per quel periodo oscuro vissuto in Francia.

Capiva bene cosa provasse James per quello che accadde a Benedict. Damien perse la vita in un incidente simile. Si sentiva colpevole per averne causato la morte, il macigno che portava nel cuore. Il rimorso che provava la devastava, quel senso di colpa che non smetteva di tormentarla e che scontava nel penoso mestiere da escort.

Il giovane dormiva inconsapevole delle sue riflessioni, in fondo era suo ospite perché non sapeva dove andare.

Si illudeva di essere qualcosa di più per quel ragazzo che appariva smarrito.

La situazione era instabile: con Ben in ospedale, Gabe, che per il troppo amore, aveva perso la testa e sfogava le sue incertezze su di lui.

Risultato, chi in un modo chi in un altro, stavano soffrendo tutti e tre.

Si avvicinò, lo accarezzò sulla guancia, socchiuse la porta e tornò in cucina.

Stava cedendo al sentimento, proprio lei che pagava quell' errore non riuscendo più ad amare.

Si preparò qualcosa per cenare, non che avesse molto appetito presa dagli avvenimenti della serata.

In fondo Gabriel si era pentito, infatti la sua chiamata confermava la sua indecisione visto che si preoccupò del giovane cognato che appariva smarrito e non lasciava l'ospedale.

Si sfogò al telefono con la voce rotta e alla fine, le chiese di prenderlo con lei.

Amber capì tutto il dolore che pativa per le condizioni del compagno.

Senza pensarci troppo accettò. In quella sala di attesa, lo trovò pallido e perduto, capì di aver compiuto la giusta scelta, subito si rese conto del suo malessere e lo trascinò via.

Scosse il capo sorridendo: la sindrome della crocerossina.

Finì di cenare e chiamò Gabriel per avere notizie, nessuno di loro due poteva rimanere all'oscuro della situazione di Benedict.

AmberWhere stories live. Discover now