IV

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"Si fa chiamare Banon. Banon degli Epiloghi. Come ben saprai Fen i Divinauti sono incroci tra Stratégoni e Anzû ai quali non è stato concesso di appartenere né ad una né all'altra specie. Si dice che arrivò qui a Dambara da bambina e che un uomo se ne prese cura nascondendola nella montagna. Non è mai scesa al villaggio e nessuno sa chi fosse quell'uomo, ma molti dicono che si sia suicidato dopo esser caduto vittima dei malefici della bastarda."

"I Divinauti sono solitari e scaltri Lorentz. Alimentano le loro leggende con misticismo e paura, facendosi pagare bene per i loro servizi."

"E lei è in gamba, posso assicurartelo. Uomini e donne che le hanno fatto visita sono tornati con la mente a pezzi, vittime delle sue visioni e dei mondi blasfemi di terrore che lei gli ha mostrato. Molti hanno finito per rovinare le proprie vite per paura di ciò che la Divinauta ha rivelato, o non rivelato. Verità plasmate e rimodellate per fomentare caos e follia, dubbi che si sono insinuati come parassiti negli spiriti di quelli che hanno affidato il loro destino alle sue visioni."

"Sembra proprio che tu abbia osservato in prima persona queste storie."

"Oh sì. Ti stupiresti di quanti siano finiti proprio qui sul mio tavolo per colpa sua."

"C'è altro?"

"Ricordati questo Fen. Quando parli con un Divinauta ti rivolgi sempre e dico sempre con rispetto. Devi adorare le loro abilità e venerare la loro persona. Gli inganni e le magie delle quali sono capaci sono impressionanti, ma è il loro modo di comportarsi ad essere orribilmente spaventoso. Quindi pagala bene, inginocchiati fino a baciarle i piedi e fai tutto quello che ti dice. Sono stato chiaro?"

'Bei trucchetti puttana

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'Bei trucchetti puttana.' Disse Fen.

Banon volteggiava attorno alla sedia di pietra alla quale Fen era stato legato. Con un gesto solenne la Divinauta indicò una mensola anch'essa in pietra, sulla quale, posta sopra ad un cumulo di circuiti frantumati e pezzi di metallo ammaccati, era poggiata la testa di Gecko. Nella luce celeste della caverna gli occhi di vetro frantumati del robot continuavano a risplendere nonostante il fuoco ne avesse cambiato il colore rendendoli simili a rubini sporchi. Dal ripiano colava un fluido untuoso e Banon, avvolta in un sottile velo oltremare che ne ricopriva tutta la figura, si avvicinò ad esso, ondeggiando come sulle note di una danza classica. Affondò indice e pollice nel liquido, per poi sfregare le due dita lasciando intravedere un'espressione di finta tristezza.

'Era tuo amico, Ingannatore?'

Le corde tenevano costretti i polsi di Fen dietro la schiena e le caviglie alla sedia. Tentò di forzarle leggermente cercando di non destare sospetti, ma il tentativo si rivelò vano. Nodi praticati dalla mano di un professionista pensò. Aggiustò quindi la propria posizione sulla gelida roccia tenendo fisso lo sguardo sulla donna e sospirò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 17, 2022 ⏰

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